È da parecchio tempo che questa storia torna a richiamare la mia attenzione e tutte le volte ho rimandato apparentemente senza motivo. Credo, invece, che il motivo sia lo stesso che mi tiene in generale lontana dai fandom in cui io stessa scrivo: non vorrei mai che la mia mente registrasse informazioni valide e le rielaborasse, senza che io me ne renda davvero conto, al fine di riutilizzarle nelle mie storie.
Ma, come mi accade per i romanzi, quando insistono con tenacia alla fine cedo e quindi eccomi qui. E con sommo piacere, occorre aggiungere.
Un caso. È in effetti il senso stesso di Sherlock Holmes risolvere casi, eppure molti di noi fanwriter evitiamo di costruirne uno perché, bisogna essere sinceri, non è affatto semplice montare un caso in maniera convincente. E non solo. Convincente e in modo tale che il lettore non ne intuisca l'andazzo dopo qualche riga. È un compito che non tutti possiamo portare a termine con successo - del resto Arthur Conan Doyle non era mica l'ultimo arrivato - quindi apprezzo moltissimo il tuo coraggio. Ho letto soltanto questo primo capitolo, perciò ritengo sia decisamente presto per esprimere un parere in merito, ma ci tengo a dirti che mi hai molto incuriosita e che il caso ha tenuto alto il mio livello di interesse, senza contare che ha innescato quel meccanismo di ragionamenti che porterà inevitabilmente alla formulazione di ipotesi man mano che proseguirò con la lettura.
In tal proposito ti anticipo che con ogni probabilità non potrò leggerti e dirti la mia quotidianamente, ma non intendo lasciare la storia in sospeso, perciò verrò comunque a importunarti.
Il caso mostra già alcuni degli intrecci che Holmes dovrà sbrogliare e presenta quell'alone di mistero tipico delle stranezze che accadono intorno ai clienti che arrivano a contattare il consulente investigativo.
L'aver coinvolto, poi, un romanzo è stata una scelta che mi ha piacevolmente stupita e che approvo.
Come Sherlock, vorrei andare a rileggere la storia dal momento che non la ricordo nel dettaglio, ma temo che mi toccherebbe trascurare a lungo questa trama, perciò farò affidamento ai miei ricordi e agli indizi che disseminerai.
Lo stile mi ha ricordato immediatamente gli episodi scritti da Moffat e Gatiss, ma in molti punti ho avuto la sensazione di essere anche in mezzo agli scritti di Arthur Conan Doyle. Non so davvero come tu abbia fatto a creare una tale armonia, ma è meraviglioso. Già solo con questo capitolo mi hai entusiasmata e conquistata: amo le belle storie, ma soprattutto amo le belle storie scritte bene, e la tua risponde ad entrambe le mie richieste.
Altra cosa che ho apprezzato molto è la visione che hai dato del rapporto tra John e Sherlock. Spesso si tende a dimenticare quanto John sia fondamentale per lui e perché lo sia. Spesso ci si concentra solo sul genio, relegando in un angolo il buon dottore nella convinzione che sia stato un colpo di fortuna a legarlo in qualche modo a Sherlock. La realtà dei fatti è ben lontana da tutto ciò e tu ce lo mostri attraverso il caso che tu stessa hai intavolato. Si da per scontato che Sherlock riceva clienti che gli portano un caso da risolvere, ma oggettivamente parlando chi si confiderebbe con un uomo come lui che non si fa problemi a farti capire che per lui se solo un intreccio di fili da riportare all'ordine? Nessuno suppongo. Ed ecco, infatti, uno dei motivi per cui John è lì al suo fianco. La cosa sorprendente è che lui stesso glielo dice alla fine, sconvolgendolo alquanto. Come il mio nickname suggerisce ampiamente, apprezzo molto il personaggio di John Watson e sono quindi molto felice che tu abbia messo in risalto il suo ruolo nelle indagini di Holmes.
Inoltre John che fa colpo su Mary Jane è proprio da lui.
In quanto a Sherlock hai dato il via libera alla mia soddisfazione in diversi punti del capitolo, che voglio riportarti.
"«Se l’ho fatto, l’ho rimosso» rispose Sherlock". Qui è evidentemente lui. Lui che ha così tante informazioni custodite nel palazzo mentale che è costretto a rimuovere quelle ritenute superflue.
"«Scherzi, John?» gridò, riemergendo dal corridoio «è l’evento più interessante che ci sia capitato da non so quanto! Fai le valige, dottore, andiamo a… in qualsiasi posto abiti… comunque si chiami la cliente.»", e anche qui è decisamente Sherlock. Nel suo esaltarsi per un caso, nella sua scarsa attenzione per dettagli che non riguardano strettamente il caso per cui è stato chiamato in causa.
Credo di essermi dilungata un po' troppo e ti chiedo perdono per questo, ma quando una storia merita non posso proprio fare a meno di dire ciò che penso, a costo di risultare logorroica. E spero di non aver tralasciato nulla, presa dall'entusiasmo.
Il senso ultimo del mio pensiero è che il tuo primo capitolo mi è piaciuto come non mai, probabilmente come nessun'altra storia in questo fandom. I miei più sinceri complimenti quindi.
Spero di riuscire a tornare quanto prima qui a indagare con i cari John e Sherlock.
A presto! |
