Molto bella.E' difficile a volte realizzare che le persone che crediamo di conoscere bene cambino.Fa male, soprattutto perchè è un errore che paradossalmente avviene prima di tutto in noi, che credevamo fermamente in qualcuno.Davvero stupenda l'immagine del parco, innocente eppure così disincantata e malinconica al tempo stesso; una combinazione di realtà parallele, quella del reale e dell'inconscio tessuto dalle nostre emozioni.Continua a scrivere, mi raccomando! E' davvero un piacere leggerti. Un bacione

Questi sono i lavori che preferisco: così taglienti e sintetici, eppure così prefondamente immersi nel sociale, nel ricordo, nella memoria e nella spudoratezza della vita. Il tema che hai trattato l'ho trattato anch'io nel mio primo cortometraggio che ho girato: l'amicizia è un qualcosa di indefinibile, che si sente e basta. Nel mio film c'erano dei personaggi che aspettavano un loro amico, e aspetta aspetta alla fine il loro amico arriva e loro non lo sanno più riconoscere: penso che il significato sia vicino a quello della tua storia, e cioè che l'amicizia muta nel tempo nella sua forma, e a distanza di tanto tempo un caro amico dell'infanzia potresti anche ritrovarlo talmente cambiato che quasi non sembra più quell'amico di un tempo. Eppure sempre di un tuo amico, del tuo amico si tratta. Complimenti! Sei davvero bravissima!!!