Prima o dopo la loro attrazione li avrebbe riavvicinati.
L'House che hai tratteggiato in questi capitoli è diverso da quello che abbiamo conosciuto, meno rigido e diretto, poco scontroso. Si percepisce una sensibilità nuova, o sempre esistita ma mascherata, che mi ricorda quei pochi flashback pre-intervento. Immagino il suo viso rilassato, un sorriso, un po' di voglia di andare incontro alla vita senza contare le ore tra una dose e l'altra di Vicodin. Senza il pensiero obbligato che lo conduceva giù alla gamba e su al cervello quasi ad impazzire, ha un po' di agio per capire se a renderlo felice - oltre all'assenza di dolore, priorità assoluta nelle sue condizioni precedenti - può essere Lisa. Ma sa che non è nemmeno da mettere in dubbio, solo che deve conquistarla piano piano, avvicinarsi a lei senza spaventarla.
A dir la verità tutto il trambusto l'ha combinato lei, quindi dovrebbe essere proprio Lisa a chiedergli in ginocchio se ancora House la rivolesse nella propria vita. Non è Greg a doversi giustificare degli errori compiuti in passato riguardo la loro storia. Ne hanno compiuti entrambi, ma la colpa non è solo sua, se non nei preludi, dei getti sconsiderati, poco pesati, delle parole che feriscono senza che chi le pronuncia se ne accorga. Ok, non è mr. Romanticismo, e mai lo vorrei così, ma il suo istinto talvolta ha davvero ferito Lisa, che ha mille corazze, ma spesso davanti ad House è come se non ne avesse. Sei padrona della propria vita, gestisci lavoro casa e figlia al meglio delle tue possibilità, ma quando arrivi a casa, quando metti a dormire Rachel, quando hai mangiucchiato qualcosa e ti sdrai sul divano a cercare un programma a caso sulla tv, liberando il cervello da tutti gli impegni, il pensiero e la voglia di lui ritorna.
In ogni caso, ritrovarsi occhi negli occhi rende meno importante di chi sia stata la colpa. |