Bene, eccomi qui. Finalmente trovo cinque minuti per potermi dedicare interamente alla recensione di questa stupenda fan fiction.
Come già sai, ho letto il capitolo mentre ero in treno e ci sono stati più momenti in cui mi sono commossa e uno in cui davvero mi sono uscite delle lacrime che ho dovuto subito asciugare girandomi in un angolino, probabilmente per tutto quello che si era accumulato nel capitolo e nell'intera storia, ma non erano lacrime tristi, credimi. Erano quasi di liberazione.
Iniziamo però a parlare di altro e gradualmente arriveremo anche a quello, che riguarda qualcosa che sta alla fine della storia stessa.
- Prima di tutto devo fare una confessione: mentre leggevo ho avuto la sensazione che questo fosse il capitolo che preferivo di meno, che in qualche modo tutte le parole e i discorsi che facevano forse questa volta fossero un po' "troppo" e rendevano tutto quasi fastidiosamente pesante. Ma poi, no! Ho continuato a leggere e quel fastidio se ne è andato ed è arrivata la commozione che mi ha fatto amare tutto il lavoro. No, non meritava di essere considerato "troppo pesante". Chiedo perdono, ma spero apprezzerai l'onestà!
- Per prima cosa il tema. Avevo già molto apprezzato il tuo girare intorno ai "sensi" nel capitolo due, questa volta invece hai scelto qualcosa di ancora più complesso come "Ombra e Luce" che tra l'altro è stato molto più presente, non solo metaforicamente e figurativamente, ma proprio fisicamente perché il tutto inizia quando è ancora notte, quindi "buio" e termina all'alba, con la luce del sole che inizia ad illuminare ogni cosa.
- Quando inizia il capitolo, ci fai capire subito che c'è qualcosa che non va, che non dobbiamo aspettarci momenti di "fluff" tra loro due a letto, magari mentre si coccolano. No, siamo nel pieno della notte e Carol, nonostante abbia provato l'esperienza più intensa della sua vita (e vale anche per Daryl ovviamente), continua a sentire un grosso peso dentro di sè, e la presenza del buio di certo non aiuta. Qui devo obbligatoriamente fare una confessione personale che però servirà anche a spiegare meglio come sia stato per me comprensibile percepire le difficoltà di Carol.
Da quando sono bambina, ho sempre avuto paura del buio. Crescendo ovviamente sono riuscita a razionalizzare la cosa, ma continuo a non sentirmi a mio agio lo stesso. Questo perché quando è buio non so affatto cosa io abbia di fronte a me, mi sento impotente. Quindi il non avere padronanza di se stessi, se riesci a capirmi. Credo proprio che Carol non possa trovare una risposta nel buio, perché il buio è come se fosse "chiuso", così come sembra essere lei, sempre di più. Come se non "vedesse" altra prospettiva avanti a sè a parte ciò che già conosce. Per questo motivo ho apprezzato ancora di più il confronto che hai fatto tra questi due opposti, con la luce che alla fine diventa una soluzione e questo non solo per Carol. Anche se in realtà la storia ha un finale abbastanza aperto, ma questo è un altro argomento e ne parliamo tra poco.
- Guarda, l'angst presente nel capitolo non mi ha fatto male. Sarà che anche io sono quasi sempre portata a quello se penso ai Caryl (soprattutto ultimamente, anche se non si direbbe dai miei scritti che invece sono sempre pieni di speranza. Magari inconsciamente è quello che voglio per loro, per questo scrivo positivamente nonostante non riesca a non pensare alle sofferenze). In realtà un litigio tra loro sarebbe stato molto salutare e questo mi pare di avertelo già scritto in un'altra recensione. Carol e Daryl sono abituati ad affrontare delle situazioni estreme e drammatiche, ma tra loro c'è sempre comprensione, un modo silenzioso di farsi compagnia. Forse però una terapia d'urto non sarebbe poi così negativa. In questo modo forse potrebbero rendersi conto di essere stanchi, di non farcela più, che c'è bisogno di un cambiamento vero. Magari non mi sono espressa perfettamente, quello che intendo è che il confronto deve esserci tra loro due per poter cambiare qualcosa realmente, perché se anche loro che si sono sempre compresi non riescono più a sostenersi come prima, allora veramente vuol dire che le cose sono inevitabilmente diverse o lo stanno diventando o forse è meglio che lo diventino. Ma ora sto un po' divagando e già pensando al telefilm che quest'anno in qualche modo delle "differenze" le ha già mostrate, ma è ancora da capire se questo porterà a risoluzioni positive o meno.
- Ci sono tante frasi importanti, tanti concetti che mi hanno fatto commuovere. Il primo è quello di "famiglia" e qui il confronto con il telefilm purtroppo è dovuto. Perché sicuramente ogni personaggio di TWD ha trovato nel gruppo una nuova famiglia, eppure Carol e Daryl sembrano gli unici a cui questo "amore" non sembra essere abbastanza per salvarli. Vedi Daryl che non riesce proprio ad ascoltare le parole di Glenn nella 6x15 e che fanno sembrare Dixon più interessato ad una vendetta impulsiva che invece a ciò che la sua famiglia vuole fare per lui (o magari sono solo gli autori che pur di sfruttare Daryl l'hanno dovuto scrivere in maniera quasi OOC). O Carol che ama così tanto tutti da annullarsi e da preoccuparsi del fatto che un suo errore potrebbe costare la vita di qualcuno e questo non lo sopporterebbe più, quando in realtà è il rischio che tutti sono costretti a correre e che vogliono correre. Sembra quasi che non sia "abbastanza" per aiutare questi due cuori disperati. Invece, e questa è una cosa che è stato il telefilm a trasmettermi, Carol e Daryl hanno sempre visto nell'altro il concetto di "casa", che può essere un sinonimo di "famiglia" ma credo forse anche qualcosa di più ampio che al suo interno non può avere un tipo di amore specifico. Guarda caso infatti è stato Daryl a portare indietro Carol (e parliamo da un punto di vista fisico più che emotivo, ma c'è anche quello) quando voleva andare via nella quinta stagione, oltre a tutto quello che poi è successo che l'ha convinta, in qualche modo, a restare. Ma Daryl è stato fondamentale, altrimenti non ci avrebbero proprio mostrato lui che la segue, che la trova in tempo e che la consola in tutti i modi possibili in Consumed. Lo stesso vale per Carol che sembra l'unica ad entrare, con le sue parole, nel cuore di Daryl. Lo consola per la morte di Beth e lo guida verso uno sfogo, che è quello di cui lui ha bisogno e che in qualche modo riesce anche a trovare da solo. Non lo sforza, non gli dice "se non riesci a provare dolore, provocatelo", cosa che invece fa Daryl stesso nella puntata 5x10, per riuscire poi a piangere. La stessa cosa è accaduta nel tuo capitolo però a parti invertite (e con le dovute differenze, ma il concetto è quello), e tra poco ne parliamo.
- La Carol di questo momento è molto complessa da scrivere, così come sia una sofferenza leggere di lei o guardarla sullo schermo. Sei comunque riuscita a descrivere bene cosa la tormenta, tanto da farmi mancare il fiato, sentivo il peso e il senso di chiusura provati da lei. In qualche modo è stata una sensazione anche peggiore di quella provata guardandola nel finale della sesta stagione nel quale, ovviamente, non siamo potuti entrare totalmente nella sua testa. Sarà stato per questo. Inoltre c'è stata una soluzione diversa rispetto al telefilm dove Carol va via da sola e questo cambia tutto inevitabilmente.
- Ricollegandoci a quello che dicevo prima, ho trovato straordinariamente IC Daryl e dico "straordinariamente" perché fino a quando non lo vedrò sullo schermo, pensare a lui che da un bacio, o che ha un rapporto sessuale o che pensa a questioni complesse e ne parla soprattutto, mi sembra sempre difficile (questo si sarà notato nelle mie storie, tendo a fargli dire sempre le frasi immediate e brevi che gli scrivono nel telefilm... e non dico che sia un bene eh!).
D'altra parte però lo hai descritto molto bene, soprattutto in questo passaggio.
"Lui era sempre stato un uomo concreto, che mostrava il suo cuore in modo vivido, senza logica e senza dialettica. Non sapeva mascherare le emozioni e viveva la vita sull’onda di ciò che sentiva in modo cocente, senza compromessi. Senza remore. Alla luce."
Ecco, qui ci sarebbero un altro paio di cose da dire. Penso di averne parlato (forse non in modo approfondito) anche sul gruppo, ma sembra proprio che Carol e Daryl abbiano fatto due percorsi opposti, che abbiano portato l'uno a comportarsi come l'altro quando la serie è iniziata. Mi spiego meglio. Se Carol è sempre stata quella più espansiva e Daryl quello più schivo e chiuso, adesso si può dire che sia quasi il contrario. Però, è assolutamente vero che se Daryl ha sempre agito fisicamente e prontamente "alla luce", Carol invece è quella che ha imparato ad intervenire "all'ombra" (i travestimenti possono essere un esempio) e questa ovviamente è la loro maggiore differenza e nessuno dei due "metodi" si può dire sia giusto o sbagliato.
Quello però che mi è piaciuto della realizzazione di Daryl (e che quindi ho trovato parallelamente collegato alla 5x10, come scrivevo sopra), è stato il suo aver trovato una soluzione nella "non soluzione" dei tormenti di Carol. Lui non vuole forzarla a trovare una risposta ai suoi problemi, o almeno non una risposta immediata, nè pretende di essere colui che può magicamente farla star bene. E' un passo molto maturo da parte sua che mi piacerebbe tanto vedere nel telefilm, anche in circostanze differenti (ma se Carol è coinvolta sarebbe meglio). Sa che non può (non in quel momento) fare qualcosa. Non può essere la soluzione, non può trovarla lui. E' lei che deve farlo e Daryl può soltanto starle accanto perché la ama. E la ama per quella che è e non solo quando le cose vanno bene. E non è Carol a chiederlo, è lui che vuole farlo. E' una scelta personale verso qualcosa o meglio qualcuno che lui sa sia stato fondamentale per la sua crescita personale e non può farne a meno. Inizialmente è arrabbiato, e comprendiamo perché. Comprendiamo quanto possa pesare su di lui il sentirsi abbandonato, che è qualcosa che lo ha tormentato per tutta la vita. Ma in questa storia arriva la realzzazione finale che nel concetto di abbandono non c'è mai una sola persona, ma almeno due. Chi è stato abbandonato e chi invece ha scelto di abbandonare. Ma questo non sempre accade. A volte si può provare a prevenire quella situazione. Mi spiego meglio perché so di aver messo in mezzo qualcosa di delicato. Non si tratta più di due persone singole che possono prendere due strade diverse, soprattutto perché magari una delle due non è più interessata all'altra. Carol e Daryl si amano e se Carol ha la libertà di volersi allontanare, Daryl ha la libertà di poterla seguire. Le ha sempre lasciato i suoi spazi, ma una volta che ti leghi a qualcuno devi sempre tenere conto che l'altro avrà la "libertà" di curarsi di te e di scegliere e di VOLERE stare accanto a te. Altrimenti, almeno per come la vedo io, forse non lo ami come pensi perché gli neghi qualcosa, gli neghi quella stessa liberà che hai tu. Ok, mi fermo qui perché altrimenti continuo a scrivere cose e non saprò poi come uscirne fuori. Magari tu capisci meglio di me, poichè penso di essere molto ignorante in psicologia xD
- Ora, dopo tutti questi miei discorsi (che spero vivamente abbiano un senso), siamo arrivati al momento che probabilmente aspettavi in cui ti scrivo qual'è stata la parte che mi ha commossa di più, il passaggio che anche poco fa, rileggendolo per incollarlo qui, mi ha messo i brividi e mi ha fatto nuovamente venire gli occhi lucidi (penso proprio che mi odierai perché ho lasciato la cosa alla fine della recensione, sorry)
"Quando riuscì a focalizzare lo sguardo, di fronte a sé trovò il volto di Daryl, ora illuminato da una nuova luce. Una luce che fino a pochi minuti prima non c’era. I raggi di un nuovo sole che dalla terra si risvegliava e portava velocemente sempre più chiarore.
Carol abbassò gli occhi verso il proprio grembo e lì, delicatamente posata sulle sue gambe, vide una Rosa Cherokee." e il successivo "Un sole che a Carol sembrava illuminare lui più di ogni altra cosa".
Ti giuro. Ho immaginato il volto di Daryl mentre i raggi solari lo illuminavano e Carol che lo guardava. Lui con in mano la rosa, come a ricordarle come è iniziato tutto tra loro. Come se Carol potesse "vedere" di nuovo.
Grazie per questa storia. Penso di non aver mai letto nulla di così bello (almeno per quanto riguarda Carol e Daryl). Chissà, magari il mio (nostro) stato emotivo dipende anche dalla grande sofferenza che abbiamo provato quest'anno con la sesta stagione che ci ha rese, in qualche modo, più "fragili".
Ma detto con tutta onestà, il merito è anche tuo per aver pensato a questa storia e per averla scritta nella maniera giusta. E poi, perchè no, la bellezza del racconto è stata amplificata anche dalla cura che hai messo nella scrittura e dal tuo stile narrativo che è una cosa che da pignola come sono (anche se scrivo una schifezza, altrochè, dovrei leggere con maggiore frequenza e aggiornare il mio vocabolario della lingua italiana) apprezzo ancora di più. Insomma, le storie scritte bene hanno sempre una marcia in più, se ci metti poi situazioni complesse e non banali o già lette, allora il tutto diventa quasi perfetto (dico quasi perché per me la perfezione non esiste, ma ci siamo andati vicini, forse ahaha).
Non vedo l'ora di poter leggere altro di tuo. So già che sarà una fantastica esperienza.
Io la finisco qui (penso che questa stia stata la recensione più lunga che abbia mai scritto) e spero di non averti annoiata ma solo di averti dato il supporto giusto per continuare ad essere dei nostri e di scrivere storie.
Un abbraccio.
- Carol (Recensione modificata il 15/04/2016 - 05:02 pm) |