Recensioni per
Un cuore gelato
di _Branwen_

Questa storia ha ottenuto 6 recensioni.
Positive : 6
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
09/09/17, ore 00:58

Ciao!
Comlplimenti per la storia, mi è piaciuta davvero tanto. Ho letto qualche settimana fa Il Trono Usurpato e ovviamente mi sono innamorata di Loghain e Rowan. Il racconto è scritto in modo molto poetico, evocativo, riesci a far sentire cosa prova Loghain, il tumulto dentro di lui, e non è facile, essendo un personaggio molto complesso. Anche Rowan sei riuscita a caratterizzarla benissimo, mi è piaciuto un sacco il fatto che tu abbia ripreso come lei si senta in imbarazzo e insicura in un vestito scollato, così diverso dalla sua solita armatura. Molto bello anche tutto il parallelismo col liquore, un'ottima idea!
Ah, se solo le cose fossero andate diversamente per questi due...

Ancora tanti complimenti!

Nuovo recensore
28/12/15, ore 17:14

Colgo l'occasione di una nuova rilettura di questa tua fiction per lasciarti i miei two cents.

È stato un piacere scoprirti come autrice: nelle tue storie ritrovo qualcosa che mi è caro, di celtico per suggestione e atmosfera; la cura che inserisci nel creare paesaggi e ambientazioni rarefatti, che lasciano addosso una sensazione misteriosa e raccolta sui personaggi, un approccio “intimo” fra luogo e indole interiore, che si compenetra e crea un effetto struggente. Per certi versi, nelle tue parole rivedo delle correnti pittoriche che danno grande attenzione alle pennellate, alle sfumature dell'insieme, mescolando la bozza del soggetto alle emozioni umane dello stesso.

La descrizione del freddo si addentra nella stagione, nel territorio tanto inospitale del Ferelden, che è pure un cuore pulsante di alleanze, di congiure e di genti dalle passioni sanguigne. Non c'è ricercatezza in questo popolo: in esso risiede un patriottismo primordiale, una rivendicazione dell'identità unitaria, che è però scalfita dalla pluralità degli intenti di tanti “attori” politici e delle loro diverse finalità. Eppure le immagini dell'inverno si allungano come la notte, l'ululato dei lupi, la coltre di neve in cui immergere le ginocchia per provare la fatica e la “resistenza” nel sapersi vivi e un po' più intorpiditi dal dolore e dallo sforzo. Il gelo affonda nel protagonista e non lascia indifferente neanche quella Rowan vestita di rosso, fulcro della carnalità e dell'affinità elettiva, come nella sera in cui Loghain l'aveva ammirata per la prima volta.

Loghain è un personaggio controverso, dotato di una sensibilità che lo dilania nel profondo, a dispetto di una scorza impavida e granitica. È un osservatore che più spesso si scontra con la risolutezza delle sue prese di posizione, rigide e impopolari e quasi sempre necessarie. Vede il fine e lo raggiunge con i mezzi che gli detta la propria natura; a farne le spese, è proprio lui in prima persona, in una maniera tragica quanto ruvida. Stoico, affilato e grezzo come può esserlo un cacciatore, un uomo che è a contatto con la terra e ne conosce benedizione e severità. Di fronte a Rowan, che dipinge come una creatura unica, intuendone le peculiarità, si spoglia della sua riservatezza e mette a nudo l'uomo.

Degno di nota è il parallelo con il liquore, il contrasto tra il fuoco che consuma e la gelida amarezza dell'addio, lo scontro fra ragionevolezza ed ebbrezza del sentire umano. Il calore di una bevuta, il piacere di tracannare è un lusso che si tramuta in un'esperienza straniante, quando sopraggiunge il carattere pungente dell'alcolico, unito al ritratto irraggiungibile dell'amata, alla consapevolezza di dividere il proprio cammino da un'immagine sempre presente, agognata. Il personaggio è di per sé icona del desiderio represso e irrealizzabile e, filosoficamente, quella brama che si agita non è dissimile da una fiamma aizzata dalla frustrazione, dall'impotenza del volere e non poter agire secondo mire egoistiche dell'animo. La decisione estrema della separazione non spegne il sentimento né lo insozza; ne acuisce le prospettive, ne drammatizza le implicazioni in un gioco di ombre e lingue di fuoco. Nel tuo racconto c'è un'emozione complessa, tratteggiata nella sottrazione, nell'assenza, nella parsimonia delle parole.

Non a caso Loghain proferisce appena una battuta di dialogo, identificandola con il nome della persona che lo ha conquistato. Lui che non ama sentirsi invaso nei suoi spazi vitali, è rapito da una “straniera” indomita, bella come un fiore incolto, che cresce nell'orgoglio e nella diversità. Rowan si staglia come presenza atipica, a tratti innaturale nel suo aspetto tanto particolare e cinereo, proveniente da un altro mondo rispetto a quello cui è abituato Loghain. La contemplazione è il primo passo verso un sentimento viscerale, che lo porta vicino all'ossessione, al bisogno di respirarla, di esserle accanto. È un amore che passa per il rispetto, per la parità e il riconoscimento del valore individuale, ma si affloscia nella convenzione, nel fine della causa collettiva e cede amaramente agli schemi della comunità, del benessere di un popolo che non saprà ripagarlo con uguale gratitudine.

Il rapporto fra i due vive lo squilibrio di una reciproca e affannosa ricerca, per poi focalizzarsi nello scambio distante degli sguardi, nella proibizione di toccarsi che non scaccia la tentazione. I personaggi appaiono febbricitanti, quasi malati l'uno di fronte all'altra, come se vivessero le ultime ore e comprendessero la desolante certezza di restare soli con se stessi, più nudi, a fianco scoperto. C'è una sfumatura animalesca che li rende solitari, abbandonati come belve senza un proprio habitat, spostati sul piano politico, che è distante dai loro voleri, dall'affermazione della loro coscienza. È in questo frangente che il luogo diventa un'ombra e da rifugio acquisisce i toni stranianti e poco famigliari di una prigione – tutta interiorizzata nell'aspetto psicologico delle vicende.

Ci sono fortissimi richiami all'opera originaria, inseriti con minuzia registica – chirurgica, oserei dire – all'interno del testo, che accentuano l'aspetto emotivo e l'inesorabilità del destino a cui vanno incontro sia Loghain sia Rowan; è un “nevermore” ineluttabile, che ha i contorni di quelli di Poe, in cui la presenza-assenza dell'amore mina l'equilibrio mentale e spossa il corpo, in un perenne ciclo che diventa gara di resistenza, lotta per la sopravvivenza. C'è inoltre l'implicazione al futuro che aspetta Rowan e che dà spessore ulteriore alla “rassegnazione” cui fa fronte Loghain. Egli non si arrende, ma accetta come con enorme responsabilità la propria dipartita. È un addio straziante, incomunicabile a parole e tagliente nelle riflessioni, che mette un punto a ciò che è stato condiviso, ma non è in grado di affrancarsi da una malattia tanto bella quanto pericolosa.

Complimenti per aver sviscerato con tanto amore e senso critico questo personaggio.
A presto!

 

Recensore Junior
28/12/15, ore 10:44

No, ma LOGHAIN! *-*
Scusami, la fangirl che è in me ha esultato. Adoro questo personaggio e amo come lo hai reso. Conoscerlo nei libri è tutta un'altra cosa!
Tu hai devastato i miei sentimenti, perché sono loro, sono tremendamente IC e tutto il dramma di quell'amore mi ha reso triste, ma non solo.
Gli amori impossibili e tutto ciò che ne deriva poi quando si possono realizzare, ma si devono separare... oddio, cosa hai fatto al mio povero cuore, lo senti che si è rotto, eh?
Io penso che questa storia meriti tantissimo, voglio proporla per le scelte.

Nuovo recensore
17/12/15, ore 16:51

Complimenti, una storia bellissima ed emozionante, che riflette le sensazioni che ti lascia il libro...il tutto scritto magnificamente! 

Recensore Veterano
13/12/15, ore 22:03

Ahem. Qualcuno ha visto il mio cuore? Credo sia appena caduto da qualche parte laggiù, nell'angolino freddo e buio in fondo alla stanza. *mette via il fazzoletto*
Lasciando perdere i preamboli, ti dico subito che la storia mi è piaciuta moltissimo. Il tuo stile è veramente bello, ricco e scorrevole... un piacere da leggere.
Loghain è un personaggio molto complicato, ho letto diverse fanfictions su di lui, ma spesso i fanwriters non riescono a cogliere al meglio la sua essenza. Il tuo Loghain è un ragazzo all'apparenza freddo e controllato, logorato da un fuoco interiore che lo porta a mettere in discussione se stesso ed i propri sentimenti. Insomma, se dovessi immaginare un suo monologo interiore mentre pensa a Rowan, lo immaginerei proprio così come l'hai narrato tu. La scena "lime" in cui descrivi il suo desiderio è veramente delicata e non stona con il contesto generale, perché è scritta in modo talmente raffinato da amalgamarsi con il resto del flusso dei pensieri di Loghain. Che dire di Rowan... la mia bimba. *piange* Ho adorato il modo in cui hai ripreso alcuni passi del libro che la riguardano (quando si copre le spalle scoperte per colpa della foggia del vestito, ad esempio), ampliandoli per renderli più "tuoi". Ti prego, scrivi ancora qualcosa su questa coppia perché le sfigaOTP subiscono sempre il triste destino dell'oblio precoce! ç_ç

Alice ♥

Recensore Master
13/12/15, ore 15:47

Eccomi qui! Come potevo rifiutare una lettura e una recensione ad una storia così bella? E poi sui miei tesori, Loghain e Rowan T_T *si asciuga una lacrimuccia* ... ma andiamo per ordine, che altrimenti rischio di scordare qualcosa!
Innanzitutto, sia Loghain che Rowan sono meravigliosamente, drammaticamente IC: ho adorato la Rowan triste e assente ("triste" purtroppo è il primo aggettivo che mi viene in mente pensandola, guardando anche a tutta la sua vita) ferita da Maric e incapace di reagire nonostante l'evidente interesse di Loghain, così come il Loghain prima speranzoso che la sogna e la desidera, poi deciso fino in fondo ad andarsene che le fa da contraltare perfetto. Leggendo Il Trono Usurpato effettivamente avevo pensato che lui potesse iniziare a provare qualcosa, già dai tempi in cui erano partiti assieme per conto di Maric... e ne ho avuta la conferma proprio dopo l'ottavo capitolo, quando Katriel si chiude in tenda col futuro re e appare una bellissima Rowan col vestito rosso, la stessa Rowan che inizialmente rifiuta Loghain e poi si accorge di esserne innamorata, nelle Vie Profonde. Leggere questa storia mi ha dato le stesse emozioni della lettura del libro, mi ha coinvolta e fatta emozionare... e riempita di feels, ovviamente. Tutti quei bellissimi feels che ti prendono quando due personaggi ben caratterizzati interagiscono e confluiscono in una splendida e malcagatissima ship come la loro. <3
Scherzi a parte, la storia è davvero molto bella: li hai colti in un missing moment azzeccatissimo, riempiendo quel vuoto tra la Rowan che si allontana dalla tenda e la scoperta della "tentata fuga" di Loghain e mostrando un altro tassello di un rapporto che si va costruendo piano piano in un crescendo, triste e struggente ma anche speranzoso, pensando a quel che verrà in seguito (e lasciando da parte la fine, o si aprono automaticamente i rubinetti...). E poi il tuo stile è ricco e descrittivo: oltre alla splendida metafora tra Rowan e il liquore, ho apprezzato molto le varie scelte stilistiche e il modo in cui la storia cambia e si snoda, dal Loghain pensieroso a quello che desidera con tutto se stesso la donna che ama, fino al loro incontro e alla scelta dolorosa della fuga. Insomma, quando una storia merita merita davvero e va detto, e ti ringrazio tantissimo per avermela linkata :3 <3

Spero che scriverai ancora su di loro! Serve più amore per Il Trono Usurpato e tutti i libri ;__;

Un abbraccione!
Federica