Recensioni per
Fluctuat nec mergitur
di Francine

Questa storia ha ottenuto 5 recensioni.
Positive : 5
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Recensore Veterano
23/06/16, ore 14:56

Che bella.
Ho capito ormai che tu hai un modo di narrare un po' irregolare.
Dietro all'ispirazione, a seconda dell'argomento, a volte crei immagini ricche che vanno lette lentamente, cercando di costruirle negli occhi. Altre volte - come qui - tratteggi con poche parole un quadro che si delinea perfetto in mente senza che tu lo descriva.
Due quadri, per la precisione.
La luce bianca del mattino (Remy si fa la barba, quindi ho deciso che è mattino) la complicità tra lui ed il bambino, la lezione di vita che sembra semplice e invece è fondamentale.
E poi il nero della notte, il bambino che è diventato mestro e che veglia, con la sola compagnia del libro e della fiammella della candela, e si chiede cosa accadrà, e se la lezione imparata - ed insegnata, tramandata - sarà la risposta giusta.
Una storia delicata, malinconica senza essere amara, sospesa e quindi perfetta.
(Recensione modificata il 23/06/2016 - 02:58 pm)

Recensore Master
29/11/15, ore 16:29

Ciao carissima, è un piacere ritrovarsi dopo tanto tempo proprio con una shot introspettiva. Di azione, nel modo, ce n'è stata fin troppa nelle ultime settimane. Preferisco godermi questo flusso di ricordi che scorre placido come un fiume, noncurante delle pene umane. Mi piace il passato che hai costruito per Camus. E' coerente con il suo personaggio. Le immagini di quotidianità che hai descritto stridono con il sapore di sentenza delle parole di Rémy. Poi arriverà l'onda, e travolgerà tutti.
A presto!
S.

Recensore Master
28/11/15, ore 16:58

Adoro i tuoi scritti dal sapore francese. *__*
Eh sì.
Non si può mai sapere quanto tempo si sta in acqua o quanto distante sia la terra. Vorresti nuotare, perché chi vuole stare lì, in mezzo al mare, disperso? Solo?
Galleggiare o nuotare esprimono due modi diversi di essere, di rapportarsi alla realtà. Chi galleggia, sta fermo, aspetta che la tempesta passi. E' un atteggiamento passivo. Si attende che una barca compaia a tirarci su.
I nuotatori invece sono quelli che agiscono, quelli che non riescono ad aspettare che la tempesta passi, che le vanno incontro, sperando di tagliarla.
Meglio galleggiare o meglio nuotare? Dipende. Poiché se smetti di galleggiare, o smetti di nuotare, alla fine anneghi. In entrambi i casi.
Un abbraccio.

Recensore Junior
27/11/15, ore 09:58

Egoismo o no, le lezioni sono sempre utili.
Magari, quando meno te lo aspetti, una persona ( magari la più impensabile) passerà di quì e ne farà tesoro.
le storie servono a questo no? A veicolare lezioni. Che magari l'onda arriva e allora ti ricordi di quello che ti è stato detto.
Magari prima, magari dopo.
Io sono felice che tu abbia pubblicato, perchè questo tipo di fandom secondo me si adatta molto bene a dare lezioni di vita.
Te le incide dentro, magari senza consapevolezza.
Molto più utile che rompersi la testa in pontificanti discorsi pieni di paroloni.
E poi diciamocelo Remy a suo modo è un maestro che tutti vorremmo avere e che spero abbia ancora da dire molto.
Pollicione in su 

Recensore Master
19/11/15, ore 15:44

Un'istantanea rubata al tempo. 
Questa storia c'è, visivamente, emotivamente. 
È un momento che racconta una delle tante verità delle vita (che non puoi sempre ergerti contro la tempesta. Che ci sono momenti in cui nuotare e altri in cui solo lasciarsi galleggiare - momenti in cui vivere, altri in cui sopravvivere.)
All'ombra di una fiamma morente, hai raccontato qualcosa di malinconico, struggente. 
Hai raccontato un uomo che ricorda e attraverso di esso fa un bilancio - breve, effimero.
Perché, all fine della corsa, sono gli altri a fare i bilanci per noi; noi scendiamo dalla giostra e basta. 
Una bellissima flashfic, davvero; grazie di cuore. ♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥

*cioccolatini?*