Rita! Dopo un ritardo a dir poco imbarazzante, eccomi finalmente qui - pronto a recensire il primo capitolo di questa tua nuova Long. Partendo dal presupposto che mi scuso con tutto il cuore per averti fato aspettare così a lungo, vediamo un po' di partire con il piede giusto, cercando di farmi perdonare... Allora...
Come avevo già avuto modo di dirti, non conosco per nulla il fandom di Merlin: ovviamente conosco il telefilm solo di nome (e di fama - mi hanno detto in molti che è un telefilm valido, ma non è propriamente il mio genere... Dicevamo?), mentre mi permetto di dire che conosco un filo di più la Materia di Britannia, le leggende che costituiscono il Ciclo Bretone e che narrano anche di Re Artù e dei Cavalieri della Tavola Rotonda. Ovviamente, proprio perchè a me piace fare le cose in modo completo, non conosco nemmeno il fandom di Grey's Anatomy, se non per la nomea sadica associata al nome di Shonda Rhimes. Detto ciò, ho deciso di leggere questa tua Long perchè mi ha incuriosito tantissimo l'idea che tu possa aver provato a creare un connubio fra queste due serie televisive così lontane e diverse (per tematiche, ambientazione e genere) fra di loro; per ovvie ragioni, data la mia ignoranza in materia, non potrò focalizzarmi particolarmente su un confronto dettagliato circa la spiccata somiglianza o meno vigente tra i personaggi dei due telefilm e la versione che proponi tu in questa tua storia, proprio perchè non li conosco, ma mi approccerò a loro come se fossero i protagonisti di una storia inventata, certo che li apprezzerò sicuramente - forse anche di più!
L'inizio è già di per sè tragico: ho cliccato sul link che hai allegato alle prime frasi della storia, e mi pento di averlo fatto (detto molto sinceramente): ripercorrere alcune dei momenti fondamentali della storia d'amore fra Meredith e Derek è stato abbastanza triste per me che non sono un fan della serie, figurarsi per chi la segue dalla prima puntata. Ovviamente le parole che tu hai inserito, per quanto pertinenti ed eleganti sebbene volte a descrivere un momento particolarmente tragico, non hanno fatto altro che contribuire a venare l'atmosfera in modo ancora più triste di quanto già non fosse (ma è un bene, ovviamente, perchè è l'ennesima dimostrazione che tu sei bravissima a spaziare fra generi differenti, adattando il tuo registro linguistico - per altro decisamente forbito, e me ne accorgo sempre di più storia dopo storia - e stilistico alle situazioni e ai temi più disparati): tracci la descrizione di una donna che, volente o nolente, ha ormai preso consapevolezza che la vita dell'uomo che ama sta giungendo alla fine, e mi hanno davvero toccato quelle poche parole di rassicurazione con cui Meredith si accomiata da Derek, rassicurandolo sul fatto che lei e i bambini (quelli che si intravedono nel video, correggimi se sbaglio!) staranno bene. Non lo implora di resistere e combattere per la propria vita, non perchè non desideri che lui le rimanga accanto (ovviamente!) ma perchè penso che ormai si sia rassegnata all'idea che il suo momento sia arrivato - e non può quindi far altro che sussurrargli che lei se la caverà, che sarà forte e che lui è libero di intraprendere una nuova, grande e misteriosa avventura senza preoccuparsi per lei (è una visione quasi poetica, come se Derek fosse ancora in vita proprio per assicurarsi che la donna che ama stia bene anche dopo la sua ormai imminente dipartita, e che aspetti quindi un suo "via libera" per smettere di combattere). La descrizione della morte, di quell'ombra e di quel nulla che ti avvolgono nelle loro spire ma in modo quasi delicato, senza dolore... E' un'immagine della morte che spicca, probabilmente perchè tutti, in fondo, ci auguriamo che il momento in cui dovremo congedarci da questa Terra si configuri come un "sereno addio" e non come un momento decisamente più doloroso - per citare Harry Potter, che sai che io amo, "salutò la Morte come una vecchia amica e andò lieto con lei, da pari a pari, congedandosi da questa vita"
Tornando ad argomenti più allegri, mi ha indubbiamente colpito leggere di come Derek si sia risvegliato, per giunta in un'epoca quale quella in cui prendono atto le vicende di Arthur e Merlin! A tal proposito, ho amato il rapporto che vige fra questi due ragazzi: mi ha fatto sorridere molto la scena in cui Merlin guarda furente Arthur, reo di aver sporcato il pavimento appena pulito dal primo, salvo infine suggerirgli di ripulirlo di nuovo perchè "è la pratica che rende perfetti, no?". Ho apprezzato tantissimo anche l'entrata ad effetto del personaggio di Morgana, che già avevo adorato leggendo Pendragon's Coffee (sebbene si configurasse come una Long articolata su un Alternative Universe che ha esportato i personaggi del telefilm in situazioni totalmente opposte rispetto a quelle in cui nascono) e che avevo curiosità di vedere entro delle trame e delle ambientazioni più collegate al suo vero /palcoscenico/ - per ovvietà di cose, il battibecco e il rapporto conflittuale che vige fra Morgana e Arthur sono a dir poco coinvolgenti, e tu sei stata bravissima ad articolare quel sapiente e mirato scambio di battutine e frecciatine! Mi permetto giusto di segnalarti un microscopico errore di battitura nel passo dedicato a Morgana: [Una chioma di onde corvine fece capolinea nella stanza] - immagino fosse "fece capolino", ma è proprio un'inezia! Concedimelo: scrivi in un modo talmente sublime che trovare un errorino, per giunta di mera distrazione, è un evento e dovevo dirtelo, altrimenti la perfezione del tuo elaborato rende inutile qualsiasi ricerca di piccolissime imperfezioni ortografiche ahahahah <3 Scherzi a parte, sei davvero bravissima - ma questo immagino te lo avranno detto pressochè tutti coloro che hanno avuto la possibilità e l'onore di leggere qualcosa di tuo!!
Finalmente Derek si riprende, e subito ti segnalo questo passo che ho trovato davvero tanto, tanto elegante: "Inizialmente, contro tutte le certezze scientifiche di cui si avvelava [ecco, qui penso sia avvaleva] ogni suo ragionamento, aveva pensato di ritrovarsi faccia a faccia con un angelo dalle labbra mordicchiate e rovinate dal freddo, sicuro come mai in quel momento di ritrovarsi in un angolo sperduto del Cielo, nel tanto atteso Paradiso cristiano in cui tanto la Stevens e la Kepner credevano" - non solo ancora una volta ribadisci che dopo la morte vi può comunque essere uno spiraglio di speranza e di "non fine", ma sono riuscito a vedere con estrema forza e chiarezza questo angelo, con tratti anche decisamente umani (l'avere le labbra mordicchiate e rovinate rappresenta un elemento che, a prima vista, può passare inosservato, ma che a mio parere contribuisce a creare un'atmosfera molto confidenziale e intima, come se gli angeli - nella loro veste di "custodi del Paradiso" - si configurassero in fondo come delle entità a noi affini, simili anche nell'aspetto o in qualche dettaglio /tremendamente/ umano che, in virtù proprio di queste all'apparenza superficiali caratteristiche, ci fa in qualche modo però sentire a casa. Non so, questo passo mi ha decisamente infuso un misterioso anelito di speranza, per quanto forse questo termine non sia propriamente corretto... Non so bene come spiegare, ma mi sono sentito - nel leggerlo e assaporarlo a fondo - per un attimo quasi sollevato, come se avessi raggiunto io stesso questo angolo di Paradiso in cui Derek, libero dal dolore, era convinto di essere arrivato), pronto a fare quasi gli onori di casa! Ad ogni modo, ho amato il distacco professionale con cui Derek inizialmente si rapporta al personaggio di Gwen, cercando subito di trovare una diagnosi medica volta a spiegare a se stesso come mai quella ragazza vestita in modo decisamente inusuale parlasse con così tanta convinzione d'animo di una città leggendaria quale è Camelot - e trovo che il rapido accenno (non so se reale o inventato da te ahahah) al detenuto, con evidenti problemi mentali, che imprigionato alla Bastiglia affermava di essere Giulio Cesare sia calzante in modo a dir poco disarmante, in quanto rende benissimo l'idea di cosa Derek deve aver pensato udendo le parole senza senso (almeno, per un medico del XXI secolo appena morto) pronunciate dalla ragazza. Mi è piaciuto tantissimo anche l'involontario "gioco di specchi" che si crea fra Derek e Merlin nel momento in cui entrambi sono sicuri del fatto che colui che hanno di fronte soffri irrimediabilmente di un qualche strano disturbo psichico: da una parte il neurochirurgo, sempre più convinto di essere degente in qualche reparto ospedaliero volto a curare i disturbi mentali delle persone - tanto da pensare che il giovane ragazzo dai capelli corvini stia continuando a portare avanti quella sorta di farsa per assecondare Gwen ed evitare, immagino, di turbare ancora di più la sua (a detta di Derek) psiche turbata; dall'altra parte Merlin, che poverino ode termini (soprattutto legati all'ambito medico, quindi decisamente astrusi per molti di noi comuni mortali ahahahah) che non ha mai sentito prima e decisamente anacronistici rispetto all'epoca in cui egli è abituato a vivere! E poi quel finale aperto, con l'uccisione dell'anziano uomo davanti ad una folle (inquietantemente) esultante e Derek che non riesce a far altro se non scappare - un preludio, forse, di qualche disavventura che il nostro neurochirurgo di fama mondiale (come si è lui stesso definito, presentandosi!!) dovrà affrontare? Immagino non mi resti che aspettare i prossimi capitoli per scoprirlo!
Cos'altro dire? Sei un'autrice eccelsa, ecco tutto!
Un grandissimo abbraccio - e a presto!!
Ciaoooo!! :3
Matteo |