Recensioni per
L'essenza del caos, l'assenza di te
di thyandra
Seconda classificata
Il termine “oggettificazione” mi ha dato molto da pensare, lo ammetto, perché è più tipico del parlato (quasi certamente è un adattamento dall’inglese to objectify) e ancora non trova spazio nei dizionari, però, dopo lungo rimuginare, penso che sia adatto a ciò che vuoi esprimere (soprattutto, è molto meglio di “sfruttamento”!). Ci sono alcune ripetizioni e ridondanze, specialmente di forme riflessive o aggettivi possessivi, che potrebbero semplicemente essere eliminati, in alcuni casi, per evitare la sovrabbondanza:
Per quanto riguarda la punteggiatura, mi sono trovata d’accordo con le tue scelte; la reputo ben distribuita e varia. Solo in alcuni casi avrei optato per qualcosa di diverso:
Un appunto sui dialoghi – anche per te. Non esiste una “normativa” universale sull’uso della punteggiatura per i discorsi diretti e ogni autore – ed editore – adotta quella che più gli sembra adeguata; la tua si avvicina molto a quella della Feltrinelli, con le virgolette alte. In due occasioni, seguendo le scelte editoriali di quella casa, avrei pertanto modificato in questo modo l’interpunzione:
Naturalmente tutto ciò non costituisce errore. Siccome è consuetudine delle case editrici ricorrere al corsivo per evidenziare le parole in lingua straniera (ad esempio, raison d’être, meeting point), ti consiglierei di adottare la stessa usanza. Segnalo anche a te che ti è scappata qualche D eufonica non necessaria (“contenitore ad orologeria”, “il suo unico occhio visibile ad inchiodarla”, …); ovviamente farne uso non è un errore, ma, come molti altri giudici, consiglio anch’io di eliminarle. {Stile: 10/10} Avendo già provato il piacere di sprofondare in numerose tue fiction, ormai saprai bene quanto il tuo stile mi rapisca e mi convinca; tuttavia, vuoi perché ho letto più tue Drabble che OS, vuoi perché questa è una storia confezionata con particolare attenzione al dualismo – preparati: ho parlato di questo anche più sotto e risulterò ripetitiva, temo –, mi è sembrato che qui tu sia riuscita a superarti. Le espressioni impiegate non risultano né troppo auliche né meramente quotidiane, si collocano nel linguaggio letterario, ma ciò che le rende tanto efficaci è il modo in cui te ne servi: disseminate per tutta la lunghezza del brano, troviamo infatti immagini vivide – in alcuni casi vere e proprie metafore – che nell’apparente semplicità portano con sé la capacità di scolpire perfettamente i concetti che intendono descrivere. Per fare qualche esempio:
Come gran parte delle tue storie, anche questa richiede particolare attenzione durante la lettura; non è qualcosa che si può gustare “alla leggera”, magari tra una chiacchiera e l’altra, con la radio o la televisione in sottofondo – cose che invece, purtroppo, sono consentite durante la lettura di certa letteratura di consumo degli ultimi tempi. Questa tua creazione esige rispetto, concentrazione, e lo fa a buona ragione, perché dona tantissimo: emozioni, riflessioni, speranza, ancora più amore verso personaggi che già si adoravano. Appagamento. Inutile dilungarsi oltre: il tuo stile è fluido, ricco, ben collaudato; assolutamente convincente. Attinenza alla traccia: 15/15 Hai perfettamente immaginato uno scenario in cui Rin e Obito si ritrovano faccia a faccia dopo anni in cui uno era certo della morte dell’altra e viceversa, facendo sì che il reciproco riconoscimento avvenga attraverso uno sguardo, e tale avvenimento cade proprio mentre entrambi stanno svolgendo due missioni – il tentativo di recupero del Tricoda svolto dall’Uchiha (e Deidara) e un’infiltrazione nel Paese della Nebbia attuata da Rin/Naoko. Anche la citazione di De Luca abbinata alla traccia è stata comunque sfruttata, dal mio punto di vista, perché il ricordo nostalgico dei bambini che furono è aleggiante per tutta la durata della OS. Brava! IC dei personaggi: 10/10 Trovarsi davanti questo Uchiha è stato un colpo al cuore: ne hai perfettamente colto ogni sfumatura, passando dagli atteggiamenti più comici della maschera “Tobi”, il clown dal cuore spezzato che sogna di poter vivere un futuro che è in realtà un passato esclusivamente ameno, mondato da ogni traccia di sangue – a quelli più tragici di Obito, il fantasma che si è liberato della maschera. Più volte, durante la lettura, mi sono chiesta chi davvero sia questo personaggio dal volto coperto, se in lui vi siano più tragica follia, più ideali o amore; è un po’ lo stesso che mi succedeva mentre sfogliavo virtualmente il manga ed è da troppo tempo che questa sensazione d’inadeguatezza nell’inquadrare perfettamente un protagonista, nel tracciare con nettezza il suo profilo caratteriale, non mi faceva visita. Alla fine è inutile porsi domande, perché tutte queste sensazioni contrastanti – risentimento, amore, sogno e cieca rabbia – convivono armonicamente in Obito. Ma se prenderne atto è tutto sommato facile, esprimerlo a parole è un altro paio di maniche, perché non tutti hanno la capacità di mettere nero su bianco i moti d’animo di una persona del genere, riuscendo a “sbalzarla” dalla bidimensionalità dello stampato alla tridimensionalità di un’opera che diventa viva. È un talento tutto tuo, ci sei assolutamente riuscita. Mi hai ricordato una volta di più perché questo sia uno dei personaggi oggettivamente più interessanti e meglio caratterizzati del manga – e, soggettivamente, uno dei miei preferiti. Il seguente passaggio che lo riguarda riassume perfettamente tutto ciò che di lui si potrebbe dire – e per questo non mi ha lasciata indifferente: Solo Obito Uchiha poteva celare nello sguardo una così profonda e assoluta disperazione mentre si atteggiava allo scherzo e impersonava una finta goliardia, a nascondere la propria solitudine con cerotti di coraggio e finta indifferenza. La Rin che trapela dietro le fattezze di Naoko è naturalmente stupita nel trovarsi davanti un Obito vivo e vegeto ma, al di là di questa che potrebbe essere un’ovvietà, è una ragazza che non ha dimenticato il passato – il maestro Minato e il suo team, la propria capacità in campo medico, e, soprattutto, il ragazzo che aveva giurato che sarebbe un giorno diventato Hokage. Forse mi è parsa meno incisiva di Obito, nella storia, ma sicuramente è IC ed è gestita benissimo. Eventuale uso dei prompt: 5/5 I prompt sono entrambi presenti: Obito riflette su un tetto (luogo dal sapore romantico, sotto il chiaro di luna – rossa –, in perfetto stile Pierrot) e Rin è descritta «nell'idealizzazione del ricordo, donna fatale, eterno bocciolo di rosa in fiore, le spine tutte intorno alla propria pelle sanguinante, acuminate». Posso dirmi con sicurezza soddisfatta di queste tue scelte. Gradimento personale: 5/5 Mi è piaciuto molto il dualismo di questa storia: si vede che hai lavorato parecchio per dare una doppia valenza a entrambi i personaggi, mettendo in luce le due maschere che hanno dovuto indossare per continuare a vivere. Da una parte abbiamo Tobi, il clown, il pagliaccio che strappa facilmente una risata, ma che sotto sotto è un continuo macchinare di progetti terrificanti e ammirevoli insieme, e Obito – i cocci di Obito, mi verrebbe da dire –, che corrisponde al Pierrot malinconico e sognatore; dicotomia anche fra le due metafore della comicità: chapeau! Dall’altra abbiamo Rin, la forza portante in missione che, per evitare di rivivere quanto successo al ponte Kannabi, è sotto scorta e abbraccia l’identità della bionda Naoko. Basta uno sguardo per far cadere queste maschere, ed ecco che il sogno di Obito – e anche di Rin – si materializza nell’Occhio Lunare. Ho gradito tanto la tua scelta di lasciarli così, eternamente lieti, nel finale – un po’ come è avvenuto nel manga dopo la morte di Tobi/Obito, non trovi? OS che si aggiudica un punteggio pieno anche in questa categoria: hai sopperito alla mia astinenza da Uchiha!Angst, hai costruito i vari passaggi di un incontro fatale e attendibile, se entrambi fossero stati davvero vivi anche nell’opera originaria, e hai alleviato il mio senso di smarrimento dopo la fine del manga – perché da certe malattie non si guarisce mai, il germe sopravvive sempre. (Grazie). Totale: 55.2/60 (Recensione modificata il 03/11/2015 - 04:30 pm) |
Seconda Classificata |