Recensioni per
Requiem d'uccel migratore
di kaos3003

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
07/03/09, ore 01:09

(Recensione a cura di méstesso *ride* su www.criticoni.net)

Siamo cresciuti col mito della famiglia perfetta, e non parlo di quella del Mulino Bianco, tanto leziosa e zuccherosa da cariare i denti più delle merendine. Quasi tutti abbiamo un rapporto ordinato con chi amiamo e sappiamo rintracciarli. È importante tutto questo? Probabilmente sì.
La storia di un abbandono e di una riscoperta, o meglio del prendere la vita come viene, perché è anche importante non essere troppo fiscali.

Teoricamente starei sforando con le citazioni, ma questo stralcio non fa parte della storia, quindi permettetemi questa licenza perché ci sta magnificamente; è probabilmente il motivo principale per cui ho cominciato a leggere questo racconto, più di un mese fa, e prendendomi tutto il tempo necessario per valutarlo - attendendo anche i risultati di un contest che, come da abitudine, non volevo influenzare con il mio commento.

Ciò che salta immediatamente all'occhio, e contemporaneamente ne è il principale punto di forza, è la narrazione molto particolare, che permette alla trama di acquisire un suo senso compiuto soltanto a lettura molto inoltrata; l'idea di fondo, un rapporto tra padre e figlia non tra i più felici, è stata infatti esposta in maniera piuttosto originale, lasciando il passante dubbioso sulla reale identità degli interlocutori e sull'intento del dialogo che la fa da padrone.
Buona e coinvolgente la resa dei protagonisti, all'interno dei ricordi e non solo, contribuendo a lasciare, alla fine della lettura, un'ottima sensazione.

A parte alcuni errori, uno dei quali è stabilmente nella mia hit-parade di "come uccidere un'autrice ed essere felici" (nel frattempo, spero che "infondo", insieme a "riusci" e "nella piccolo soggiorno", sparisca: e comunque non hanno praticamente peso ai fini del mio commento, come sempre quando si tratta di errori sporadici), dunque, un racconto molto interessante e privo di controindicazioni, ma più benefico di un medicinale e disincantato quanto basta da poter piacere agli amanti del genere e non solo.

Recensore Junior
19/01/09, ore 18:18

[Seconda qualificata al contest "Legami di sangue"- Giudice: sonsimo]
Punteggio: 9
Il tema principale di questo racconto è il rapporto padre-figlia, visto attraverso gli occhi di quest’ultima. Ma chiamarlo rapporto padre-figlia è, al tempo stesso, esagerato e riduttivo. Esagerato, perché Robert non ha mai voluto essere un vero padre per Minerva, perché ha cercato di sfruttarla, quasi fosse una pedina, per potersi riavvicinare alla madre di lei e sua ex-moglie. Riduttivo, perché nella sua incostanza Robert riesce ad essere per Minerva persino qualcosa di più di un semplice padre, un confidente, un maestro. Un rapporto molto difficile, che la protagonista racconta con ironia anche se, soprattutto nelle battute finali, quando ormai conosciamo l’identità della sua interlocutrice, riusciamo a percepire la sua amarezza.
Ciò che più mi ha colpito di questa storia, oltre all’ironia e alle evidenti capacità descrittive e introspettive dell’autrice, è la modalità in cui viene condotta la narrazione: inizialmente sembra quasi che la protagonista si rivolga a uno psicologo, a uno “strizza-cervelli”, mentre alla fine si scopre che in realtà sta spiattellando i fatti propri a un “personaggio” che lei stessa avrebbe dovuto intervistare! Ho trovato la costruzione della storia molto originale. Il racconto fa sorridere e a tratti è pure commovente, i sentimenti della protagonista, al di sotto di quel velo di sarcasmo, sono ben percepibili.
Dal punto di vista formale sono presenti alcuni errori di battitura ed ortografia, qualche parolina mancante qua e là e qualche svista nella punteggiatura.
L’aderenza al bando è praticamente perfetta.
Grammatica e sintassi: 8
Capacità espressiva: 9.5
Capacità argomentativa: 9
Capacità critico-rielaborative: 9.5
Originalità e creatività: 9