Ciao, arrivo sul filo del rasoio ^.^
Questa è quella per l'ABC, che ho rimandato per un motivo>.<
Voglio premettere una cosa prima di iniziare a recensire: ho praticamente scavato un po' nel tuo account appena ho visto che scrivevi sul fandom di Saint Seiya, perché è uno di quegli anime che ho visto nella mia infanzia e se c'è una cosa che da infante ho sempre voluto era una storia tra Pegasus e Saori. So che nell'anime, a parte qualche accenno un po' ambiguo (non ho seguito più il fandom nelle sue nuove serie), non c'è nulla, ma spero sempre di trovare qualcosa, anche se non me lo mostra come coppia. Quindi appena ho adocchiato questa storia, con un titolo così secco e dai mille significati, ho pensato "Forse, forse..." Ed eccomi qui, anche se questa serie la devo ancora vedereXD Lascio la recensione qui, ma se preferisci un commento a qualche altra storia, sono disponibile a lasciartene un'altra da qualunque altra parte, sappilo. Io intanto mi godo un po' del mio sogno.
Partiamo!
GRAMMATICA
Premetto che la grammatica è pressoché perfetta in questa storia, ma ho l'abitudine di notare anche le virgole che altri non considerano errore, quindi più che come correzione vedile come suggerimenti e opinioni su cui farmi sapere il tuo parere.
Saori, la ragazza da difendere da se stessa prima e dal mondo, poi - In questo caso, la virgola non va messa tra "mondo" e "poi", devi mantenere la stessa logicità della prima parte. Gli avverbi sono strettamente legati a "se stessa" e "mondo", non introducono altre proposizioni.
La testarda Saori che ti faceva venire dei mal di testa atroci ogni qual volta che si metteva in testa di risolvere le questioni a modo suo -> "Ogniqualvolta" (scritto corretto anche come hai fatto tu" sottintende "tutte le volte che", quindi il "che" non va messo.
«Ma a volte, vorrei che tu ti fidassi davvero di noi» -> "A volte" puoi trattarlo come un inciso oppure no, però il "ma" dev'essere legato al verbo.
Anche se vorresti fuggire, fuggire via e nasconderti, Sotto un sasso, dentro un pozzo, sul fondo dell’inferno -> c'è una maiuscola di troppo, credo
Non lo farà, no. -> uno spazio di troppo
STILE
Uh, avrei tantissime cose da dire qui, spero di non perdere roba in giro.
La seconda persona singolare: la trovo affascinante dal momento in cui un partecipante a un mio contest me lo ha fatto conoscere in maniera magistrale, da allora credo di averlo usato solo per una drabble, ma serbo il desiderio di poterla adoperare in un fantasy. Credo che questo tipo di stile, però, si adatti a storia introspettive, dove il narratore diventa parte attiva in una vicenda, proprio per il modo in cui credo debba essere usato: praticamente è il narratore che parla con i personaggi, e non con il lettore. E questo rende il suo utilizzo da dosare con cura. Inutile dire che in una storia come questa, dove i co-protagonisti sono l'evoluzione di un rapporto e la comprensione dei sentimenti, il suo uso non solo è perfetto ma è unico per esaltare tale analisi. Io ho adorato questa storia, e parte del merito dev'essere riconosciuto allo stile e alla seconda persona narrativa. Complimenti.
Ma ciò che mi ha intrigato tanto è l'uso della figura retorica dell'anafora, uso sapiente tra l'altro, che ti permette di creare un grandissimo climax ascendente del flusso di pensieri del protagonista, svelati tra l'altro dal narratore. Un altro particolare va a certe frasi che mi sono rimaste impresse:
- Glielo hai chiesto un pomeriggio di fine Gennaio, sotto un cielo che era arrossito al posto tuo
- le mani sprofondate nelle tasche dei pantaloni a cercare le parole giuste da dirle.
- Senza avere il coraggio di guardarla negli occhi, ostinandoti a fissare qualcosa – un punto indefinito all’orizzonte – per non inciampare nei tuoi pensieri.
Questo tipo di narrazione è la mia preferita, poiché sono i gesti e le azioni e il paesaggio a rendere la caratterizzazione del personaggio, o a esplicare la sua introspezione. Sono felice ancora di più per aver trovato la tua storia, perché ho scoperto uno stile di scrittura a me affine, che possiede quella ricchezza di prosa rara da trovare. E' davvero un piacere leggerti.
Il lessico, poi: ho notato che alcuni termini li usi con licenza linguistica e metaforica (vedi "fortunale" o "smarginato"). Per me questi espedienti sono ricercatezze di immagine che arricchiscono lessi e forma. Inoltre ho notato anche altri termini meno noti, usati con proprietà di linguaggio, che danno un tono più curato e medio-alto al suo registro linguistico, oltre a dare contesto alla storia (vedi "guida").
Quindi, complimenti ancora!
TRAMA E PERSONAGGI
Non conosco questa serie, come ti ho annunciato, ma la cosa non mi è pesata affatto perché nonostante io non abbia potuto inserire il missing-moment in un contesto più ampio e generale, ho potuto godere di questa trama e, cosa più importante per me, della caratterizzazione magistrale dei personaggi.
Tu ci credi che ancora oggi non ho capito se c'è dell'amore non espresso tra Saori e Pegasus? Le mie riminiscenze sono molto vecchie, e quindi alcuni particolari andrebbero rispolverati, ma credo che per il tipo di storia che narra l'anime, tra loro non ci potrà mai essere quel rapporto che io sogno. Come vorrei che tu mi smentissi e mi dessi una speranza, un po' come quella solita introspezione ambigua di Seiya mi dà sempreXD Sei stata fedele all'IC anche in questo. Un amore impossibile, ecco cosa mi ha sempre suscitato il rapporto tra questi due. Perché alla fine sono quello che tu dici che sono: una Dea e un uomo. E questo è la motivazione per tutto il resto, purtroppo.
Anche le citazioni che hai adoperato hanno esaltato tale concetto. Tra l'altro, hanno ripreso molto bene l'evoluzione del personaggio di Saori agli occhi di Pegasus: Athena non è solo giusta, ma nelle sue sentenze è spietata. E questo Pegasus sta imparando a conoscerlo. Non è solo la ragazza che salva e che gli fa venire il mal di testa: è la Dea che condanna a vita o a morte i suoi nemici, che elargisce giustizia, in modi che un uomo non può capire fino in fondo.
Ho apprezzato la completezza duale che hai offerto di Saori, della ragazza acqua e sapone, gentile e insicura; e la Dea, colei che sa cos'è giusto e sbagliato e si fa rispettare, ed è solenne e irraggiungibile da un uomo. Ma ho ancora di più apprezzato Pegasus, il suo "amarla" e "allontanarla" per quel che adesso vede in lei, il suo orgoglio ma la sua fedeltà, il suo ruolo che viene servito sempre ma anche la sua solenne disperazione nell'accettare il volere della sua signora.
I sentimenti sono passati tutti, magnifici: "l'arroganza" un po' esitante di Pegasus quando si mette a discutere a tu per tu, a dire ciò che prova - più o meno, qualcosa l'ha taciuta <3 - in faccia a Saori; la sua incredulità e rifiuto davanti all'ordine; e i dubbi che azzittisce nell'accettare il compito, colpito dalla Saori che fatica ad accettare, perché è poi la Saori che lo tiene così distante, che mette distanza tra di loro.
TITOLO
Secco, eppure dalle così tante sfumature che è la narrazione a dargli significato, la giusta interpretazione. E' il Sì di chi ti rimane accanto e fedele nonostante tutto. E' il Sì di chi sa che entrambe le facce sono giuste e che completano Saori, a dispetto che questo possa essere accettato ed entrambe le facce possano essere amate. E' il Sì di chi ama e farebbe tutto, nonostante tutto. E' il Sì di chi ha un compito, e non può voltargli le spalle, costi quel che costi.
Complimenti! Questa storia va tra le preferite!
A presto! |