Ovviamente, non potevo non passare a recensire questa meraviglia.
Ti segnalo subito un piccolo errore di battitura:
“Sa che Castiel è lì - non lo vedo ma lo sente.” Sarebbe “vede”, immagino.
Detto questo, passiamo a questa piccola perla.
Hai, innanzitutto, avuto una bellissima idea e fornito una realistica quanto malinconica prospettiva di cosa sarebbe potuto accadere se solo potessero tornare tutti tranquilli a casa e la Destiel fosse canon *sospiro*.
Come Dean, anche io mi sono domandata come Castiel abbia descritto l’accaduto a Sam (perché immagino che abbia dovuto dare una spiegazione, una volta tornato sanguinante e senza Dean). Quanto può essere stato tremendo affrontare quel discorso, spiegare che Dean lo ha quasi ucciso e ha minacciato di farlo davvero la prossima volta?
Bless you per il complimento a Sam: avrà i suoi difetti, ma, soprattutto in questa stagione, ha fatto tanto per Dean e si merita dei ringraziamenti. O un cane. Bisogna comprare a quel ragazzo un cane.
Comunque, mi sembra realistico pensare che Dean sia, a così breve distanza di tempo, tormentato dalle immagini di Castiel sanguinante, come quella che si vede nello specchio della 10x23. E ovviamente la cosa rende un po’ difficoltoso stargli vicino.
È tremendo vedere quegli sprazzi di normalità, quelle piccole cose che, anche Dean lo ha capito, sono tremendamente importanti anche se sembra che non valgano niente, vengano rovinati da visioni del passato. Sembra tutto tornato come prima, con Dean che gli allaccia la sua orribile – condivido, tra l’altro – cravatta, Dean che si china per baciarlo, almeno finché non torna il sangue a rovinare tutto. E allora comincia ad allontanarsi forzatamente da Castiel.
Mi è piaciuta da morire la scena in cui Dean tenta di andare a dormire sul divano, e non riesce proprio a farla suonare nel modo giusto, sembra che voglia punirlo quando in realtà vuole soltanto punire se stesso. E poi c’è Castiel, che accetta la sua scelta, magari capisce anche quello che sta succedendo, chi lo sa, e lo “protegge” lasciandogli comunque il letto.
Bella la metafora dei cocci che non vengono messi a posto, perché Dean se ne va senza mettere a posto il disastro che ha combinato con la tazza e senza neppure spiegare a Castiel quello che ha in testa – perché non ci riesce, è difficile ed è stanco, comprensibilmente direi.
Meraviglioso il passo (si dice così, giusto? xD) sulla genetica Winchester, perché sì, a volte sono tutti quanti un po’ egoisti, inutile negarlo. Ed molto più facile dire “Eh, è genetica” che ammettere di aver sbagliato. È più facile fare lo stronzo con Castiel, dirgli di smetterla di proteggerlo, piuttosto che aprirsi.
È molto tragico il modo in cui le parole gli restano incastrata in gola, come voglia scusarsi ma alla fine non lo faccia mai, per tante mattine di seguito. E alla fine è Castiel a rompere il silenzio, con un’altra promessa, simile a quel “Sarò io che dovrò guardarti distruggere il mondo”. Ma ovviamente Dean è Dean e non crede di meritare quelle promesse, quella devozione.
E poi un po’ di POV Castiel.
Hai descritto perfettamente quello che secondo me proverebbe in questa circostanza, il dolore e la delusione perché ci era andato così vicino, Dean è libero ma è comunque lontano da lui. Quanto male può fare un fallimento proprio quando si credeva di aver vinto?
Ma poi i messaggi di Dean portano nuova speranza. Perché sarà anche una testa di cavolo ma, almeno dietro allo schermo di un telefono, a volte riesce a combinare qualcosa di buono. Dona a Castiel qualcosa a cui aggrapparsi, una nuova speranza che non sia tutto perduto.
Breve ma bellissimo il modo in cui hai descritto la colazione dopo questa ritrovata speranza: non c’è più tensione, il silenzio non è ostile e Dean sta di nuovo lottando.
E finalmente abbiamo un piccolo ricongiungimento e non so da dove iniziare a dire quanto mi sia piaciuto.
Il concetto di Castiel che, per quanto Dean lo allontani, è sempre lì è meraviglioso, per non parlare dell’angelo che prega un umano. È sbagliato, tremendamente sbagliato, e mi ha fatto stringere il cuore immaginare Castiel che prega di restare. E poi questa parte:
[…] anche se sa che non è così che funziona con Castiel. Non basta tacergli qualcosa per nascondergliela.
Magnifico, compresi i due esempi che poi hai riportato. Il problema con Castiel è che non ci casca, che capisce fin troppo, che sa dire la cosa giusta e cogliere quello che Dean tenta di camuffare con dei silenzi. Mi viene in mente quando, nella 7x17, Castiel è senza memoria, non ricorda chi sia Dean né tutto quello che hanno passato insieme, ma anche come Emmanuel riesce a leggerlo e dice “Non sei una macchina, Dean”. È proprio fatto così: Dean non riesce a fregarlo.
E ora è costretto ad averlo di nuovo accanto a sé, scoprendo che quella presenza lo fa stare bene, al contrario di quanto si sarebbe aspettato.
Il brevissimo passo sullo zapping è molto efficace: mostra, ancora una volta, come Castiel si stia avvicinando piano piano mentre Dean si sforza di lottare. Mostra come, nonostante tutto, stiano riuscendo a rimettere insieme i pezzi, insieme.
Il passo successivo è il tocco, quello ancora successivo è un “Avvicinati”.
Alla fine, con un avvicinamento graduale, sono di nuovo insieme. Non è ancora tutto a posto, ci sono molte cose da aggiustare ma, insieme, “tutto fa un po’ meno paura”.
Mi è piaciuto molto come hai descritto la situazione, un’iniziale e comprensibile lontananza, la paura di Dean, la stupida punizione che vuole infliggere a se stesso, ma al tempo stesso il bisogno che hanno l’uno dell’altro, un’attrazione che impedisce loro di stare lontani, la speranza e devozione di Castiel che, unita alla ritrovata voglia di lottare di Dean, porta a un riavvicinamento, a un rimettere insieme i pezzi, piano piano, gradualmente.
Hai scritto una bellissima one-shot dai toni un po’ malinconici ma tremendamente bella, con uno stile e una grammatica a dir poco invidiabile. Sei riuscita a dare vita a uno scenario realistico, mantenendo l’IC dei personaggi e descrivendo benissimo il loro rapporto. Inutile dire che questa storia meriti un posto tra le mie ricordate, perché sicuramente tornerò a leggerla.
Tantissimi complimenti e a presto!
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