Sono arrivata a te tramite chiara, e be', capisco perché siate diventate amiche :) Mi sono arrogata il diritto di leggermi la storia con la canzone di sottofondo e sembra assurdo ma l'atmosfera della canzone traspare dalle tue parole. E' bella, a parte per le espressioni molto poco qualunquiste che usi, per tutte le cose che rimangono nell'humus. Probabilmente non leggerai mai questa recensione ma volevo lasciartela ugualmente.
P.S. grazie per avermi fatto conoscere,ed apprezzare, Eno. :)

Non vinco sempre io, e tu lo sai bene. Anzi, direi che succede raramente.
Se ho scritto “Tea Time” fondamentalmente è perché ho letto la questa storia: ne è madre e sorella e in seno alle frasi più sofferte e ai silenzi più taglianti si trova la radice delle mie riflessioni.
Ho trovato questa storia voluta e dovuta. L’interpretazione silenziosa di ciò che sarebbe potuto accadere ma non è successo, anzi, che non viene nemmeno accennato. Ho ritrovato la solitudine profonda dell’animo umano, intricata matassa dei sentimenti, il dolore che non si riesce ad esprimere.
Gli uomini fondamentalmente non si capiscono e non si conoscono, se non per brevi attimi. Tu hai colto quell’attimo e io te ne sono grata.
Un po’ gonfia di retorica (anche se dopo una rivisitazione è diventata ben accettabile, lirica), forse difficile in alcuni punti. I lettori pazienti ne sono ricompensati, alla fine. Quelli impazienti non sanno che si perdono.
Grazie per la dedica. Ci sosteniamo a vicenda, in realtà, e lo sai bene. E i ringraziamenti non servono. Ti voglio bene.