Io ho un rapporto un po' controverso con il mondo dei vampiri. Li trovo interessanti, ma il piacermi o meno di una storia o una serie, dipende dal tipo di universo che gli si costruisce attorno o come li si struttura fisicamente. Tradotto in soldoni non mi piacciono sempre e comunque. Ma ho letto il primo capitolo di questa storia con interesse, e anche con un pizzico di curiosità. Per il momento non ho molto da dire, il capitolo racconta della trasformazione di Sherlock, c'è qualche accenno al passato tra lui e Mycroft, ma è davvero molto poco perché abbia un'opinione. |
Carina l'idea del manuale... |
Ok, mi hai incuriosito. |
Noto in questo tuo secondo capitolo l’attenzione anche visiva di adattare lo stile al contenuto. Il carattere che hai usato è lo stesso del precedente, ma non più in grassetto e molto più piccolo: evidentemente la tua intenzione è quella di produrre qui un testo oggettivo, senza il tono forte e “urlato” del primo, messo in risalto anche dal grassetto. Non è stata una lettura piacevole, ovvio, mi sembrava di essere di fronte ad un bollettino di guerra, ma è logico pensare che certi argomenti non debbano mantenere rilassato il lettore. Mi hai scosso dal tepore delle Johnlock più tenere, veramente. Voglio vedere quello che succede. |
Ti ritrovo volentieri perché ricordo piacevolmente la tua ff precedente in questo fandom e cioè “§ottintesi”. Scopro uno stile molto diverso, quasi convulso, che bene si adatta allo scorrere delle vicende. Ci hai fatto entrare nella dimensione soffocante di solitudine dello Sh del dopo-Reichenbach, aggravata da ciò che gli succede, che viene quasi annunciato dallo stato del fratello maggiore (“…sembrava un lupo affamato…”). C’è una luce fredda ed angosciante che illumina la terribile avventura in cui Sh incontra il vampiro. Infatti hai costruito efficacemente un’atmosfera di orrore (“…Erano neri, vuoti, come una voragine oscura senza fine...Nessuno avrebbe potuto evitare la sua caduta verso quell'oscurità…”) messa in risalto ancor di più dal clima dolce e festoso in cui, nello stesso istante, John chiede a Mary di sposarlo. Due momenti contemporanei ma lontanissimi l’uno dall’altro: la disperazione (Sh), la speranza (John). Storia, la tua, che mi incuriosisce. |