Ciao Amor31, finalmente torno a recensire una delle tue bellissime Jeankasa.
Questa, per qualche motivo che non saprei ben definire, è quella che mi appare più 'fuori contesto', più distante dai toni e dalle caratterizzazioni a cui ci ha abituati l'anime (il che non è necessariamente un male, sia chiaro).
Sarà questo fugace istante di quiete, nel quale persino il silenzio sembra avere una voce tutta sua...o sarà questa Mikasa così diversa da quella originale, più intraprendente, più loquace (beh, insomma, più o meno...) e soprattutto più profonda nel cogliere i piccoli dettagli provenienti dal mondo esterno (la 'vera' Mikasa mi è sempre sembrata una ragazza estremamente concreta, talvolta anche troppo; però ha senso che cominci, o meglio ricominci, a notare certe cose mentre è costretta a starsene a letto). Viceversa, una cosa che la rende molto verosimile è la sua assoluta mancanza di 'tatto' nell'elogiare il silenzio di Jean e nell'invitarlo a tornare anche il giorno seguente 😂 senza sospettare minimamente di cosa questo possa significare per lui.
In ogni caso, mi ha fatto tanta tenerezza quando ha ammesso di aver bisogno di tranquillità ma di aver paura della solitudine: per fortuna la compagnia di Jean è perfetta in tal senso e credo che il fascino di questa storia sia idealmente racchiuso nell'ultima frase, in cui si riconosce l'unicità del momento condiviso (in parole povere, almeno per una volta, soltanto Jean avrebbe potuto darle ciò che voleva).
E poi Jean...che dire di Jean? Lui l'ho trovato molto 'in character' e anzi ho apprezzato non poco il riferimento al suo tipico gesto di tapparsi le orecchie e chiudere gli occhi nei momenti di panico. In realtà tutti i primi due paragrafi (che possono sembrare sconnessi dal resto ma che invece lo 'giustificano' spiegandoci perchè il ragazzo dà tanta importanza al silenzio) sono una metafora tanto magnifica quanto crudele sul 'diventare grandi' e dare un significato diverso alle cose, e sono anche un tremendo nodo alla gola perchè tutti abbiamo (o abbiamo avuto) quella persona a cui vorremmo confessare i nostri sentimenti ma ci fa morire le parole in bocca ogni volta che ci proviamo, facendoci agire come se avessimo tutto da perdere anche quando sappiamo che non è così.
Non posso allora che concludere facendoti i complimenti per la fluidità del racconto e per le sfaccettature psicologiche che sei riuscita a dargli anche stavolta.
Alla prossima! |
