Una rivisitazione brillante - e malinconica - del mito di Orfeo e Euridice - uno dei miei preferiti, come probabilmente hai già intuito.
Ho davvero adorato tutto di questa breve storia - breve ma molto "densa": di immagini, di temi, di sottotesti. *awed*
Innanzitutto, lasciami dire che ho adorato tutti i rimandi al mito originario - i misterika e gli argonautika sono un colpo di geniaccio! - perché sono ciò che più mi piace trovare in un'AU moderna, che pure, di per sé, non è la mia esatta cup of tea.
Anche la caratterizzazione dei personaggi è perfetta: l'arrogante Giasone (no love for poor Jason :P) con Medea che lo pompa all'inverosimile, il gruppo indistinto degli Argonauti - infatti, anche nel mito, ci si ricorda solo di Giasone^^ - e soprattutto la melancolia di Orfeo, che trasuda nel pezzo, e mette a nudo la sua anima privata della sua parte più importante. Amo quest'uomo, lo amo proprio, checché ne dica Platone, a cui probabilmente non andava a genio che amasse (anche) le donne. *cattiva io*
Euridice, poi, è tratteggiata così bene - pur non essendo presente - con quei pochi tocchi sulle sue preferenze, sui suoi gusti teneri e bizzarri, che par quasi di conoscerla come un'amica, e viene da piangerne la scomparsa assieme a Orfeo.
Insomma, un esperimento riuscitissimo, che ho trovato davvero godibile e - come tuo consueto - scritto impeccabilmente.
Ti lascio le mie consuete noticine, davvero poche:
Presto, lo schermo dello smartphone, abbandonato sul tavolino basso in finto legno (poco sopra abbiamo il divano in finta pelle, cambierei il termine, perché la ripetizione salta all'occhio: legno sintetico?)
dove la una camera vuota (un la di troppo)
come gli ricordavano i caratteri di un rosso urlante bordato di bianco della copertina del giornale omonimo (omonimo con cosa? Poco più sopra c'è un riferimento agli Stones, quindi forse ti riferisci alla rivista Rolling Stones, ma il rimando è un po' macchinoso)
col la musica più dolce (con la) |