Recensioni per
NŒUD D’AMOUR
di innominetuo

Questa storia ha ottenuto 9 recensioni.
Positive : 9
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
24/04/17, ore 16:37

Ciao, prima di tutto mi scuso per averci messo tanto, ma questo è il primo momento che ho potuto ritagliare per la lettura, ed eccomi qui da te:D
Sicuramente due ambientazioni e due atmosfere diverse. Mi ha incuriosito molto lo stile che hai adottato qui: semplice, fiabesco a tratti, ma soprattutto - probabilmente è un paragone improprio - mi ha ricordato l'atmosfera che si respira in alcune novelle di Boccaccio. C'è la nonna che viene supplicata dalla nipote per raccontarle una storia e c'è la storia di questo signorotto e della sua figlia, tutti e due messi alla prova dall'unicorno. Mi ha ricordato l'effetto cornice, non solo per come hai impostato la trama, ma soprattutto per il narratore "ingaggiato" per gestire questo racconto: è presente, vivo, non svela mai più del dovuto ma dà un'idea chiara e definita dei personaggi. Mi ha entusiasmato il modo in cui hai descritto il vocio della gente e l'offesa del signorotto, tutto fatto con maestria e attenzione al ritmo narrativo. Mi ha coinvolto anche questo finale non del tutto "felice", mesto (questa sequenza, infatti mi ha ricordato alcune delle novelle del decameron).
All'inizio avevo pensato a una fine un po' più comica, in linea con l'inizio della fiaba, ovvero ho tenuto a mente l'accenno che hai fatto sull'unicorno (che si fa avvicinare solo da fanciulle le cui labbra sono ancora inviolate) e ho pensato a qualche "brutta" sorpresa per il signorotto. Invece mi hai sorpreso con questo racconto dai contorni foschi, pensierosi, che mi ha fatto riflettere sulla stupidità umana e l'arroganza che l'uomo può ostentare.
Un complimenti a parte va al modo in cui hai gestito l'ambientazione: mi hai completamente fatto sprofondare nell'atmosfera del quadro e dell'epoca, ritraendo una società della media borghesia, in una di quelle campagne feudali o poco dopo. Ho notato come il padre tratta la figlia e di come l'atteggiamento della figlia si mantenga, almeno all'inizio, dentro canoni dell'epoca: la donna è una proprietà che passa dal padre al marito, ma non diventa mai libera o proprietaria di se stessa.
Mi è, quindi, piaciuta l'idea che questa ragazza, proprio al di là degli occhi del padre, si sia presa la sua indipendenza, anche se in un piccolo gesto (che poi sicuramente ha un grosso valore per il padre). Nonostante ciò, è una fanciulla delicata, a modo, sensibile, impaurita. E credo che, per l'educazione impartitale e per la società in cui è cresciuta, sia naturale e allo stesso tempo impensabile qualcosa di diverso.
Mi piace anche l'idea di quest'infanzia ritrovata, la spensieratezza che dimostra alla fine, quasi ella non avesse potuto beneficiare, prima d'allora, di un simile momento felice e liberatorio.
L'unicorno, quindi, ha in qualche modo purificato e sciolto le catene che tenevano incatenata la sua innocenza, diventando simbolo di libertà di fantasia e indipendenza delle donne.
Il finale comunque è di una tristezza inaudita: ti basta un'unica frase per cancellare tutto ciò che di buono la storia ha da offrire. Matilda porterà i segni di quell'atroce delitto, ma ne serberà anche un insegnamento profondo che, credo, la cambierà per sempre.
Grazie per aver condiviso questa storia con noi lettori:D
A presto!
(Recensione modificata il 24/04/2017 - 04:38 pm)

Recensore Master
30/11/15, ore 20:42

Carissima, in primo luogo ti chiedo scusa per il ritardo con cui vado a recensirti questo racconto; sono stati giorni molto pieni ed ho avuto davvero pochissimo tempo per dedicarmi alle letture.
Detto questo, ho semplicemente adorato questa storia.
In primo luogo, perché è una favola ed io ho sempre avuto un debole per questo genere letterario; in secondo lui, perché parla di un Unicorno e gli Unicorni sono da sempre le mie creature mitologiche preferite (aggiungiamoci poi il fatto che per molti miei amici è anche il mio soprannome xD).
Ho trovato il tuo stile - come sempre - perfettamente adeguato; riesci sempre a trovare i toni giusti, sai essere aulica ed accurata senza mai diventare ridondante, hai uno stile complesso ma mai pesante, ed è senza dubbio un grandissimo pregio, specialmente per un racconto di questo genere.
Oltre alla forma, assolutamente impeccabile, ho apprezzato moltissimo anche il contenuto: il racconto è non solo gradevole e scorrevole, ma ricco di significato. Bellissima la descrizione che hai fatto dell'Unicorno, me lo sono visto davanti agli occhi ed era un'immagine davvero meravigliosa. **
Mi è piaciuta molto l'allegoria di questa favole, l'immagine dell'uomo avido e in cerca di vanagloria, la perfetta incarnazione di tutto ciò che, a lungo andare, finisce per corrompere l'animo umano.
Matilda, al contrario di suo padre, rappresenta invece l'innocenza e la purezza, un candore che va ben oltre l'apparenza fisica (del resto, non è un caso se gli Unicorni appaiono solamente alle fanciulle vergini) ma che si irradia oltre il cuore e l'anima stessa.
Ho trovato un doppio significato in questo tuo racconto, uno un po' più drammatico e l'altro più speranzoso: il primo, rappresenta la fine della purezza e del candore dell'individuo, che con il trascorrere degli anni tende inevitabilmente a sbiadire; anche Matilda, crescendo, perderà in parte questo suo candore, e con la morte dell'Unicorno assistiamo tristemente a questo momento di crescita.
Il secondo significato, decisamente più gradevole, sta proprio nel sacrificio che l'Unicorno compie per il bene di Matilda: l'amore, la generosità e la bontà è sempre una fonte di salvezza per chiunque, e spesso è necessario sacrificarsi per ciò che si ama, per ciò che di bello ancora rimane in questo mondo.
Non sono sicura di averti scritto una recensione davvero sensata, ma posso dire di aver amato anche questa tua piccola perla, una favola in pieno stile medievale, che mi ha fatto sognare ad occhi aperti per tutto il pomeriggio.

Bravissima come sempre, anche questa volta sei riuscita a superarti.

Un abbraccio fortissimo, adesso corro anche da Joe. :)

Recensore Master
28/11/15, ore 15:13

Che bella questa fiaba, delicata e amara, dove riesci in poche pennellate a tratteggiare un medioevo fantastico, ma anche abbastanza realistico da essere assolutamente credibile. Splendida la descrizione del bosco e del suo silenzio. :)

Recensore Junior
22/11/15, ore 20:51

Ommioddio, questa favola è bellissima! Mi hai fatto commuovere per il povero unicorno che si è sacrificato per salvare la bambina...
La morale della fiaba è di amore e di generosità verso gli altri, andrebbe letta ai bambini anche per insegnare il rispetto per gli animali, che non vanno strappati al loro ambiente naturale.
Aspetto altre storie tue così ti faccio tanti complimenti.
Baci

Recensore Veterano
22/11/15, ore 12:16

Ehm, ammetto che la leggenda la conosco per sentito dire, ma sapevo che gli unicorno si fanno avvicinare solo dalle ragazze. Racconto fiabesco a piccole pennellate. Ed è efficace, la tua narrazione, perché alla fine sei triste per Matilda, per il povero unicorno e perché spesso arriva qualcuno a rompere un incantesimo.

Recensore Veterano
22/11/15, ore 10:42

Ora mi diventi pure favolista? E chi ti ferma più.
La favola è davvero bella e molto ben scritta. L'ambientazione soprattutto è calzante: dai dettagli si capisce che sei molto attenta e precisa con la storia e il medioevo.
Si vede anche che ami gli animali per l'affetto con cui li hai descritti. L'unicorno lo hai reso molto verosimile, mi sembrava quasi di vedermelo davanti.
Complimenti.
Ciauzz
K.-L.

Recensore Master
21/11/15, ore 23:53

Ma anch'io ho sempre adorato le fiabe (e avevo una nonna che sapeva inventarne di bellissime)! E questa sembra davvero uscita da uno di quei libri per me magici, sia per lo stile, così poetico e perfettamente intonato al contenuto, sia per l'ambientazione. Io ci vedo anche un significato simbolico molto profondo: l'Unicorno diventa l'emblema della libertà, di cui nessuno può privarlo, ma anche dell'Amore vero, che lo porta a sacrificarsi per salvare Matilda, l'unica che lo ha capito e che, al contrario di suo padre, non ha desiderato possederlo e rinchiuderlo per gratificare il proprio ego. In una parola, anche lei lo ha amato in modo totale e puro. Per questo, per me il finale è drammatico, ma non triste.
Raccontane ancora!

Recensore Master
21/11/15, ore 14:02

 
Che autrice eclettica che sei Lou! Una fonte inesauribile di piacevoli sorprese :)
Struggente e bellissima questa favola. Mi è piaciuto moltissimo il ritmo pacato e davvero tipico delle favole, in cui con calma, si descrivono le scene e le ambientazioni, con dovizia di particolari che permettono al lettore di calarsi proprio dentro la narrazione. 
Notevole e ben reso il contrasto tra l'egoismo di un padre ambizioso e la generosa purezza di una bambina, che essendo d’animo puro capisce che ciò che le è stato chiesto è sbagliato e non si piega, sfidando anche le future ire del genitore. Un bell'insegnamento.
Splendida, evocativa, magica e perfetta la figura mitologica dell'unicorno da te descritta in modo ineccepibile e magico. 
Amaro ma molto poetico il finale. Una storia scritta con grande sensibilità e una padronanza linguistica di alto livello.
Complimenti davvero, una bellissima favola che non sfigurerebbe in un libro dedicato al genere!
Baciotti
 

Recensore Master
21/11/15, ore 12:37

Ciao!
Ho trovato molto bella la tua favola.
Bello il contrasto ra la purezza e l'innocenza della bambina, Matilda, e l'animo non del tutto trasparente del padre.
Così come hai reso una descrizione magnifica dell'unicorno: il suo "essere magico" e puro si delinea in maniera incredibilmente efficace, quasi tangibile.
Una favola drammayica ma molto godibile!
Ho apprezzato anche un'altra cosa: il nero giaietto! Una perla questo paragone per definire un particolare tipo di nero, non è da tutti complimenti davvero!...bella anche l'immagine, io amo molto l'arte, soprattutto la pittura :P
Un saluto e buon weekend
Eldarion