Ciao! Un'amica – partecipa anche lei allo scambio, sì – mi ha detto che tu scrivevi di zozzerie orrorifiche – scherzo, ovviamente: apprezzo molto il genere! – e dunque ho colto l'occasione per approcciarmi a uno dei tuoi pezzi.
I soggetti come Albert Fish, se da un lato mi provocano una naturale, immensa repulsione, dall'altro stuzzicano la mia curiosità un po' morbosa – pure qui, a malincuore, naturale: lo spettacolo del Male ha sempre attirato l'attenzione dell'Uomo e, purtroppo, sempre e pericolosamente, lo invoglierà.
Ho dovuto spulciare sul web per riuscire a ricordare chi fosse Fish, fra la lunga lista di sadici squinternati di cui ho letto o visto le raccapriccianti prodezze – ora ricordo dove ho beccato il nostro folle: in House of 1000 Corpses e in un kitschissimo museo dei serial killer che visitai molti anni fa.
Anche solo dare una rapida lettura alla sua storia personale è stato come farsi un giretto in prossimità degli Inferi, sopra una piccola e veramente poco rassicurante barchetta, nel bel mezzo delle acque spaventose dello Stige.
Mi piacerebbe molto sapere come mai hai deciso di scrivere qualcosa su Fish, perché, fra tutti i possibili mostri umani, hai scelto proprio lui e non un altro – collega.
Ho letto la traduzione italiana della lettera che Fish mandò ai Budd e il tuo pezzo, in pratica, non fa altro che ricalcare quanto in essa contenuto, vivendo il presente di ciò che poi metterà per l'appunto per iscritto e, giustamente, ti sei mantenuto molto fedele alla missiva originale: anche nel modo in cui racconti i meandri di questa mente malata – oppure solamente, infinitamente crudele? – rispecchia quella lucidità spaventosa ed essenziale che ho potuto constatare nella lettera.
Proprio perché, però, ricalchi tanto il Fish reale, a mio avviso il testo forse è un po' troppo perfetto. Leggo, infatti, che l'assassino della piccola Grace scrisse in una forma tutt'altro che pulita, con diversi errori di grammatica e ortografia, perché non si trattava certo di un uomo istruito, colto: anche se qui si limita a pensare e non sta quindi scrivendo, è altamente probabile che, da persona poco dotta, formuli pensieri meno fini, adoperi frasi costruite in maniera errata, sbagli i tempi verbali; ora, non so con esattezza quanti errori compì perché non ho letto il testo in lingua e, naturalmente, bisognerebbe tener conto anche delle condizioni fisiche e psicologiche nel momento in cui si mise a erigere la lettera – e tuttavia, a proposito di questo, anche qui si trova a vivere un momento che, di certo, turba il suo "normale" essere.
Naturalmente è solo un mio parere personale: sei assolutamente libero di ignorarlo. XD
Bandierina verde, in ogni caso. |