Recensioni per
Come in un bosco nero
di Urdi

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
26/10/15, ore 19:23

Prima classificata 
E vincitrice del Premio Originalità
Al You Stole My Heart – ObiRin Contest
(punteggio: 57.95/60 [ parziali: 58.7/60; 57.2/60])


Grammatica e stile:

[...]il viso imbronciato, dai tratti più femminili rispetto a quando erano due dodicenni, gli piaceva moltissimo; sarebbe diventata una donna molto bella e forte, ne era sicuro.[…] diciamo che è solo un errorino di punteggiatura, nulla di così grave! [-0,1]

[...]Certo, quando non la faccio andare a fuoco… […] ecco il primo errorino degno di nota, anche se è evidente che è di battitura [-0,1]

[...]ma i dolore provato e l’angoscia di vedersi in quello stato erano difficili da cancellare […] Non ci va la virgola dopo “stato”, altrimenti sembra che tu voglia evidenziare qualcosa che non ha bisogno di esserlo [-0,1]

Sinceramente, non so che dire: questa storia è semplice e perfetta. Ho riletto almeno altre due volte, ma ho trovato pochissimi errori e la lettura è risultata molto piacevole, complice forse il lessico di livello medio e di facile comprensione per tutti. Davvero un ottimo lavoro!

24,7/25



Attinenza alla traccia:


Non ho nulla da dire, su questo punto: la traccia era molto impegnativa, e non immaginavo che saresti stata così brava, visto che si trattava di rendere i personaggi gender bender.

15/15


IC dei personaggi:

Sei stata -quasi- impeccabile anche su questo punto: nonostante ci fosse un lieve OOC, c'è da dire che i personaggi sono riconoscibilissimi, ed era ovvio che il cambiamento di sesso li avrebbe cambiati un pochino, nonostante i tratti caratteristici rimangano invariati.

9/10


Eventuale uso dei prompt:

Anche qui, nulla da dire: hai amalgamato i prompt molto bene con la storia trattata, tanto da renderli parte integrante della storia, proprio come le altre partecipanti.

5/5


Gradimento personale:

Mi è piaciuta tutta: è magnifica, nella semplicità in cui viene raccontata.

Ho adorato ogni singola parte della scena, dall'inizio dove vediamo Obiko frustrata per non essere all'altezza dei propri coetanei, per poi passare a quella dichiarazione che d'amore inaspettata e al bacio, fino ad arrivare nel finale, quando Rin accompagna la sua amata a casa prendendola in braccio.

E la trama, beh, è stata praticamente la più originale che abbia mai visto tra le altre storie partecipanti al contest, e visto che non era facile non posso far altro che dirti “brava”!

5/5
(Recensione modificata il 26/10/2015 - 07:32 pm)

Recensore Master
25/10/15, ore 23:56

Prima classificata 
e vincitrice del "Premio Oringinalità"
allo You Stole My Heart – ObiRin Contest
(punteggio: 57.95/60 [parziali: 58.7/60; 57.2/60])

Grammatica e stile: 22.2/25
{Grammatica: 12.2/15}
Ho riscontrato alcuni errori di battitura:


  • “[…] Certo, quanto non la faccio andare a fuoco…” → - 0.1; “quando”;
    Si era ripresa quasi del tutto, ma i[l] dolore provato […]→ - 0.1;
    “[…] potrebbe essere pure letame, la cose non cambierebbero.” → - 0.1; “le”;
    […] rotto solo dal sussurro del vento tra [l]e fronde. → - 0.1.


 In alcuni casi avrei optato per delle soluzioni leggermente differenti dalle tue:


  • Rin, per nulla sicuro di aver lasciato andare certe parole […]→ - 0.2; l’espressione non mi ha convinta pienamente, ci avrei visto meglio un “essersi lasciato sfuggire”;
    Cosa avrebbero pensato a vederli insieme? → - 0.2; “a vederli” è un’espressione più del parlato che dello scritto; meglio “nel vederli”.


 
Gli unici veri appunti che posso farti riguardano la punteggiatura:

  • Dio, che pena!- 0.1;
    Che schifo!- 0.1;
    […] il viso imbronciato, dai tatti più femminili rispetto a quando erano due dodicenni, gli piaceva moltissimo [ ; ] sarebbe diventata una donna molto bella e forte, ne era sicuro. → - 0.1; qui avrei messo un punto e virgola perché il soggetto cambia, non si parla più del volto ma di Obiko stessa.
    Chissà poi perché Kakami si nascondesse dietro a quel pezzo di stoffa [ ! ] - 0.1. Quello del punto interrogativo dopo “chissà” è un dilemma che ha a lungo tenuto occupati storici della lingua, filologi e linguisti italiani. “Chissà” deriva ovviamente da “Chi sa”, con raddoppiamento fonosintattico, che è il preludio di una domanda, ma è oggi un avverbio, quindi non necessità più del punto interrogativo per esprimere il suo valore dubitativo. Lo si può far seguire da un punto esclamativo (la soluzione che più si è affermata e che consiglia anche Serianni) oppure dai tre puntini di sospensione (meno usata).
    […] ma sai bene che appena mi sarà passata, ricomincerò da capo, fino a quando […]→ - 0.1; questa virgola è superflua, potrebbe essere eliminata, oppure, se preferisci mantenerla, potresti introdurne una davanti ad “appena” per creare un inciso;
    […] si scambiarono un’occhiata perplessa [ : ] Rin, per nulla sicuro di aver […]→ - 0.1; qui ci avrei visto meglio i due punti esplicativi, di modo che venisse spiegata la leggera differenza che la medesima espressione assume sui volti dei due;
    “[…] mi dispiace di averlo detto così.. [ . ]” → - 0.1; manca un puntino di sospensione ai tre canonici;
    […] ma il dolore provato e l’angoscia di vedersi in quello stato, erano difficili da cancellare, […]→ - 0.2; virgola tra soggetti e predicato.
    Perché per me, tu sei bellissima e perfetta. → - 0.1; la virgola potrebbe essere eliminata, oppure, per mantenerla, ne andrebbe aggiunta una prima di “per”;
    Il rombo dei tuoni in lontananza, annunciava il ritorno […]→ - 0.2; anche qui c’è una virgola tra soggetto e predicato;
    Le mani di Rin si mossero, senza che potesse controllarle [ , ] e sfiorarono […]→ - 0.1; in alternativa all’aggiunta di questa virgola, si potrebbe eliminare quella già presente nel testo, perché la lettura sarebbe comunque scorrevole;
    Il bacio che seguì quel breve scambio di battute, fu lungo e appassionato. → - 0.2; ancora una virgola di troppo tra soggetto e predicato;
    “[…] Però, almeno, andrà via [ , ] ʼsto fango schifoso!” → - 0.2; qui, invece, la virgola è d’obbligo per l’inversione di soggetto e predicato;
    Kakami Hatake, chiuse il proprio ombrello […]→ - 0.2; virgola tra soggetto e predicato;
    La pioggia stava lasciando il posto a un timido sole [ , ] al tramonto → - 0.1.


 Sai che non ti è sfuggita neppure una ripetizione? Brava!
Infine ti segnalo due cosucce per le quali non ritengo ovviamente opportuno decurtare dei punti.
Nella battuta finale di Rin, “Sempre”, dovresti correggere il verso delle due virgolette alte.
I versi di Verlaine, poiché già in corsivo, non necessitano delle virgolette; inoltre, quando si segnala l’omissione di una parte di brano – o una citazione interrotta –, i tre puntini di sospensione devono essere contenuti da parentesi quadre.
 
Per quanto riguarda i dialoghi, non esistono norme precise sulla punteggiatura, anzi, vi sono anche qui diversi dibattiti al riguardo, quindi mi limito giusto a dare un suggerimento – liberissima di ignorarlo, naturalmente! –, tenendo conto che tu, ad esempio, adotti un sistema molto vicino a quello della Feltrinelli.
Quando dopo la chiusura delle virgolette abbiamo una frase che regge la battuta, il punto fermo dovrebbe essere eliminato (al più si potrebbe sostituire con una virgola) e la prima lettera della parola che segue le virgolette va in minuscolo.
Quindi, per esempio, avremo:

  • “Sì, sono in ottima forma” bofonchiò, […];
    “Bocciata anche questa volta” mormorò la giovane, […];
    “Non è detto. Bisogna aspettare i risultati” commentò Rin, […].


Un altro appunto riguarda i termini in lingua straniera: di norma andrebbero segnalati in corsivo (ad esempio, shōji); quelli che invece appartengono all’universo di Naruto, poiché inseriti in una fiction relativa al manga, non necessitano di alcuna distinzione di carattere.
 
{Stile: 10/10}
Hai uno stile fresco, leggero, che sospinge a leggere volentieri e non annoia il lettore.
Apparentemente sembra facile poter stendere una storia del genere, ma non è così; diciamo che la si ha o non si ha, questa capacità di intrattenimento. Tu sicuramente puoi fregiartene. Invidio – e ammiro – tanto chi, come te, riesce a coniugare bene il tono divertente, accattivante, della narrazione a una trattazione tanto completa dei personaggi – ma di questo parlerò più avanti.
Non hai fatto ricorso a termini ricercati, espressioni particolari o patetismi, e allo stesso tempo non sei caduta in ripetizioni o banalità, né ti sei lasciata andare a un registro basso; inoltre, non v’è nessuna traccia di quelle caratteristiche del cosiddetto stile colloquiale – piattezza di personaggi, trama inconcludente, battute scontate – che tanto fanno rabbrividire. Anche questo perfetto bilanciamento tra semplicità e sentimento è indice di uno stile collaudato, che maneggi con legittima sicurezza.
 
Attinenza alla traccia: 15/15
Sicuramente non sei andata fuori tema – era difficile farlo, dopotutto, perché non avevi una vera e propria trama prestabilita. Tuttavia non credo nemmeno ti sia capitata la traccia più facile, in quanto un Gender Bender richiede sempre grande attenzione sia per il lavoro di caratterizzazione sia, come in questo caso, per la scelta di mantenere certi episodi salienti della trama originaria (tu, ad esempio, hai deciso di conservare l’incidente al ponte Kannabi).
Niente da ridire: la traccia è rispettata.
 
IC dei personaggi: 10/10
La tua era una situazione delicata: avere carta bianca e, allo stesso tempo, correre il rischio di cadere nel banale o, forse quasi peggio, nell’OOC. Ciò non è successo, un po’ perché credo di non aver mai letto prima un Gender Swap di Obito, ma soprattutto perché ti sei impegnata a rendere credibili questi personaggi, rispettandone i tratti caratteriali che Kishimoto ha loro donato e, allo stesso tempo, modellandoli nella loro versione “benderata” più congeniale.
Trovo che Obiko sia pasticciona, imbranata, istintiva, affettuosa e adorabile quanto l’Obito di partenza. Sembra non combinarne una giusta, per quanto riguarda gli esami, ma agli occhi di Rin è l’incarnazione della perfezione, perché è caparbia, dal cuore d’oro, ed è incapace di provare odio – nemmeno verso Kakami (pure lei, nella sua breve comparsa – anche attraverso i pensieri della protagonista – mi è piaciuta molto! Indisponente come il suo equivalente maschile, non c’è che dire!).
Quando dice “Non hai gli occhi? E’ una super figa cosmica, oltre a essere un ninja di straordinario talento. Ah, potessi avere la metà del suo fascino…!”  ho avuto la certezza che hai creato una perfetta sintesi di Obito – il ragazzino frustrato che cerca di mettersi in luce agli occhi della Nohara e che finisce per abbattersi – e di una qualsiasi adolescente. Ecco Obiko, dunque!
 
Rin è un ragazzo premuroso, ma allo stesso tempo sicuro di sé, che finalmente, dopo averli maturati, ha trovato il coraggio di confessare i propri sentimenti. Lo fa nella maniera che mi sarei aspettata anche dalla Nohara: senza accorgersene. Si lascia proprio scappare di bocca la frase che gli cambierà la vita. Ed è adorabile quando, messo alle strette, se ne esce con un:
“Te ne ho già detto uno, ma ce ne sono molti altri… quanto tempo hai?”.
Anch’io ho sempre trovato la Rin del manga più forte di quanto l’autore sia riuscito a mostrarci: era una validissima kunoichi, probabilmente fra le migliori di quella generazione, ed era allenata da un uomo che era già leggenda. Mi dispiace che di lei sia rimasto solo un ricordo vago, ai più.
Pienamente soddisfatta dalla tua gestione dei personaggi. Ottimo lavoro!
 
Eventuale uso dei prompt: 5/5
La pioggia sicuramente non manca e fa da cornice all’intero episodio, e anche i capelli – lordi di fango – di Obiko hanno un ruolo abbastanza di spicco nella fiction, tant’è che Rin le dice che la trova bellissima anche con una chioma che normalmente quasi inficerebbe la vita sociale di una persona.
Anche la poesia di Verlaine trova spazio nella OS, in quanto Rin possiede abbastanza coraggio e amore verso Obiko da sfidare le malelingue, le occhiatacce dei parenti della ragazza, le probabili derisioni che seguiranno la scoperta della loro relazione, da mettere piede nel quartiere Uchiha portando in braccio la fanciulla. “Sorrideremo a tutti senza paura”: se questi non sono loro!
 
Gradimento personale: 5/5
Inutile dire che la fiction mi è piaciuta molto! Oltre ad aver padroneggiato una traccia più impegnativa di quanto non sembri e dei personaggi inediti – e allo stesso tempo conosciuti – con molta più sicurezza di quella che avrei posseduto io, hai creato una storia appassionante, che si legge che è un piacere e che mi auguro verrà apprezzata degnamente anche da altri utenti. Una ObiRin originale, semplice e diretta, che arriva con facilità al cuore, senza sviolinate e con la stessa purezza che contraddistingue i protagonisti.
Spero che vorrai ancora scrivere di loro: mi faresti davvero felice.
 
Totale: 57.2/60
(Recensione modificata il 25/10/2015 - 11:59 pm)

Recensore Veterano
29/09/15, ore 16:59

Wah, ero qui per tutt'altro, ma mi son fatta incuriosire e l'ho letta. Che dire: la mia ignoranza su Naruto è tale che, finchè non sono arrivata in fondo, manco avevo capito che erano personaggi a me noti (almeno parzialmente) ma così traformati! XD
Anche se quando hai nominato lo Sharingan, un minimo di sospetto mi era venuto... :D
Ho apprezzato che tu abbia adattato le desinenze dei nomi seguendo il giaqpponese, e mi piace questa atmosfera dolce ma non fluffosa. Loro sono davvero carini, ma senza eccesso di miele! ^_^ E l'amore che descrivi è proprio "vero", semplice nella sua quotidianità, per una volta diverso da certi eccessi a cui le ff ci hanno abituati...
Mi rimane però la curiosità di sapere se l'esame l'ha poi passato, Obiko! XD
Ti faccio solo un appunto: nell'ultima frase c'è la virgola tra soggetto e verbo, non ci andrebbe proprio... ^_^