Ciao Schizophrenos!
Innanzitutto, dato che non so se sei un maschio o una femmina, mi rivolgerò a te immaginandoti al maschile. Spero non sia un problema e che tu non la prenda sul personale!
Ci tenevo a specificare che non sono solita leggere storie che prevedano un'introspezione delle riflessioni di Sakura - anche se sono convinta che ne esistano parecchie scritte coi fiocchi! - ma stavolta devo dire che il titolo che hai dato alla tua One-shot mi abbia attirata molto. Queste parole poi riassumono perfettamente la dinamica con cui Sakura indaga sé stessa e passa la notte tra i tormenti di quel che succederà; ho adorato il modo con cui hai descritto in parallelo i ricordi della fanciullezza trascorsa insieme ad un'immagine ormai sfocata di Sasuke e le ripercussioni fisiche, a tratto crude, di questi dolorosi pensieri. Avevo appunto l'impressione che, andando sempre più avanti con la lettura, Sakura fosse vittima e quindi patisse la stessa sorte che l'indomani sarebbe toccata alla persona che ama, la quale in fondo è lo specchio di sé stessa: di riga in riga, il dolore autoindotto al proprio corpo pareva l'infondersi di un veleno che divora lentamente. La penultima scena, poi, è bellissima: questa Sakura che non sente più alcuna ragione per dichiararsi ancora viva, tanto da non percepire più il dolore tattile dei tagli del vetro, e si lascia abbandonare come la cornice che si è appena spezzata come il suo cuore.
La tua storia è piena di paralleli tra l'anima e il corpo di Sakura, e ammetto di aver amato davvero questo tipo di narrazione, quindi complimenti!
La scena finale, poi, semplicemente spettacolare a parer mio: una descrizione perfetta di una visione distorta da una spessa patina di dolore, in cui è evidente la presenza di un lento percorso che si concluderà nella cecità, o semplice apatia.
Bellissima One-shot, davvero! Mi sono accorta che scrivendoti questa recensione, poi, ho avuto modo di riflettere tantissimo, e quando una storia dà la possibilità al lettore di riflettere significa che è davvero ben scritta ed elaborata.
Ti segnalerei alcuni errori, presenti all'inizio del testo. Lo so, sono un po' pignola in fatto di verbi, ma se magari vedrai che la correzione farà suonare meglio la lettura potresti decidere di cambiare giusto qualcosina. Ecco qui ciò che ho individuato:
1) «...», le disse Tsunade, e le metteva una mano sulla spalla.
In questo caso, per rispettare la correlazione col verbo precedente, meglio mettere "e le mise una mano sulla spalla".
2) Schizzò fuori, e non sapeva se ansimava per la corsa o per ciò che sarebbe successo.
Qui l'errore sta nell'imperfetto: serve un congiuntivo. Ecco come dovrebbe essere: "e non sapeva se stesse ansimando/ansimasse per la corsa...".
Spero di poterti essere stata utile e di non esserti sembrata troppo puntigliosa.
Ancora complimenti per questo piccolo gioiello... Non ho potuto fare a meno di inserirlo tra i preferiti! A presto!
(Recensione modificata il 07/08/2015 - 01:51 pm) |