Ciao mia cara Targaryen, ecco un capitolo davvero molto interessante!
Ci sono molti aspetti dell'opera di Tolkien che, purtroppo, sono stati solo abbozzati dall'autore oppure lasciati in sospeso per magari tornarci con più calma, ma sappiamo che il suo tempo non è stato sufficiente. Credo che ogni lettore abbia immaginato a suo modo quegli spaccati di vita mancanti, ma devo dire che la tua visione, a mio avviso, è quanto di più plausibile si possa ipotizzare e scrivere in merito alle vicende vissute in quei lunghi anni nel Reame Boscoso. Convincente l'incontro tra i signori elfici e le loro reazioni ai sospetti di re Thranduil, tutti perfettamente in linea con la caratterizzazione dei personaggi che ben conosciamo. Splendida e calzante l'immagine con cui descrivi Galadriel: "Rimane immobile, mentre il soffio del bosco le accarezza gli abiti e i capelli, sollevandoli come le volute di fumo che danzano sulla lama rovente della spada appena forgiata.". Raffinata e profonda l'analisi che hai fatto dei sentimenti che attraversano il cuore di Elrond in tutta la vicenda: l'amicizia e la solidarietà nei confronti di Thranduil che si contrappone alla cauta saggezza e alla riflessione ponderata sul giusto modo di agire. Notevole la scena in cui descrivi i dubbi di Galadriel sull'operato di Thranduil nel caso avesse avuto per sé Vilya e la splendida domanda che Elrond le dà al posto di una risposta. Elrond sembra, per te, un libro aperto. ^^
Accurate le scene in cui Thranduil valuta il nuovo sito per la dimora futura del suo popolo e dolcissimi i momenti che condivide con Amariel: la scoperta della nuova vita che inizia a crescere.
Condivido le emozioni di Amariel nell’ammirare la nuova casa con i particolari che la rendono unica, ma ancor di più quella sottile nostalgia, che già sente nel lasciare i luoghi e le stanze che hanno visto e vissuto anni importanti della sua vita: il primo sguardo del suo re, lo sbocciare del loro amore, i lunghi momenti in cui i sospiri di gioia si davano il cambio con quelli dell’incertezza o dell’attesa durante le sue assenze, le nozze e il dolore della perdita. Ogni dimora racchiude in sé l’eco silenziosa dei ricordi, per me è così, e anche se è vero che la casa è ovunque siano presenti le persone che ami, la nostalgia non può non velare, con la sua ombra leggera, anche i momenti più felici. Hai saputo rendere con delicatezza questo aspetto e l’ho molto apprezzato. Una nota struggente la statua di Beleth, mi hai commossa non posso negarlo, sono molto sensibile alle statue che si coprono di muschio e vegetazione abbandonandosi all’oblio come il ricordo che pian piano svanisce insieme a coloro che lo possedevano…
Non posso far altro che complimentarmi ancora con te anche per questo nuovo e bellissimo capitolo!
Ti ringrazio come sempre per la splendida lettura!
Un caldo abbraccio.
D. |