Oddio, GRAZIE!
Grazie di cuore per aver dipinto con una precisione così chirurgica El Cid per bocca di Sisifo. La radiografia del Santo del Capricorno, quando ancora non esistevano le radiografie.
Qui ce lo metti a nudo, svelando attraverso gli occhi di quel bonaccione di Sisifo (passami 'bonaccione', ché Sisifo ha tutto l'aspetto di una persona buona, un pezzo di pane) la complessità del carattere che lo marchia a fuoco, a cominciare da quello sguardo affilato che fa (quasi) più paura della Sacra Lama che padroneggia.
Perché sì, El Cid è un lavoro di eterna politura di se stesso. Un'eterna cerca per migliorarsi, affilarsi, essere migliore. E la sua coerenza sta nei suoi gesti spicci e severi, perché la stessa severità che impone a se stesso la pretende dai suoi allievi. Ma non per mostrarli come si fa coi polli ben pasciuti, nossignore: ma affinché possano essere dei santi migliori. Per loro stessi innanzitutto.
Complimenti, hai colto nel segno il carattere chiuso ed introverso (ma non misantropo) di quest'uomo così complesso; ma d'altro canto, essendoti affidata alla mira di Sisifo, poteva essere altrimenti?
Questa storia fila di corsa tra le preferite. Mi permetto un umile suggerimento: in questa frase "io conosco quello che prima di tutto, chiede sacrifici a sè", io aggiungerei una virgola dopo il che ed uno stesso a completare il pronome personale.
Ancora complimenti. |