Recensioni per
Quando a cavallo arrivò la principessa
di IMmatura

Questa storia ha ottenuto 1 recensioni.
Positive : 1
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
27/05/16, ore 10:39

5^ classificata e vincitrice del Premio Giuria ne "Il contest dei piccoli fandom"


Titolo 3/5 → è un titolo bizzarro, che attira l’attenzione anche se fa pensare ad una favola più che ad una storia matura, ma credo che sia esattamente l’impressione che volevi dare.
Sinossi in 200 parole 3/5 → cominci bene, ma non continui: la tua sinossi è una buona prima parte della sinossi della storia. Avresti dovuto spenderci qualche parola in più.
Formattazione 5/10 → il testo non è giustificato, mancano i rientri sul margine sinistro, usi il trattino breve al posto del trattino lungo per il dialogo, inoltre usi il trattino per chiudere il dialogo anche dove non è necessario. L’interlinea non è impostata.
Grammatica ed ortografia: 6/10 →Ci sono diversi accenti mancanti, una ripetizione e alcuni errori di battitura.
Stile/lessico: 6/10 →lo stile ed il lessico usati sono molto semplici, quasi “da fumetto” (un po’ come si definisce lo stile della Yoshimoto “da manga”). La prosa è piuttosto lenta, un paio di battute di Yugo sono veri e propri monologhi che annullano la percezione del contorno, nel lettore. Occhio al pov saltellante (c’è qualche sbavatura nel confronto con la madre).
Originalità: 5/5 →i missing moment non sono mai del tutto originali e, non conoscendo la serie, potrei sbagliarmi, ma… hai posto l’accento su dei temi affatto banali, e non mi riferisco al matrimonio particolare, ma a due aspetti più importanti: l’educazione del padre e “la principessa a cavallo che salva il protagonista”.
Credo di poter dire di essere figlia dello stesso modello educativo di Yugo (e di apprezzarlo): la società giapponese, molto più della nostra, è sempre stata improntata sul dovere e non sul premio. Può sembrare un sistema frustrante, a chi non lo capisce, di sicuro l’educazione che “premia” è più accattivante, più “felice”, più facile… e sancisce la dicotomia con l’esperienza ed i valori di una generazione precedente, rigida e salda nei propri valori, che non “capisce”. Si potrebbe dire moltissimo su questo aspetto che tu hai illustrato con una breve, ma efficace istantanea: il padre di Yugo che gli dà le spalle e se ne va.
Il secondo punto che mi ha colpita è l’inversione di ruoli che negli ultimi anni fa tanto scalpore: le donne non valgono di meno degli uomini, da “le principesse si salvano da sole” alla “teoria gender”, l’inversione di ruoli che hai con tanta semplicità mostrato in una situazione reale, normale, comune, farebbe venire i capelli ritti a tanti bigotti. Hai tutta la mia stima!
Caratterizzazione dei personaggi: 6/10 →in questa fanfiction è Yugo che presenta gli altri personaggi: il fratello ribelle, ma non felice, la madre remissiva, il padre dispotico e la novella sposa che ama i cavalli e che è il centro del suo mondo. Quello che sappiamo di Yugo lo sappiamo dal confronto con gli altri personaggi: è un fratello minore rispettoso, un figlio diligente, un ottimo studente ed è molto innamorato della moglie, per la cui felicità è disposto a tutto. Deduciamo anche che abbia una buona dose di coraggio per affrontare la sua famiglia tutta in una volta, tuttavia non sappiamo niente altro. Quello che mostri è sufficiente per la storia che hai proposto, ma non per dare al lettore l’idea di “conoscere” questi personaggi.
Contestualizzazione: 8/10 →corretto il rating, sul genere avrei sorvolato su “Romantico” perché trovo tale aspetto abbastanza marginale. Avrei inserito la nota “Missing Moment” (se è tale).
* Attenzione! Di seguito tutte le frasi in cui è necessario un intervento. Dove la frase è riportata senza commento è perché l’errore è lo stesso già commesso in precedenza.
42/65

“alla amazzone” → non un vero e proprio errore, ma sarebbe meglio usare “all’amazzone”.
“si” → l’affermazione “sì” vuole l’accento.
“tappeto di petali di fiori” → avresti potuto usare “tappeto di petali” o “tappeto di fiori”: è un po’ ridondante “di petali di fiori”.
“-Io dovrei proprio...-” → il trattino del dialogo è quello lungo (—) e non quello corto (-), inoltre quando si usa il trattino per il dialogo, in chiusura della battuta, prima dell’a-capo (cioè in assenza di un verbo di dire) il trattino non va chiuso.
“Ed Aki incrociò le dita […]” in linea generale, non si dovrebbe mai cominciare una frase con una congiunzione (“e”, “o”, “ma”): viene ammesso in poesia e nel linguaggio giornalistico, al fine di ottenere determinati effetti metrici o di concatenazione del discorso. Non lo considero propriamente un errore, ma visto che l’hai usato diverse volte te lo segnalo a titolo informativo.
“Era combattuto, ed è su quello che Yugo contava [...]” → la frase è all’imperfetto e tutto il racconto al passato remoto, pertanto quel presente del verbo essere mi sembra fuori luogo.
“Sarebbe fuggito, lasciando dietro di se una nuvola di fumo [...]” → “sé” per “se stesso” vuole l’accento.
“ribattè” → “ribatté” vuole l’accento acuto.
“[...] non senza ferirlo. e l’ultima cosa [...]” → hai messo un punto fermo al posto della virgola.
“Non mi da più fastidio.” → la terza persona singolare presente del verbo “dare” va accentata: “dà”.
“[...] in singhiozzi. anche il suo bambino[...]” → punto fermo al posto della virgola.
“[...] meravigliosa davanti a se.” → manca l’accento.
“[...] ne voleva scuse [...]” → la negazione “né” vuole l’accento.
“[…] era semplicemente soddisfatta del risultato dei suoi sforzi.” → “propri”: la frase lascia il dubbio se la madre sia soddisfatta dei sforzi da lei fatti nel passato o di quelli fatti dal figlio. Solo con la frase successiva si ha la certezza che parli dei propri. Per evitare questi fraintendimenti è meglio usare “proprio”. Questa è anche la frase in cui ti sfugge il pov.
“[...] una smorfia di scontentezza, o di disgusto.” → davanti a “e” e “o” non ci andrebbe la virgola, tranne negli incisi.
“Yugo si sciolse dall’abbraccio di sua madre.” → quando non necessario, l’aggettivo possessivo non andrebbe usato: meglio un più sintetico “della madre”
“[…] la tranquillizzò lui, parlando in realtà all’uomo rigido di fronte a lui, [...]” → ripetizione lui/lui. Il primo potrebbe essere omesso, il secondo modificato in “sé” o “che gli stava di fronte”.
“[...] e non avevi torto. Ma questo [...]” → come sopra.
“[...] si preoccupava di continuamente di chiederti [...]” → c’è un “di” di troppo.
“O semplicemente stringendo Aki a se nelle sere d’inverno, […]” → come sopra per la frase che comincia con una congiunzione; manca l’accento su “sé”.
“[...] avrebbe risposto ei nascondendo il viso [...]” → errore di battitura.
(Recensione modificata il 27/05/2016 - 11:07 am)