Recensioni per
Come un bicchiere rotto pieno di folle oro
di Shirokuro

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
03/07/16, ore 06:57

~Terza classificata al contest "Le storie vere sembra che parlino di noi"
Menzione speciale per il miglior utilizzo del prompt

TOTALE PUNTEGGIO 21/30
 
Sezione PRESENTAZIONE: 3.5/5
Titolo: lunghetto. ma non tanto da risultare noioso. Dà subito l’impressione di una storia bizzarra, come poi sarà.
Rating, genere, avvertimenti: coerenti con la storia. Niente da segnalare.
Introduzione in 200 parole: utilizzare una parte del testo come teaser per invogliare alla lettura è una scelta comune, anche se non una delle mie preferite. La mia – personalissima – opinione è che, se si sceglie volutamente una parte del testo che mostra senza spiegare niente, tanto vale limitarsi a una singola frase molto incisiva. Nel tuo caso, avrei usato “Siamo falsi, perché se non ci fossero gli altri a ricordarci chi siamo, non esisteremmo” che è una frase molto bella e si collega bene al rapporto con il divino.
Incipit: la frase d’inizio di “Come un bicchiere rotto” ha un merito indiscutibile, quello di racchiudere in poche parole l’intera storia.
Nora, la cui flemma era invidiabile, urlava ogni male.
Un po’ perché il verbo “urlare” assieme ai suoi composti, usato per la prima volta in questa frase, con le sue 13 occorrenze punteggia tutto lo scritto – possono non sembrano tante, ma per esempio “Mizuchi” appare 13 volte e “Yato” solo 11, e sono due dei nomi dei protagonisti – e un po’ perché il costrutto stesso mette il lettore in una leggera confusione.
“Urlava ogni male” non è sbagliato: si capisce cosa intendi, ma possiamo dire che il significato è più suggerito che definito. Questo tipo di costruzione permea l’intera storia, quindi un inizio che mostri subito quest’aspetto ha un punto d’onore per l’onestà.
 
Sottraggo punti perché:
- Presentarsi con un errore grammaticale (un’essere) non è un bel biglietto da visita;
- Hai mischiato le note con il tuo Spazio Autore. Soprattutto la nota riguardante l’utilizzo dei nomi andrebbe segnalata molto bene, perché pregiudica la piena comprensione della storia: anche chi conosce il fandom e non ha problemi a capire l’utilizzo di Nora/Mizuchi e Yato/Yaboku per le stesse due persone, senza la tua nota potrebbe perdere la sfumatura con la quale utilizzi Nora (nome “comune”) o Mizuchi (il vero nome della nora) a seconda del contesto; peccato, perché questo è un tocco di classe e come tale andrebbe segnalato a dovere, non nascosto!
 
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Sezione ORTOGRAFIA E FORMATTAZIONE: 4/5
La storia non si presenta come un muro di testo e anzi, le varie scene sono separate in maniera coerente. Ci sono un po’ di errori di battitura e qualche parola saltata.
 
Sottraggo punti perché:
- […] costatandone la morbidezza.
Errore di battitura, si scrive “constatare” e quindi “constatandone”
 
- […]e come gli occhi un dio di distruzione e sventura […]
Manca un “di”.
 
- […] mentre lei era – come il suo nome, quello vero, il primo, datole dal Padre, recitava – crudele e urlava come una bestia dentro di sé quando la si definiva piccola, fragile, delicata, graziosa.
In questo caso, “crudele” è il significato letterale del nome Mizuchi. Visto che la spiegazione è anteposta al termine che viene spiegato, quest’ultimo andrebbe segnato in corsivo, altrimenti tende ad essere “mangiato” dalla vicinanza con l’inciso.
 
- osservava la mite figura sotto coperte respirare
Manca un “le”
 
- Il mezzo Spirito mugugnò
Spazio ripetuto
 
- […] accusare il mondo delle sue sofferenza, […]
Questo è troppo eclatante per considerarlo errore di concordanza, l’ho “declassato” a semplice errore di battitura.
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Sezione GRAMMATICA E STILE: 3/5
In generale mi piace molto il tuo stile, è ricco di immagini ed è complesso senza risultare ampolloso. Uno stile del genere però ha uno svantaggio: essendo complesse, le frasi devono essere perfette dal punto di vista della forma o rischiano di confondere il lettore portandolo a dover rileggere più volte lo stesso passaggio prima di riuscire a fare i dovuti collegamenti.
 
Sottraggo punti perché:
- Evidentemente a quel coltore piacevano le mele verdi.
Coltore, come parola a sé, non esiste. Esiste –coltóre, come secondo elemento di nomi composti derivati dal latino o formati modernamente (come orticoltore, frutticoltore, bachicoltore), che significa «coltivatore» o «allevatore». Per l’uso che fai tu del lemma, capisco che “agricoltore” o “contadino” non sembrino adatti, quindi mi sento di proporti “cultore”, parola che porta in sé la stessa notazione di “culto” e sottolinea come l’attenzione di Yaboku verso i suoi Strumenti abbia del soprannaturale.
 
- […] immersi nell’ipocrisia di un’essere che probabilmente non ci appartiene.
Essere è maschile e non si apostrofa.
 
- Nora tendeva a tenersi dentro la furia che senza sosta le scorreva nelle vene, seppure urlando.
Questa subordinata necessita dell’uso del congiuntivo. La frase va modificata in “seppure urlasse”.
 
- […] dentro a Hiyori.
Si dice “dentro qualcosa”, non “dentro a qualcosa”.
 
- La delusione di prima ancora le si attanagliava al cuore […]
“Attanagliare” non è riflessivo: la frase va corretta con “La delusione di prima era ancora attanagliata al suo cuore” o qualcosa di simile.
 
- È pressoché impossibile esista qualcosa che reincarni entrambi
Trattandosi del concetto di bellezza e quello di verità, il verbo corretto da utilizzare è “incarnare”. “Reincarnare” ha il significato di “Assumere un nuovo corpo, far rivivere in un diverso individuo” e non è quindi applicabile alla tua frase.
 
- Avvertita l’attenzione, lo Strumento Divino da tanti tenuto, continuò.
Non si separa il soggetto dal verbo con la virgola. Se vuoi tenere “da tanti tenuto” come inciso, allora devi segnalarlo con una virgola anche davanti; così com’è, la costruzione della frase è sbagliata.
 
- Quindi quella non era la prova della sua esistenza?
- Quindi loro non erano gli originali?
- «Però su una cosa hai ragione».

In questi casi che ti porto ad esempio, ed in altri che non ti segnalo, il tipo di errore è sempre lo stesso: inizi con una locuzione discorsiva (quindi, allora, eppure, infatti) che introduce la frase seguente senza farne “veramente” parte. Ci vorrebbe una virgola tra questa ed il resto della frase, in modo da non spezzare l’intonazione.
 
- […] era uno stupendo frutto marcio, che aspettava di essere raccolta.
È saltata la concordanza: frutto è maschile quindi il participio è “raccolto”.
 
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Sezione COESIONE DELL’UNITÀ NARRATIVA: 3/5
Lo stile, come ho già detto, è immaginifico e complesso ma stiamo parlando di divinità, quindi lo trovo molto adatto. Nora/Mizuchi è la protagonista della storia ed è certamente il personaggio più caratterizzato. Si interroga sui concetti di bellezza e verità, gelosa del fatto che Yaboku preferisca la compagnia ( o il vero e proprio utilizzo, nel caso di Yukine) di altri “meno belli” alla sua. Al concetto di bellezza estetica si affianca ben presto quello di integrità, rappresentato magistralmente dalla metafora della mela: per Nora, Hiyori Iki è “una bellissima mela ancora sana, priva di imperfezioni” che affascina Yato con la sua purezza, mentre al momento di descrivere sé stessa, si paragona ad un frutto “rosso e lucido” all’esterno ma “marcio” all’interno. Il prompt è stato usato nel migliore dei modi, non solo inserendo le parole all’interno della storia ma imperniando quest’ultima attorno ai concetti di “paragone”, “mela” e “capolavoro”.
Purtroppo, il fatto che la maggior parte dei concetti siano suggeriti più che esplicitati, è particolarmente rischioso per quanto riguarda i “salti” di POV e in diverse frasi non si capisce chi stia compiendo l’azione se non dopo un’ accurata rilettura. Il fatto che utilizzi due nomi per i protagonisti, Nora/Mizuchi e Yaboku/Yato, rende tutto ancor più complesso. Questo ti penalizza parecchio perché una storia poco scorrevole risulta anche poco coinvolgente; ci ho pensato parecchio e sono giunta alla conclusione che narrare la storia in prima persona dal punto di vista di Nora ti avrebbe aiutato a risolvere la maggior parte di questi problemi.
 
Sottraggo punti perché:
- Soffiò sul ciuffo che pigro si era posato sul naso dello Strumento Divino. In risposta, reagì disinteressatamente, ignorando la fonte dell’aria che gli era arrivata in viso e scostando ad occhi chiusi i capelli biondi. Era come stuzzicare suo fratello, alla fin fine. Odiò questo pensiero e allo stesso tempo lo adorò.
- «Sei stranamente silenziosa» commentò poi Yaboku, prendendo l’iniziativa – veramente? Non stava forse sognando ?

Nel primo caso, il soggetto cambia passando da Nora (che soffia) a Yukine (che, senza svegliarsi, si scosta il ciuffo di capelli dal viso) e di nuovo a Nora (che odia e allo stesso tempo adora pensare a Yukine come al proprio fratellino). Nel secondo caso si passa da Yaboku, che commenta, a Nora, che si chiede se stia sognando.
Ci sono altri casi simili nella storia. In generale, si dà per scontato il ritorno del POV al personaggio principale come se la storia fosse narrata in prima persona. Non essendolo, diventa necessario esplicitare il soggetto in ogni frase o chi legge è costretto a fermarsi diverse volte, prima di capire chi fa cosa. .
 
- Ora aveva capito, forse. Però urlava, adesso
“Ora” e “adesso” fanno riferimento ad un tempo presente e questo crea una frattura con l’arco narrativo sviluppato al passato.
 
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Sezione ORIGINALITÀ: 4/5
La ragazza gelosa dell’avversaria, che non si capacita di cosa questa abbia più di lei, non è di per sè originale, ma da questo “spunto” scaturisce un discorso su cosa è bello e cosa è vero, con una connotazione filosofica che nel 90% delle storie non si trova. Molto brava!
 
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Sezione RICCHEZZA DEI CONTENUTI: 3.5/5
Il personaggio di Mizuchi, che troviamo contrariata dal fatto che il suo amatissimo Yaboku preferisca altri a lei, è sviluppato molto bene nella sua psicologia quasi infantile: è intrappolata nell’etichetta di “malvagia” come una mela lasciata a marcire su un albero e, soverchiata da questa consapevolezza, si dispera e si rigira come un animale in gabbia, cercando di capirne l’origine. Visita i suoi “avversari” Yukine e Hiyori, cercando di afferrare cosa li distingua da lei. Parla anche con Yaboku, per poi terminare il suo viaggio così come era iniziato, da suo padre Kouto, che le spiega che la malvagità è l’essenza stessa del loro essere e non c’è modo, per loro, di staccarsi da essa.
Il lessico è buono, non è ampio ma si sente che c’è stato del lavoro di sensibilità sui termini scelti.
Le descrizioni delle scene sono sfumate, giustamente. Nelle note indichi che la narrazione ha un tempo ed un luogo indefiniti, se
 
Sottraggo punti perché:
- A parte Mizuchi, gli altri personaggi sono poco sviluppati. Escludendo Hiyori e Yukine che sono praticamente scenografia (ma va bene così, sono funzionali alla narrazione), su Kouto e, soprattutto, su Yaboku qualche parola in più meritava di esser spesa. La scena del dialogo sarebbe stata perfetta se sviluppata un pochino di più.
- Ci sono diverse ripetizioni degli stessi termini, non sempre giustificate. Per esempio, il già citato “urlare”: rispetto al sinonimo “gridare”, anch’esso non certo aulico, compare 13 volte contro una.
 
Sezione GRADIMENTO PERSONALE
Non ti spaventare per il giudizio dettagliato :D se non avessi destato il mio interesse non lo avrei scritto così lungo! Nella conclusione, vado dritta al punto: la tua storia mi è piaciuta tantissimo. Mi ha coinvolta ed appassionata, al punto che ho segnato l’anime da cui è tratta nella lista di quelli da vedere. Inoltre, facendo un po’attenzione ai difetti che ho segnalato sopra, con uno stile ricco come il tuo secondo me hai le potenzialità per diventare molto molto brava. Continua così!
 
 

Recensore Veterano
20/03/16, ore 22:34

Buonasera~!
Bene bene bene, cosa abbiamo qui? Una bella storia che non saprò mai recensire in maniera decente!
Ma siccome se non mi metto a sproloquiare poi non sono contenta, eccomi qui.
Innanzitutto, trovo che sia scritta piuttosto bene, e nonostante tutte le figure astratte penso di essere riuscita comunque a capire abbastanza la fanfiction, sebbene mi ci sia voluto un certo impegno. Ed è un bene, no, doversi impegnare per capire bene ciò che si legge?
Ok, forse dire che ho capito tutto tutto sarebbe presuntuoso; probabilmente avevi in mente anche molte cose che io non sono riuscita a comprendere, me ne farò una ragione.
Non posso dire di amare il personaggio di Nora, come non posso dire di amare Kouto perché è un grandissimo figlio di scrof non mi affeziono molto ai cattivi, diciamo; e lui è un cattivo, c'è poco da fare. Certo è che non si può dire che come personaggi non siano molto interessanti e affascinanti, a modo loro.
Ma il mio Kazuma non lo batte nessuno, adorabile cucciolo con desideri poco casti verso la sua padrona. Sì, ho dei problemi.
Mi piace l'idea di aver dedicato una one-shot all'introspezione di Nora: al di fuori appare sempre (o quasi) composta, impassibile, ma è difficile credere che appunto, dentro non gridi tutta la sua frustrazione. 
Sebbene possa apparire fredda, sono certa che ci tenga parecchio al fratello; anzi, forse ci tiene in modo quasi morboso. Desidera essere, e con lei la sua famiglia, che è bella quanto lei.
Mi intriga in particolar modo questo desiderio confuso nei confronti di Yaboku; Mizuchi sembra sperare che la sua famiglia possa tornare unita, come prima, e che il suo meraviglioso fratello torni da lei. Non sono in grado di spiegarlo, è che questo desiderio nei confronti di Yato mi pare, appunto, una cosa morbosa, quasi ossessiva, è qualcosa... di strano, non so ben definirlo.
Ed è talmente attaccata a Yaboku (il quale, al contrario, cerca di allontanarsi il più possibile da lei e dal padre) che non può sopportare quei due a cui suo fratello si è tanto affezionato: quelli che hanno preso il suo posto, insomma. Yukine, che nonostante all'inizio abbia ferito Yato in ogni modo è diventato la sua guida, e Hiyori che in qualche modo è riuscita a cambiare uno come Yaboku (anche se non si può dire sia tutto merito suo, è stata un po' il peso che ha fatto pendere la bilancia da una parte. La storia del dio della sventura la vedo un po' come quella dell'Innominato: dopotutto, Yato aveva già allontanato Hiiro prima di conoscere Hiyori e Yukine, giusto?)
Ecco, insomma, probabilmente ci sarebbero molte altre cose da dire, ma la sottoscritta non ne è minimamente in grado, perciò ti lascia con i suoi sinceri complimenti e abbracci coccolosi~
Moi moi! <3


Ps: ah, comunque sì, in italiano sono stati tradotti con "Strumenti Divini", o anche "Tesori Sacri" ^^

(Recensione modificata il 20/03/2016 - 10:37 pm)
(Recensione modificata il 20/03/2016 - 10:39 pm)