Ciao Angie! Che bello ritrovare un tuo scritto!
Vedo che anche a te sia facile buttare giù qualche riga dopo qualche riflessione su un personaggio complesso, combattuto, e, sì, meraviglioso.
Non vergognarti assolutamente di quello che hai scritto! Penso che in appena dodici righe tu sia riuscita alla perfezione a identificare ciò che è successo all'interno della mente di Obito: mentre infatti la Guerra infuriava, e ancor prima della Quarta esistevano contese tra paesi e battaglie per l'appropriamento dei Cercoteri, Obito doveva già avere a che fare con lotte in cui il vincitore e il vinto si specificavano soltanto nella sua figura. In poche parole, proprio dentro di lui avveniva una sorta di psicomachia: l'Obito innocente e bambino contro l'Obito adulto, spettatore di un destino crudele.
Ho adorato il modo con cui hai fatto interagire questi due poli: da un lato il rammarico, testimonianza di un'anima più pura e propensa per le buone azioni, e dall'altro l'inevitabile desiderio di vendetta, segno certamente dell'influenza di tanti fattori - e personaggi.
Ogni frase sembrava distaccata dalle altre, come un mondo a sé stante, ma era percepibile un sottile filo conduttore che era esattamente una forte emozione.
Personalmente, beh, non posso che ringraziarti per questa piccola storia: in genere queste cose scritte di getto non sono frutto di elaborazione, ma di pura creatività ed istinto. Quindi, essendo stato messo per così dire a nudo un pensiero quasi onirico, irrazionale, capirai anche tu che noi lettori abbiamo tanto spazio per riflettere e immaginare a modo nostro e quindi diverso in tantissime forme la scena che hai voluto creare...
Non so se mi sono spiegata! Sappi che sono appena tornata da una giornata faticosa, ahahah! Però la tua storia è stata come un toccasana, come se avesse risvegliato la materia grigia accaldata da questa orrenda temperatura. Perciò, ti ringrazio ancora, perché è sempre un piacere leggere introspezioni di Obito. Complimenti, davvero!
A presto, Angie! |