Recensioni per
L'essenza del caos, l'assenza di te
di thyandra

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
27/10/15, ore 00:52

Seconda classificata 
e vincitrice dei premi "Miglior Obito" e "Miglior Trama"
allo You Stole My Heart – ObiRin Contest
(punteggio: 56.5/60 [parziali: 57.8/60; 55.2/60])


Grammatica e stile: 20.2/25
 {Grammatica: 10.2/15}
 Non ho grandi appunti da farti, soprattutto a livello grammaticale e di punteggiatura.
Ti segnalo solo alcuni errorini:


  • Nessuna lacrima inumidì però le sue iridi eterocrome […] → - 0.2; la forma corretta da dizionario è “eterocromatiche”;
    […] proprio come gli occhi di Rin che piangevano nell’istante della propria morte. → - 0.2; “propria” qui si riferisce al soggetto, “occhi”, ma la morte è naturalmente di Rin. Forse andrebbe meglio “sua”;
    […] ma non quella di parodiare se stesso, abile attore [che] sapeva tirare fuori ilarità da ogni paradosso di quel mondo a rovescio. → - 0.1;
    […] che viveva d’illusioni soltanto, chiamandole nostalgia, senza mai riuscire […]→ - 0.1; le virgolette sono necessarie dopo verbi come chiamarenominaredire, perché indicano la denominazione;
    […] non avrebbe mai conosciuto salvezza se non tramite la propria annientamento. → - 0.1 (“il proprio annientamento”);
    […] neanche per un istante nella riuscita di quel piano fin troppo ottimista […]→ - 0.2 (“ottimistico”);
    […] il momento in cui aveva deciso il proprio suicidio, diffidando dei quel trucco che avrebbe […] → - 0.1 (“di”, errore di distrazione);
    […] e come quelle mani, sempre ferme e sicure, avessero tremato, perforando il proprio polmone sinistro […]→ - 0.2; per lo stesso motivo di cui sopra, “proprio” si riferisce qui alle mani – di Kakashi –, mentre il polmone perforato è quello di Rin, dunque proporrei anche qui “suo”.
    Sta zitto o ti faccio esplodere le budella.” → - 0.2 (“sta’”, con troncamento, o “stai”);
    “Però, senpai, avevi detto che avremmo avuto tempo per la merenda!” [si] lamentò d’improvviso […]→  - 0.1;  qui ci vuole una forma dell’intransitivo pronominale, lamentarsi.
    […] quindi quella che aveva di fronte doveva per forza essere la vera lei, non l’impostore che era morta tra le sue braccia. → - 0.2 (“impostora” è la forma femminile corretta);


 Il termine “oggettificazione” mi ha dato molto da pensare, lo ammetto, perché è più tipico del parlato (quasi certamente è un adattamento dall’inglese to objectify) e ancora non trova spazio nei dizionari, però, dopo lungo rimuginare, penso che sia adatto a ciò che vuoi esprimere (soprattutto, è molto meglio di “sfruttamento”!).
 
Ci sono alcune ripetizioni e ridondanze, specialmente di forme riflessive o aggettivi possessivi, che potrebbero semplicemente essere eliminati, in alcuni casi, per evitare la sovrabbondanza: 

  • […] il suo nome un mero significante, se mancava il significato che gli davano le labbra di lei. […] Mere sillabe, un gioco da bambini […]→ - 0.2;
    […] senza mai riuscire a scappare al biasimo che provava verso se stesso, perché il suo vecchio se stesso aveva sempre portato […]→ - 0.2;
    […] sapeva tirar fuori l’ilarità da ogni paradosso di quel mondo a rovescio. L’illusione di essere Dio in un mondo di bambole e burattini […]→ - 0.2;
    Non importava che il suo se stesso tredicenne fosse stato un terribile bugiardo […] trasformando la sua vita stessa in una bugia. → - 0.2 X 2 = - 0.4;
    Azione e reazione, il suo unico modo di interagire con gli altri. La sua ombra tremava ai suoi piedi e lui neanche […] → - 0.3;
    […] e dell’interesse maggiore già ai tempi in cui aveva ancora una nazione cui giurare fedeltà, nel nome della cui versione di giustizia […] → - 0.2;
    Rammentò l’essere caduta sul proprio stesso sangue, e le proprie palpebre crollare […]→  - 0.2;
    Sospirò, tentando di lasciar andare via […] si concentrò sul proprio respiro, tentando di stabilizzarlo […] → - 0.2;
    […] se il suo cuore ancora batteva e il demone che ancora dimorava tra le sue carni non costituiva […] → - 0.2;
    La morte inaspettata di Minato-sensei durante l’attacco […] il sorriso del suo sensei fosse […] → - 0.2;
    O erano solo le proprie ad annebbiargli la vista? Sapeva che quello che aveva di fronte era solo l’ennesimo inganno […] → - 0.2;
    […] lui che era stato l’antieroe di se stesso, fin quando sarebbe stato capace di salvare se stesso, ritrovando l’altro pezzo della propria identità riflessa negli occhi bruni della sua altra metà. → - 0.2 X 2 = - 0.4.


 Per quanto riguarda la punteggiatura, mi sono trovata d’accordo con le tue scelte; la reputo ben distribuita e varia. Solo in alcuni casi avrei optato per qualcosa di diverso:


  • Oh, come lo divertiva fingere. → - 0.1; trattandosi di un’interiezione, apporrei un punto esclamativo;
    […] il liquido denso [ , ] che avrebbe dovuto inscenare una morte apparente [ , ] scenderle per la gola […]→ - 0.1 (creerei un inciso per rendere più scorrevole la lettura).


 Un appunto sui dialoghi – anche per te. Non esiste una “normativa” universale sull’uso della punteggiatura per i discorsi diretti e ogni autore – ed editore – adotta quella che più gli sembra adeguata; la tua si avvicina molto a quella della Feltrinelli, con le virgolette alte.
In due occasioni, seguendo le scelte editoriali di quella casa, avrei pertanto modificato in questo modo l’interpunzione:

  • “Muoviti” ordinò secco Deidara […]→ punto fermo da eliminare (al più, si potrebbe inserire una virgola, al suo posto) perché la battuta è retta esternamente.
    “Sta’ zitto o ti faccio esplodere le budella.” Minacciò questi, […]→ qui avrei eliminato il punto e reso il dialogo retto da una proposizione, come nel caso precedente.


 Naturalmente tutto ciò non costituisce errore.
 Siccome è consuetudine delle case editrici ricorrere al corsivo per evidenziare le parole in lingua straniera (ad esempio, raison d’êtremeeting point), ti consiglierei di adottare la stessa usanza.
Segnalo anche a te che ti è scappata qualche D eufonica non necessaria (“contenitore ad orologeria”, “il suo unico occhio visibile ad inchiodarla”, …); ovviamente farne uso non è un errore, ma, come molti altri giudici, consiglio anch’io di eliminarle.
 
{Stile: 10/10}
 Avendo già provato il piacere di sprofondare in numerose tue fiction, ormai saprai bene quanto il tuo stile mi rapisca e mi convinca; tuttavia, vuoi perché ho letto più tue Drabble che OS, vuoi perché questa è una storia confezionata con particolare attenzione al dualismo – preparati: ho parlato di questo anche più sotto e risulterò ripetitiva, temo –, mi è sembrato che qui tu sia riuscita a superarti.
Le espressioni impiegate non risultano né troppo auliche né meramente quotidiane, si collocano nel linguaggio letterario, ma ciò che le rende tanto efficaci è il modo in cui te ne servi: disseminate per tutta la lunghezza del brano, troviamo infatti immagini vivide – in alcuni casi vere e proprie metafore – che nell’apparente semplicità portano con sé la capacità di scolpire perfettamente i concetti che intendono descrivere. Per fare qualche esempio:

  • Non si era mai chiesto […] quando, esattamente, avesse cominciato a considerare la menzogna un cerotto per la metà mancante del proprio cuore.
    […] non poteva in cuor suo negare d’aver percepito il proprio organo cardiaco fermarsi per un istante che puzzava già di destino.  → Questa è una definizione del concetto di fatalità presagita che mi ha davvero fatto sospendere la lettura per pensare a quanto sia perfetta.


Come gran parte delle tue storie, anche questa richiede particolare attenzione durante la lettura; non è qualcosa che si può gustare “alla leggera”, magari tra una chiacchiera e l’altra, con la radio o la televisione in sottofondo – cose che invece, purtroppo, sono consentite durante la lettura di certa letteratura di consumo degli ultimi tempi. Questa tua creazione esige rispetto, concentrazione, e lo fa a buona ragione, perché dona tantissimo: emozioni, riflessioni, speranza, ancora più amore verso personaggi che già si adoravano. Appagamento.
Inutile dilungarsi oltre: il tuo stile è fluido, ricco, ben collaudato; assolutamente convincente.
 
Attinenza alla traccia: 15/15 
Hai perfettamente immaginato uno scenario in cui Rin e Obito si ritrovano faccia a faccia dopo anni in cui uno era certo della morte dell’altra e viceversa, facendo sì che il reciproco riconoscimento avvenga attraverso uno sguardo, e tale avvenimento cade proprio mentre entrambi stanno svolgendo due missioni – il tentativo di recupero del Tricoda svolto dall’Uchiha (e Deidara) e un’infiltrazione nel Paese della Nebbia attuata da Rin/Naoko.
Anche la citazione di De Luca abbinata alla traccia è stata comunque sfruttata, dal mio punto di vista, perché il ricordo nostalgico dei bambini che furono è aleggiante per tutta la durata della OS. Brava!
 
IC dei personaggi: 10/10
 Trovarsi davanti questo Uchiha è stato un colpo al cuore: ne hai perfettamente colto ogni sfumatura, passando dagli atteggiamenti più comici della maschera “Tobi”, il clown dal cuore spezzato che sogna di poter vivere un futuro che è in realtà un passato esclusivamente ameno, mondato da ogni traccia di sangue – a quelli più tragici di Obito, il fantasma che si è liberato della maschera.
Più volte, durante la lettura, mi sono chiesta chi davvero sia questo personaggio dal volto coperto, se in lui vi siano più tragica follia, più ideali o amore; è un po’ lo stesso che mi succedeva mentre sfogliavo virtualmente il manga ed è da troppo tempo che questa sensazione d’inadeguatezza nell’inquadrare perfettamente un protagonista, nel tracciare con nettezza il suo profilo caratteriale, non mi faceva visita. Alla fine è inutile porsi domande, perché tutte queste sensazioni contrastanti – risentimento, amore, sogno e cieca rabbia – convivono armonicamente in Obito. Ma se prenderne atto è tutto sommato facile, esprimerlo a parole è un altro paio di maniche, perché non tutti hanno la capacità di mettere nero su bianco i moti d’animo di una persona del genere, riuscendo a “sbalzarla” dalla bidimensionalità dello stampato alla tridimensionalità di un’opera che diventa viva. È un talento tutto tuo, ci sei assolutamente riuscita. Mi hai ricordato una volta di più perché questo sia uno dei personaggi oggettivamente più interessanti e meglio caratterizzati del manga – e, soggettivamente, uno dei miei preferiti. 
Il seguente passaggio che lo riguarda riassume perfettamente tutto ciò che di lui si potrebbe dire – e per questo non mi ha lasciata indifferente:
 
Solo Obito Uchiha poteva celare nello sguardo una così profonda e assoluta disperazione mentre si atteggiava allo scherzo e impersonava una finta goliardia, a nascondere la propria solitudine con cerotti di coraggio e finta indifferenza.
 
 La Rin che trapela dietro le fattezze di Naoko è naturalmente stupita nel trovarsi davanti un Obito vivo e vegeto ma, al di là di questa che potrebbe essere un’ovvietà, è una ragazza che non ha dimenticato il passato – il maestro Minato e il suo team, la propria capacità in campo medico, e, soprattutto, il ragazzo che aveva giurato che sarebbe un giorno diventato Hokage.
Forse mi è parsa meno incisiva di Obito, nella storia, ma sicuramente è IC ed è gestita benissimo.
 
Eventuale uso dei prompt: 5/5
 I prompt sono entrambi presenti: Obito riflette su un tetto (luogo dal sapore romantico, sotto il chiaro di luna – rossa –, in perfetto stile Pierrot) e Rin è descritta «nell'idealizzazione del ricordo, donna fatale, eterno bocciolo di rosa in fiore, le spine tutte intorno alla propria pelle sanguinante, acuminate».
Posso dirmi con sicurezza soddisfatta di queste tue scelte.
 
Gradimento personale: 5/5
Mi è piaciuto molto il dualismo di questa storia: si vede che hai lavorato parecchio per dare una doppia valenza a entrambi i personaggi, mettendo in luce le due maschere che hanno dovuto indossare per continuare a vivere. Da una parte abbiamo Tobi, il clown, il pagliaccio che strappa facilmente una risata, ma che sotto sotto è un continuo macchinare di progetti terrificanti e ammirevoli insieme, e Obito – i cocci di Obito, mi verrebbe da dire –, che corrisponde al Pierrot malinconico e sognatore; dicotomia anche fra le due metafore della comicità: chapeau!
Dall’altra abbiamo Rin, la forza portante in missione che, per evitare di rivivere quanto successo al ponte Kannabi, è sotto scorta e abbraccia l’identità della bionda Naoko.
Basta uno sguardo per far cadere queste maschere, ed ecco che il sogno di Obito – e anche di Rin – si materializza nell’Occhio Lunare.
Ho gradito tanto la tua scelta di lasciarli così, eternamente lieti, nel finale – un po’ come è avvenuto nel manga dopo la morte di Tobi/Obito, non trovi?
OS che si aggiudica un punteggio pieno anche in questa categoria: hai sopperito alla mia astinenza da Uchiha!Angst, hai costruito i vari passaggi di un incontro fatale e attendibile, se entrambi fossero stati davvero vivi anche nell’opera originaria, e hai alleviato il mio senso di smarrimento dopo la fine del manga – perché da certe malattie non si guarisce mai, il germe sopravvive sempre. (Grazie).
 
Totale
​55.2/60
(Recensione modificata il 03/11/2015 - 04:30 pm)

Recensore Veterano
26/10/15, ore 20:38

Seconda Classificata
E vincitrice dei premi Miglior Obito e Miglior Trama
Al You Stole My Heart - ObiRin Contest

(punteggio: 56.5/60 [parziali: 57,8/60 ; 55.2/60])


Grammatica e stile:

[...]il suo nome non era che un mero significante, se mancava il significato che gli davano le labbra di lei.[...] diciamo che, inizialmente, non avevo capito il senso della frase: forse, se avessi riletto la storia anche solo una volta, avresti capito cosa mancava. [-0,2]

[...] Per poi guardarsi morire in quelle tanto amate iridi eterocromatiche[...] purtroppo, la parola "eterocrome" non esiste[-0,1]

[...]La bugia nutriva il rosso sangue del suo occhio, l'inganno e l'oscurità dei tomoe che s'inseguivano in tondo[...] stesso problema di prima: ti sei mangiata una sola congiunzione che ha fatto svanire quella magia che c'era mentre mi facevo trasportare dalla lettura. [-0,1]

[…] abile attore che sapeva tirar fuori ilarità da ogni paradosso di quel mondo a rovescio.[...] [-0,1]

[...] Rammentò l'essere caduta sul suo stesso sangue, e le proprie palpebre crollare insieme alla sicurezza di aver fatto la scelta giusta. [...] questa è più per una scelta stilistica, nel senso che sentire "proprio sangue" su una frase del genere e poi subito dopo "proprie palpebre" rende la frase un po' pesantuccia [-0,1]

[...]"Sta' zitto o ti faccio esplodere le budella."[...] qui intendevi "stai zitto", quindi ci va dopo l'apostrofo [-0,1]

Per quanto riguarda lo stile, io l'ho adorato: hai un lessico che va sull'alto e sull'abbastanza sofisticato, ma non cadi mai sul ridicolo e questa è davvero una cosa molto positiva! Ammetto che, se non fosse stato per gli errori, il testo sarebbe filato liscio come l'olio, ma sei stata comunque bravissima!

24,3/25



Attinenza alla traccia:

Credimi, l'unica cosa su cui avrei avuto da ridire sarebbe stato il finale, perché ti giuro che questa storia avrebbe meritato veramente un finale vero, senza rimenere sul "quasi finito".

Se non fosse stato per questo, fidati, non ti avrei tolto questo mezzo punto, perché hai seguito la traccia alla perfezione

14,5/15


IC dei personaggi:

Obito e Rin sono semplicemente perfetti: hai praticamente spogliato gli animi di entrambi i personaggi davanti agli occhi del lettore, mostrando il loro animo senza maschere o senza necessariamente che venissero nominati: tanto per dirti una cosa, hai fatto capire quasi subito che Naoko era Rin, non ci è voluto chissà cosa, e tutti i loro pensieri ed emozioni erano tanto palpabili da far male.

10/10


Eventuale uso dei prompt:

Ammetto che il primo prompt lo avevo visualizzato subito, e ti assicuro che era stato messo in una maniera tanto naturale da sembrare parte integrante della storia, cosa che non posso dire per il secondo, che nonostante fosse comunque abbastanza naturale, aveva un piccolo margine di forzatura.

4/5


Gradimento personale:

Nonostante abbia dato un 5/5 a quasi tutte, credo di aver amato la tua storia di più di tutte: peccato per il finale, che comunque era molto bello (come ti ho già detto, mi è sembrato che mancasse qualcosa), ma comunque credo che questa sua una delle migliori storie che abbia letto su questa coppia, a partire del fatto che hai usato il solo pretesto della cattura di un Jinchuuriki per far incontrare Obito (nelle vesti di Tobi) e Rin (nelle vesti di Naoko). Penso sia stato semplicemente fantastico, perché hai davvero avuto molta fantasia nel sviluppare questa traccia a modo tuo.

5/5