Prima classificata al contest "Make it simple, make it memorable, make it inviting to look at, make it fun to read" indetto da Stratovella sul forum di EFP e vincitrice dei premi "Simple" e "Fun to read"
Grammatica e sintassi: 5/5
Non ho riscontrato nessun errore. Una nota a parte te la faccio per l'uso strategico dei tempi verbali: non è facile ottenere un effetto simile senza fare a pugni con la consecutio temporum, brava!
IC Personaggi: 5/5
Hai scelto dei personaggi non facili, soprattutto considerando quanto poco si sa di loro rispetto alle protagoniste. Takehiko è molto autentico nel modo che ha di parlare: il fatto che tutto il racconto sia impostato in modo simile a una lettera rimanda al suo scriversi con Nanako e rende l'immagine che hai dipinto di lui più familiare, vicina a quella dell'anime. Mi piace che tu abbia ripercorso la sua infanzia, approfondendola con scene che vedrei benissimo come parte dell'opera originale. Alcune immagini in particolare suscitano appieno l'angoscia e la tristezza che deve aver provato in specifici momenti della sua vita, come dopo l'abbandono del padre: Takehiko sente il bisogno di averlo accanto a sé e si illude della sua presenza attraverso piccoli gesti che ne delineano la sensibilità già accennata nell'anime; quel solco sulla poltrona può sembrare nient'altro che un solco, ma per lui è molto di più: è quanto gli rimanga di suo padre, di quella figura che lo ha abbandonato troppo presto, scatenando il forte senso di colpa che dichiara alla fine del racconto.
Anche se la trama in sé è concentrata principalmente sulla figura di Takehiko, Takashi ricopre un ruolo fondamentale nella storia. Sebbene la sua famiglia sia completamente diversa da quella dell'amico, anche lui è vittima di una sorte molto simile e ne condivide i dolori. Della caratterizzazione che ne hai fatto ho riconosciuto il fare sicuro e i toni scherzosi, che traspaiono attraverso piccoli elementi come il gesto di far saltare la mela per poi riacchiapparla e il discorso finale sulla madre, sfociato in una risata. Per non parlare dell'affetto nei confronti di Fukiko e Rei, accennato per un attimo dall'amico eppure così vero nel suo breve passaggio.
Ho molto apprezzato anche la descrizione dei genitori di Takehiko. La figura del padre, in particolare, per quanta sofferenza può aver causato, non riesce a farsi odiare. Non provo alcun tipo di rancore nei suoi confronti, perché il suo abbandono non viene mai, apertamente condannato. Viene condannata la società, il fatto che in quel periodo storico una donna abbandonata dal marito dovesse vergognarsi di se stessa. È questo il vero motivo per cui la madre di Henmi è morta: è stata la società ad ucciderla, non suo marito. Takehiko stesso, rivangando l'immagine di suo padre, pensa di capire come quet'ultimo potesse sentirsi solo, costretto a scegliere fra lui e la sua nuova famiglia, lasciando intuire che forse, in fondo al suo cuore, sia consapevole di quanto la sua scelta non debba essere stata facile. Un altro elemento che ce lo lascia capire è l'orgoglio di cui parla a un certo punto, quando, in riva al mare con Takashi, pensa alle “madri falciate troppo presto dalla morte e i padri allontanati dal nostro orgoglio, dai loro errori.” mettendo prima il proprio orgoglio degli errori del padre, come se si rendesse conto che una piccola parte di quella mancanza non dipenda solo dalle scelte del genitore.
Simple (uso del lessico): 10/10 + Premio Simple
Visto che il contest si ispira alle parole di un pubblicitario, non ti dispiacerà se apro una parentesi su questo argomento.
Il problema della pubblicità è che più il tempo va avanti, più è difficile trovare idee che siano in grado di sorprendere un certo tipo di pubblico. Le idee a un certo punto finiscono ed è difficile pensarne di nuove. Quindi, come usare il nostro bagaglio di esperienze per formulare qualcosa che vada comunque a colpire la mente di chi ci osserva?
La risposta è abbastanza banale: bisogna saper lavorare sul linguaggio, sia scritto che visivo.
Una campagna pubblicitaria è efficace quando chi vi assiste si pone questa domanda: “Questa cosa è così vera, come ho fatto a non pensarci prima?”. E infatti, il concetto che si cela dietro una buona comunicazione non è altro che una verità inconfutabile a cui non si è mai pensato prima, almeno non nei termini presenti nella creatività.
Tu con parole semplici, di cui singolarmente chiunque ha già esperienza, hai saputo creare delle immagini in grado di produrre questo effetto a ogni riga. Più volte, durante la lettura, ho dovuto fermarmi un attimo per realizzare quanto alcune frasi fossero così perfettamente combinate da entrarmi dentro e modificare il mio stato d'animo. Mi sono sentita estremamente coinvolta mentre leggevo il tuo racconto, capivo i pensieri di Takehiko come fossero miei. Il modo in cui reagisce dopo l'abbandono del padre cercando il suo calore nei libri e nel solco di quella poltrona è un'immagine così realistica e umana che chiunque, al suo posto, saprebbe riconoscervisi.
“C'è un momento in cui il tempo va in frantumi: cade a terra, spezza la cornice di legno del portafoto, infrange il vetro e lascia scivolare l'istantanea di famiglia. E le facce, imprigionate nella fotografia, non assomigliano più a chi le indossa tutti i giorni: le effusioni e gli abbracci immortalati non sembrano altro che un artificio, una cerimonia da inscenare per parenti e amici superficiali.” È un'immagine banale quella della cornice della foto di famiglia che cade e si rompre, l'abbiamo vista decine di volte in libri, film, cartoni e chi più ne ha più ne metta... ma ti rendi conto di come l'hai descritta? Tutta la seconda parte di questo periodo è la vera creatività della tua idea: non è la foto che cade, bensì l'ipocrisia che si cela dietro di essa quando all'improvviso ti accorgi che non potrai più fingere di fronte agli altri. La copertura è saltata, e tu ce lo dici usando un'immagine riconoscibilissima, qualcosa di cui tutti abbiamo esperienza, ma non nel modo in cui tu hai deciso di mostrarcelo.
“Aveva scelto il silenzio per andarsene: il clamore veniva dalle urla della mamma, dalle cravatte tagliate e dagli abiti che lacerava” le tue non sono banali descrizioni di quello che accade, ma comportamenti umani chiari e precisi che fanno da narratore.
Lo stesso discorso vale per i personaggi: Takashi lancia la mela in aria: ne deduco che debba essere un ragazzo sicuro di sé; gli sconosciuti che si susseguono in casa di Takehiko durante la funzione della madre non le rivolgevano la parola perché consideravano la sua situazione vergognosa: ne deduco che siano degli ipocriti; il padre di Takehiko è descritto come “un pensatore affascinato dalla cultura occidentale, che leggeva Tom Sawyer e amava fumare la pipa”... e non serve aggiungere nient'altro, davvero!
Questo discorso vale anche per alcune situazioni tipiche, come la crescita: l'ingresso nel mondo degli adulti e la paura che questa nuova fase della vita incute è descritta come “la solitudine di essere ormai adulti su vie in procinto di biforcarsi”. Sei andata proprio alla radice della questione, estrapolando quel sentimento umano che è alla base di tutte le nostre insicurezze.
Mi fermo qui. Se sei rimasta delusa dal fatto che non abbia citato la tua parte preferita ti tranquillizzo subito: sicuramente ho notato anche quella, ma qui lo spazio è stretto e devo dedicarmi anche agli altri punti.
Vince il premio Simple
Memorable (originalità): 10/10
Se non mi sarei mai aspettata un racconto su Caro Fratello, ancor meno avrei pensato di leggere qualcosa su questi due personaggi, sulla loro amicizia ma soprattutto sul dolore che si trovano a condividere. Non credo serva aggiungere altro: l'idea è originale sia nel modo in cui è trattata che nell'approccio che hai deciso di darle. Me ne ricorderò sicuramente, anche perché è stata in grado di lasciarmi delle emozioni molto forti.
Inviting to look at (titolo): 10/10
“Ricordai la piccolezza dell'urna, così lontana dalla figura di mia madre e come le dita faticarono a riversare il contenuto fra gli spruzzi vivaci dell'acqua.” perché in fondo, di creature così complicate come gli esseri umani non rimane che un pugno di cenere e sabbia. Per quanto Takashi la stringa forte nella sua mano, la sabbia è destinata a volare via col vento, così come le vite che hanno fatto parte della nostra esistenza e che torneranno solo nei ricordi.
Trovo che sia un titolo perfetto il tuo. Quadra alla perfezione con il racconto e sottolinea la cruda ironia di come esseri in grado di provare emozioni così complicate possano ridursi a qualcosa di così insignificante come la polvere.
Fun to read (gradimento personale): 10/10 + Premio Fun to read
“Penso che oggi avrebbe tante rughe qui”
Se dovessi scegliere un aggettivo per descrivere il tuo racconto direi vero. Ogni scena e ogni comportamento presente nella tua storia è così realistico che ti mette i brividi. La frase che ho citato sopra è solo uno dei tanti esempi, forse quello che mi è rimasto più impresso nel corso della lettura. Non mi trovo nella stessa situazione dei protagonisti, eppure capisco benissimo quella frase; sono pensieri così naturali e umani.
Quando ho inserito questo fandom nella lista degli accettati non credevo che qualcuno lo avrebbe scelto veramente. Primo, perché non si tratta di un'opera molto conosciuta (almeno non quanto la più celebre “Lady Oscar”, che si può definire il successo maggiore dell'Ikeda), secondo perché Caro Fratello è, in tutti i sensi, un'opera difficile. Le protagoniste vivono situazioni drammatiche portate all'estremo, tanto che molte scene sembrano persino comiche nella loro esagerata esasperazione. È qualcosa che riesci a prendere sul serio solo se riesci a distinguere ciò che vedi da quello che l'autrice vuole comunicare.
Penso che tu abbia capito l'essenza che si nasconde dietro quest'opera, tanto da ruscirne ad analizzare due personaggi complessi come Tekehiko e Takashi.
Ma veniamo al tema trattato: credo sia una pura, ironica coincidenza, ma devi sapere che nell'infinito mondo dell'angst - genere che prediligo - il tema che amo di più è il rapporto, conflittuale o meno, fra padre e figlio maschio. Ho sempre avuto un debole per questo binomio, ne ho scritte e lette di cotte e di crude e ogni volta mi emoziono come fosse la prima. Per cui, oltre agli innumerevoli apprezzamenti sullo stile e sul modo in cui hai trattato i personaggi con i loro complicati sentimenti, una considerazione speciale va all'argomento in sé, alla particolarità con cui hai deciso di affrontarlo e al modo in cui mi sono sentita arrivata in fondo al testo.
Vince il premio Fun to Read
Giudizio globale: 50/50 + Premio Simple + Premio Fun to read |