Buonasera, parto col dirti che amo molto il teatro, oserei dire che è proprio sul palco che ho emesso il mio primo, vero respiro vitale. Sono ormai un bel po' di anni che studio recitazione e, di conseguenza, ho letto un numero davvero consistente di opere teatrali. Il tuo monologo è molto interessante, a cominciare dalla riflessione sulle donne, lo sguardo del protagonista mi ha trasmesso una certa tenerezza. Poi c'è la riflessione finale, il rendersi conto, rotrovandosi circondati dalla soffocante folla di maschere che hanno ormai sostituito le persone, di quanto sia importante cogliere anche le più piccole sfumature del mondo, quelle che lo rendono speciale e che purtroppo sempre meno gente si sofferma a scrutare. Ho immaginato il protagonista in una notte limpida, con gli occhi alti a scrutare la vastità del firmamento. Ma forse le mie sono soltanto farneticazioni di una mente troppo fantasiosa ed eterea. Alla prossima, Ophelia.

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Bello bello bello! Nel leggerlo, ho usato la canzone "Be comfortable, Creature" degli Explosions in the Sky, che secondo me è stata un ottimo accompagnamento. Immagini molto suggestive, atmosfere dolci, molto emozionanti. Bravo!

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