Hohenheim è stato uno dei primi alchimisti della generazione più "vecchia" che ha attirato maggiormente la mia attenzione, come saprai! xD
Specie quando si "lancia" nel matrimonio con Trisha, quando è incapace di comprendere come possa rendere felice la donna che ha accanto dal momento che non è un essere umano in quanto tale, e per quanto Trisha lo consideri tale. Ho sempre pensato che lui in fin dei conti non abbia mai accettato se stesso, se non negli ultimi istanti della sua vita. Voleva diventare mortale prima che sua moglie morisse, voleva darle la certezza di avere una persona normale vicino e il diritto di vivere una vita ed un amore normale per sé.
E sembra quasi una consapevolezza profetica nell'avere paura delle considerazione del bambino. Le sue incertezze di ora gli provocheranno poi dei dissidi con Ed, come sappiamo.
Personaggi complessi, ma che sei riuscita a trattare attenendoti ai prompt!

Bravissima!!! :DD

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e l'ultimo colpo in canna di questa roulette russa si rivela quello con il proiettile.
e che proiettile, uno d'argento che ammazza anche i soggetti come me.
Hohenneim e Trisha, l'amore più bello e triste di tutta la serie.
il punto focale di questa storia d'amore è proprio il diritto di Hohenneim ad amare, a sentirsi amato, ad avere una famiglia, che muove tutto ciò che lui fa per la sua famiglia.
il pensiero che lo accompagna in ogni secondo, anche dopo aver avuto una prova così enormemente tangibile del suo diritto ad essere felice, dell'amore che Trisha prova per lui.
e se mi fermo su quell'ultima frase, sulla creatura che Trisha porta in grembo, non posso che tornare con la mente a quella foto in cui, tenendo sollevato Edward davanti al fotografo, con sua moglie sempre più bella con il piccolo Alphonse in braccio, scoppia in lacrime.
ti faccio i compimenti più grandi e sinceri, mentre lasciamo andare anche questa raccolta
a presto (ma non troppo presto, sono quattro giorni che vivo recensendo e basta, accidenti!)
un bacio, Alsha

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