Eccomi qua, non potevo mancare al nuovo aggiornamento.^^
Un capitolo molto introspettivo, senz'altro piu 'interno' rispetto agli ultimi - che vedevano molta interazione tra i personaggi - ma necessario per variare il ritmo della narrazione e, soprattutto, per offrire uno scorcio nei pensieri di Kore, quasi rimasta in ombra negli ultimi sviluppi, schiacciata da eventi sui quali lei non ha controllo.
Qua, si percepisce la sua confusione e il suo turbamento di fronte ad un futuro che le appare oscuro (la profezia di Ecate ha forse finito per confonderla ancora di piu), e soffocata dal bozzolo di solitudine nel quale è immersa.
Neanche sua madre, pur con tutto il suo amore e senso protettivo, può aiutarla in questo momento, ed è ironico che proprio lei, che vorrebbe controllare la vita di Kore, sia all'oscuro del suo più grande segreto.
Ho tenerezza per Kore, per il suo turbamento; forse avrebbe parlato con Leuce del suo segreto, ma Leuce non c'è, Atena - dall'alto del suo seggio - non capirebbe, la virginale Artemide men che meno - Ecate sì, ma ha le labbra sigillate, e non può offrire conforto.
Ogni volta che viene fatto riferimento a Zeus, qualcosa trema dentro di lei: forse le vestigia dell'antico amore, forse il rancore per il figlio strappato. L'odore nell'aria è quello di Zeus, dimmi se mi sbaglio, un odore che riesce a cogliere anche quando non lo riconosce.
Ho rivisto volentieri Calligeneia, qua silenziosa testimone; chissà se in quello sguardo muto nasconde qualcosa, se ha *saputo* qualcosa - data la sua precedente conversazione con Demetra. Forse no, o anche Demetra lo saprebbe, ma ho colto qualcosa in quello sguardo, e credo che in futuro Caligeneia avrà ancora da dire la sua.
Come sempre ho adorato tutti i riferimenti mitologici (menzione speciale al cattivo sangue tra Demetra e l'Enosigeo^^), sei diventata una maestra a inserirli nel testo con una tale naturalezza, nei dialoghi dei personaggi, nelle riflessioni, in modo che tutto fluisca leggero, facendo percepire come questi personaggi siano *immersi* in quel mondo - e senza mai far sentire la mano dello scrittore che sale in cattedra per spruzzare l'infodump su tutti gli astanti.
Lo stile ormai è perfettamente rodato, hai trovato la cifra perfetta per questa storia: sempre elegante, aulica, ma anche fluida e immediata, è un piacere leggere queste frasi lunghe e musicali, senza tuttavia mai fare fatica.
Continuo ad aspettare tu-sai-chi, e vedo che ci stai prendendo gusto a posticipare l'incontro ma, dopotutto, ciò significa che la storia durerà piu a lungo e dunque... yay! :)
Ti lascio le mie consuete noticine:
l’Ellade che sfila via sotto di lei la riporti la mente ai monti (*le* riporta)
Kore non si concede di non incrociare gli occhi con sua madre. (Da quel che ho capito, Kore non si concede di guardare la madre, dunque il "non" davanti a incrociare è superfluo)
Chi è lei, lei che ha concepito un figlio col proprio padre (sicura di questa reiterazione di "lei" a così immediata distanza?)
si è incisa sul suo volto, (se "si è incisa" è già implicito che il volto è il suo, dunque il possessivo è ridondante)
impetrare (è un termine reale o un refuso?) |