Dolce dolcissima Giada!
Ieri pomeriggio ricordo la tua frase "Voglio scrivere ma non so cosa" e ora ti presenti con una raccolta di questo genere. Tu non puoi, semplicemente, permettermi di leggere alle due del mattino, in particolar modo qualcosa di tuo. Assurdo, a dire il vero, quanto queste parole siano state in grado di farmi piangere.
Perché mettono nero su bianco, senza mezzi termini tutto ciò che per Annie significa incubo, terrore, angoscia. Lei, ragazza vincitrice (ma lo si è davvero?) degli Hunger Games, distrutta mentalmente ma con una sola convinzione: Finnick sarebbe tornato a salvarla, ad accarezzarle il volto, a prendersi cura di lei.
Sono bellissimi i dettagli che hai aggiunto, rispecchiano perfettamente lo stato d'animo di Annie, che si aggrappa a certi suoni o movimenti per ritrovarci Finnick.
Le torture di Capitol City sono conosciute — o almeno, io le conosco — come distruttive psicologicamente, in grado di abbattere il più forte del sentimento (come si può notare con Peeta), in grado di accrescere o creare una forte paura (come la paura dell'acqua di Johanna).
Ebbene sei riuscita, in poche righe, a trasmettere tutto quello che potevi trasmettere, e molto di più. Spero che il tuo risveglio sarà dolce e, come sempre, ci sarò.
Un abbraccio,
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