Ricordarmi di te? Certamente! Ho sempre adorato le tue storie, così brillanti, alternative, capaci di mischiare spesso e volentieri generi così diversi.
Comunque, iniziamo a parlare di questa breve, ma intensa storia. Comincio subito con il dirti che nel ruolo di Virgilio Piccolo lo vedo benissimo. E' nel suo modo di vivere e di essere, diventare una specie di protettore o guida degli inferi: troppo buono per essere un dannato, ma allo stesso tempo troppo truce e brusco per poter diventare un'anima del regno celeste. Quindi direi che Piccolo, per quanto abbia avuto solo poche righe, lo vedo benissimo in quel ruolo, ancora di più se il suo compagno di viaggio è Goku, che per lui ha rappresentato moltissimo: all'inizio la causa della sua nascita, l'individuo da odiare oltre ogni misura per aver causato la morte del padre, per poi diventare prima un alleato, poi un compagno, ed infine un amico fedele, di cui sa di potersi fidare in tutto e per tutto. Piccolo e Goku sono sempre stati una coppia sulla carta invincibile, così diversi, eppure così pronti a dare tutto in battaglia l'uno per l'altro, sfruttata a mio avviso poco nel manga probabilmente per la presenza di Vegeta.
Altro punto su cui credo di dover concordare in tutto e per tutto è la caratterizzazione dell'inferno. Ho sempre trovato l'inferno di Dragon Ball troppo ridicolo e blando per rappresentare un vero luogo di punizione. Certo, questo è in linea con l'idea originale del manga, cioè quella di puntare spesso e volentieri sul grottesco, ma non posso che adorare questa rappresentazione, in poche righe, della disperazione e del dolore senza fine dei dannati, in pieno stile medievale. Il tuo inferno è esattamente come quello di Dante: crudo, buio, aspro, doloroso. Un tormento senza fine da cui è impossibile uscire. Lo stesso personaggio di Bardack, vittima dell'inferno, è possibile definirlo 'dantesco': Bardack non è mai stata una persona malvagia. E' stato un uomo duro, freddo e spietato, che uccideva per divertimento. Ma era stato capace anche di provare affetto ed amore, per i propri compagni, i propri figli, la propria razza, sacrificandosi senza pensarci due volte nel tentativo di proteggerli. Bardack mi ricorda molto l'Ulisse di Dante: un dannato più per le sue azioni, che per la sua natura, costretto a ricordare per l'eternità i propri errori.
E passiamo infine a Goku. Ammetto che vedere Goku che desidera vedere il proprio vero padre è stato, sotto un certo aspetto, disarmante, avendo lui sempre rinnegato qualsiasi legame con i saiyan, ed avendo considerato come suo vero ed unico genitore Son Gohan, suo nonno adottivo. Tuttavia, allo stesso tempo, è un Goku 'naturale': è perfettamente plausibile infatti che il saiyan voglia conoscere dal vivo suo padre 'naturale', che voglia, almeno per una volta, sapere che volto aveva. La sua voglia di conoscerlo lo spinge addirittura a pregarlo di parlargli, per poter sentire il suono della sua voce almeno una volta. E' molto da lui anche voler dare un'altra possibilità a Bardack. Goku ha sempre saputo leggere nell'animo delle persone, capendo con certezza chi poteva avere una chance di riscatto. Il manga è pieno di questi casi: Tenshihan, Piccolo, Vegeta, lo stesso Majin Bu, a cui Goku chiede di poter rinascere buono, ha una luce nel suo cuore spietato e bestiale, e di cui il saiyan si accorge. Direi che Bardack rientra in pieno in questi requisiti, per tutti i motivi elencati sopra. Sarebbe da Goku, volergli dare la possibilità di riscattarsi, di non essere più temuto ed odiato, ma rispettato ed amato.
Insomma, per concludere, sono molto felice che tu sia ritornata a scrivere qui (anche se non so se tu ti ricorderai di me), e non posso negare che questa storia, seppure breve, mi è piaciuta veramente molto. Per l'ottima caratterizzazione, per l'originalità, per lo stile molto fluido e piacevole, ed anche per una buona grammatica (sempre molto bello da vedere in una storia).
Brava, brava ed ancora brava! Spero di leggere presto qualche altra tua perla come questa.
Un saluto!
Giambo |