Buon pomeriggio,
sono arrivata alla tua storia, perchè, malgrado non sia scritta correttamente, l’introduzione mi ha ricordato Great Expectations, che è uno dei miei libri preferiti. Purtroppo, però, quello che ho trovato ha confermato in pieno i miei timori iniziali, al punto da costringermi a lasciarti una critica. Con un buon lavoro, infatti, puoi migliorare e arrivare a risultati discreti.
- Forma. Gli errori sono sia nella grammatica, che, soprattutto, nella punteggiatura, spesso usata in modo scorretto. Inoltre, spesso non rispetti adeguatamente gli spazi e l’impressione che se ne ricava è di trascuratezza.
Ti ricordo, infine, che esistono regole precise e rigide per l’utilizzo delle maiuscole e anche per i nomi di persona, diverse da quelle vigenti nella lingua inglese. Essendo uno scritto, poi, i numeri solitamente vengono indicati nella forma estesa in lettere.
- Trama. Quasi inesistente. Non perchè non ci sia, ma perchè si tratta di un rude abozzo ancora allo stadio fetale che avrebbe dovuto essere sviluppato maggiormente prima di essere pubblicato. Tuttavia, ci sono anche alcune inesattezze che la rendono poco realistica: l’età massima per rimanere negli orfanotrofi è la maggiore età, cioè i 18 anni. Anche così, comunque, solitamente gli adolescenti (maggiori di 14 anni, insomma) si trovavano in strutture diverse rispetto ai bambini, in quanto il principio che si segue è quello di riunire i pari età. Inoltre, difficilmente gli ospiti sono soltanto cinque e, anche se fosse, non possono mai essere lasciati soli e senza sorveglianza, pertanto ci sono sempre diverse educatrici che si alternano e che difficilmente si identificano con il tutore legale, che è solitamente il direttore dell’orfanotrofio. In ultimo, anche le uscite dalla struttura non sono libere, così come un ragazzino non può andare e venire da casa sua senza che i genitori ne siano informati e abbiano dato il consenso (posso andare a casa di un amico, o al parco, ma un messaggio a mia madre/padre lo mando sempre, perchè sappiano dove sono), per questioni di responsabilità.
- Personaggi. Non hanno profondità, sono piatti come una tavola e l’unica descrizione che abbiamo è quella fisica che, però, è più sulla falsariga di una radiografia, che di una descrizione vera e propria. Ricordati che devono essere realistici e che, quindi, devi dare al lettore tutti gli strumenti perchè possa immaginarli anche nella sua testa. Anche le relazioni fra di loro devono essere coerenti e non devono dare l’impressione di essere stereotipate come avviene nella tua storia.
Concludendo, devi lavorare maggiormente sulle descrizioni e sull’introspezione attraverso un grande lavoro preliminare pre-scrittura e pre-pubblicazione, affinché si possa parlare davvero di una storia vera e propria. Inoltre, ti consiglio di cercarti una beta che ti aiuti per quanto riguarda la forma e l’inserire le varie vicende nel quadro generale della storia.
Viviana |