Ciao Paolo, è veramente da troppo tempo che non ti lascio qualche mio parere, quindi eccomi qui a recensire questa tua bella poesia. Devo ammettere che io tendo a leggerla come se quel "dove andiamo" fosse una domanda e non una constatazione. Penso tu abbia evocato delle immagini forti e intense: le rughe sulle palme della mano testimoniano il duro lavoro e il trascorrere del tempo, il cuore che come un aquilone si lascia guidare dal vento senza una direzione precisa, il sangue durante le guerre... Da quello che ho percepito, tra le righe sembra esserci un tentativo di scuotere il mondo dalla perdizione e dalle azioni malvagie. Di per sé solo questo richiamo a seguire l'amore e la pace rendono l'opera apprezzabilissima.
Mi è piaciuta molto anche la ripetizione costante del "dove andiamo" che assieme alla scelta delle parole dona alla composizione musicalità e la rende di piacevole lettura.
Alla prossima, con affetto,
Monique

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Buongiorno Paolo.
Scusa il ritardo, ma ho potuto solo ora vedere la tua nuova poesia.
Come darti torto? Ormai la gente pensa di incamminarsi, di essere orgogliosa, di essere forte...Ma non sa di aver vissuto in un cuore di pietra, per potere ha sparso sangue e per volere della Società non si è abbandonato nell'Amore infinito e incondizionato di Dio.
Le tue parole fanno sempre rivivere ciò che ancora è celato nel buio dell'anima saccente e che ora dovrebbe risvegliarsi in una Luce buona...Nella luce del Signore.
Grazie di tutto.
Spero a presto :-)
-Bigin

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