Sappi che ho rischiato di non leggerla, perché quando l'ho aperta la prima volta mancavano dei pezzi e allora mi sono detta che non l'avrei letta, ma poi invece l'ho fatto. Per fortuna. Perché è un qualcosa di stupendo. Dico davvero. Non sono una che elargisce complimenti tanto facilmente, ma questa tua storia li merita davvero.
Innanzitutto grazie, perché il genere introspettivo in questo fandom è diventato rarissimo. Soprattutto quello valido. Questa tua storia è un viaggio nella psicologia, nella mente e nel cuore di un personaggio come John Watson, che di facile ha davvero poco. Lui non è esattamente semplice da inquadrare. Sebbene sia più lineare di Sherlock in quanto a sviluppo dei pensieri e accettazione dei sentimenti, è difficile comprendere quale lato di lui prevalga sull'altro. Dove stia, per tradurla in soldoni, il giusto equilibrio da dargli. Quanto sia medico e quanto soldato. Fino a dove arriva l'uomo che cura e dove inizia quello che uccide. Insomma, John è fatto di equilibri ed è per questo che il tuo mi ha stupita. Il suo respingere, ma allo stesso tempo essere attratto, da Sherlock. Il modo in cui fugge, prima inconsciamente e poi con consapevolezza, da una vita con Mary che gli sta troppo stretta. Il modo in cui va in giro per una stupenda Londra notturna, camminando senza meta (crede). Come si ritrova a Baker Street. Come gli chiede da salire, senza però chiederglielo espressamente. Ho visto John Watson in tutto e per tutto e in ogni singola parola. Si lascia letteralmente trascinare da ciò che prova e da quello che ha sempre nascosto con tutte le sue forze. Questo sa di libertà, ma allo stesso tempo spaventa perché il sentimento è enorme e la confusione è palpabile.
Anche l'uso della prima persona mi è piaciuto. Non sempre riesco ad apprezzare questo modo di scrivere, occorre a mio avviso tanta esperienza e il più delle volte mi fa l'effetto "lista della spesa", che finisce col rovinare un qualcosa di potenzialmente bello. Ma qui non solo non c'erano difetti, ma lo scritto era scorrevole e piacevole. L'introspezione era ottima, la psicologia complessa e sfaccettata e l'emotività dirompente e al punto che in alcuni frangenti mi sono anche commossa. L'ho letta tutta d'un fiato e alla fine quasi non credevo ai miei occhi. Come ho detto, non si trova tutti i giorni una roba così.
E se John mi era piaciuto, Sherlock mi ha conquistata. La sua presenza è delicato, quasi in punta di piedi oserei dire. Ritroso, timido, introverso e desideroso di tenere ben rinchiuso quanto prova per John, è spaventato dal perdere la sua amicizia e di rovinarla. E si capisce che non sarebbe in grado di sopportare di perdere John anche come amico. Credo molto in quello che hai scritto, ovvero nel fatto che Sherlock sia convinto che non è possibile che John lo ricambi. In effetti lo abbiamo anche visto, quanto l'idea di essere il migliore amico di John Watson lo abbia sconvolto... Ecco complimenti per tutto e in particolare per la scena finale. In molti credono che il sesso sia l'espressione più alta d'intimità. Io credo che non sia per niente vero e che sia limitante pensarla in questo modo. Tu mi hai dimostrato che non sono la sola a pensarla così. Quello che si vede qui è fantastico. Questo John che bacia Sherlock per la prima volta, che si addormenta nel suo letto dopo avergli chiesto l'impossibile. E Sherlock stesso che lo raggiunge sotto le lenzuola, spaventato anche lui, confuso ed emozionato. Tutto in quel momento mi è rimasto impresso. Il battito del cuore di Holmes. Il bellissimo bacio sulla fronte... intimo in un modo da far spavento. Ti faccio i complimenti perché sono un po' senza parole e credo che queste poche cose che ti ho scritto non siano sufficienti a farti capire quanto mi è piaciuta.
La storia va dritta tra le mie preferite.
Alla prossima.
Koa |