Storia molto interessante e ben scritta. Saggia decisione quella di spezzettare la narrazione con una serie di punti a capo: aumentando le pause, infatti, rendi il ritmo della storia lento e pacato, senza essere tedioso. E' un ritmo che combacia con il tipo di racconto che hai scritto, che descrive un momento decisamente poetico, il cui fascino viene incrementato dalla consapevolezza che ci stiamo muovendo in un universo fantastico. Ti confesso che, all'inizio, credevo stessi descrivendo le impressioni di un bambino negli attimi che precedono la sua nascita: in effetti è proprio così, ma anziché dall'utero la protagonista nasce dalla corolla di un fiore, perchè si tratta di una fata. Mi spiazzi e mi sorprendi piacevolmente, con questo cambio di rotta originale e ben costruito. Sei stata brava. Darei una limata solo al finale, quando fai affermare alla madre della fata di chiamarla Ayame poiché nata da un iris. Non capisco il collegamento, anche se suppongo che Ayame significhi iris in lingua giapponese. Ma la mia è solo una supposizione. Sarebbe stato di maggior impatto un collegamento più immediato, meno lasciato all'interpretazione del lettore, perché lascia il dubbio al termine della lettura, ed è un peccato. E' solo un cavillo, in ogni caso. Ottimo lavoro.
(Recensione modificata il 19/05/2015 - 10:17 pm)

Leggi la risposta dell'autore