Recensioni per
John: can you feel it?
di ArwenDurin

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
21/03/20, ore 16:00

Ciao, recupero prontamente anche questa (ormai non me ne mancano molte tue da leggere, sto finendo la lista). Anche qua ti faccio presente che l'immagine che avevi caricato non è più visibile, sempre Tinypic il problema. Non sapendo con quale immagine visiva ti eri aiutata, mi attengo a quella che tanto bene hai descritto con le parole. Che poi è la ragione per cui ho aperto questa storia, così come le altre che ho scritto finora. Credo sia tra le tue fanfiction più incisive a livello testuale, una narrazione introspettiva ma molto veloce. Senza dialoghi, e con questa terza persona che riesce benissimo a entrare dentro la testa di John Watson in un momento molto particolare, oltre che poco esplorato dalle autrici di Fan Fiction di Sherlock BBC. Non so, non mi è mai capitato di leggere storie su questo momento nello specifico. Però verrebbe da chiedersi perché non riesce a dormire bene, e come potrebbe d'altra parte. Prima Sherlock è morto e ora invece è vivo e se l'è anche trovato davanti. Forse i fratelli Holmes avrebbero potuto trovare un metodo meno brutale per farglielo presente. Ma intanto però è così che è andata e John ovviamente confuso, arrabbiato, felice... io ho sempre pensato che la sua fosse una commistione di questi sentimenti, felicità e rabbia che in egual misura si agitano dentro di lui. Naturalmente è arrabbiato con lui, mi piace meno che lo accusi ingiustamente d'essere un bastardo ma questo lo dico pensando alle cose di cui lo accusa nella quarta stagione. Ad ogni modo il tuo John è perfettamente IC, non stento a credere che provi rabbia nei suoi confronti, che si senta preso in giro e hai calcato anche la mano su un concetto che spesso vedo sottovalutato o comunque ignorato ovvero il fatto che Molly, Mycroft e un mucchio di senzatetto sapevano che Sherlock Holmes fosse vivo, mentre lui no. Io credo che parte della rabbia di John derivi sì dal sentirsi ferito e preso in giro, da tutto il dolore che ha passato e dal fatto che gli ha permesso di metabolizzare il lutto e andare avanti con la sua vita (o così almeno crede lui); ma la rabbia più cieca e violenta arriva senz'altro dalla gelosia. John è geloso di Sherlock, ma geloso marcio e si vede benissimo con Janine. In questo caso è geloso del fatto che Molly, Mycroft e un mucchio di senzatetto sapessero che Sherlock era vivo mentre lui invece no. Questo è uno degli aspetti che fa arrabbiare John, arriva dall'inadeguatezza, dal sentirsi inferiore, da tutta una serie di fattori che è presumibile facciano parte del suo passato. Ma intanto ci sono e li prova. Certo però è anche felice e tu ce lo mostri molto bene, la felicità viene fuori più verso la fine però c'è ed è giusto che ci sia perché in fondo, anche se è vero che Sherlock delle volte si comporta da stronzo, a John piace soprattutto per questo. Perché è fatto così. Anche in questi concetti che tu hai mostrato bene con questa approfondita introspezione di John, c'è molto di vittoriano. Mi hanno ricordato un po' quelli del canone o dei film con Robert Downey JR e Jude Law. Li vedo sempre, i Johnlock vittoriani, quando leggo le tue storie ed è stato anche in questo caso.

Come al solito ho divagato, ma va beh... le tue letture sono sempre molto piacevoli.
Ne ho ancora un'altra, credo, da recuperare. Quindi mi vedrai prestissimo.
Koa

Recensore Veterano
22/05/16, ore 20:11

Eccomi Arwen! :D
Di John mi sono sempre chiesta, quella notte che non chiuse occhio, quali pensieri ed emozioni il ritorno di Sherlock gli avesse scombussolato dentro. Secondo me dentro di lui era in corso una lotta interiore cominciata sin dalla prima volta che lo aveva incontrato, e che aveva creduto di aver stanato. In quel momento sono tornate a galla tutte le sensazioni che pensava di aver accantonato, di essere riuscito ad arginare, e lo hanno travolto tutte insieme. Purtroppo abbiamo solo il suo volto scosso e ponderante (dato anche dall’immagine che hai inserito alla fine) a darci un indizio di quali siano i suoi tormenti interiori… ma per fortuna esistono le ff! XD
“Il sentirsi inutile e pian piano vuoto, schiacciato, aggrinzito e marrone come una foglia che aveva compiuto il suo giro depositandosi ad altre; unanime ed uguale a tutte loro, come nelle prime giornate d'autunno, perdendo il suo colore verde acceso” tutto ciò racchiude perfettamente lo stato d’animo di un John dopo il Reichenbach. Sarebbe caduto in depressione, se Mary non avesse provato a ricostruire i frammenti del suo cuore spezzato. E quel “Lui, credendo di aver perso Sherlock, aveva perso il suo colore.” Piango T.T Sherlock ha portato davvero colore alla sua vita triste e grigia. Lui è il suo colore, il colore della vita.
Ci conduci quindi nei suoi fitti pensieri, dapprima dominati dalla rabbia, e a ragione, anche. Una rabbia talmente potente da non essere razionale. La persona più importante della tua vita organizza una messinscena facendoti credere di essersi suicidato davanti ai tuoi occhi, e poi ritorna due anni dopo come niente fosse denigrando i tuoi baffi! Sfido chiunque a trattenersi! XD Quel pugno (e anche la testata XD), ci stava tutto. u.u Mi piace come hai gestito l’introspezione, le immagini si susseguono l’una dietro l’altra, offrendo scorci di pensieri e ricordi vividissimi che scorrono l’una dietro l’altra come in un film. Mi complimento con te perché la tua scrittura è chiara e scorrevole, oltre che interessante ^-^
“Poiché Sherlock era il suo mondo e gli aveva fatto vedere poteva ancora valere qualcosa e non sentirsi più un fallito inutile, e poi era svanito come polvere al vento. Ed era rimasto l'oblio del dolore, il grigio insignificante del tutto.” Ma cosa sono queste frasi? *-* Poesia pura, mamma mia. ♡
E poi la rabbia si affievolisce, sostituita da quella vocina nella testa (e che risiede nel suo cuore) che gli sussurra quasi come un indizio, che anche Sherlock aveva sofferto nel separarsi da lui. E il finale, dove John realizza che, una volta che la rabbia sarà scemata, lui non potrà fare a meno di perdonarlo. A fare a meno di lui.
" perché tu non lo odi, non potresti mai ". Perché l’odio non è altro che il fratello bastardo dell’amore.
Bellissima fic, shame on me per aver aspettato tutto questo tempo per leggerla! John è molto IC a mio parere, perciò tranquilla! La inserirò tra le mie ricordate, per rileggerla ogni tanto, perché mi è proprio piaciuta. ^-^
Alla prossima, carissima! (E scrivi più Johnlock che fa bene alla salute! [cit.])
Chap ♡

Recensore Master
19/04/16, ore 16:44

Ti lascio qualche osservazione sulla tua ff anche perché mi ha attirato la scelta dell’immagine con cui hai corredato il tuo testo, anzi, quella che, mi pare di capire, ti ha ispirato il tutto. Indubbiamente è una sequenza estremamente significativa, più di un dialogo o una narrazione. Hai focalizzato correttamente lo stato d’animo di John, la sua sorpresa, la sua rabbia nello scoprire che lui, forse, era l’unico che “non sapeva”, il suo dolore, la sua confusione nel vedere Mary accanto a sé, ora quasi come un elemento estraneo nella sua vita. Sinceramente, la prima parte della storia mi è scivolata via senza particolari tali da soffermarmi su di essa, ma da “…Perché Sherlock Holmes era vivo,..” alla fine, è stato come se il tuo stile avesse virato verso una forma espressiva più determinata. Le frasi si sono fatte più lapidarie, più veloci, più incisive. Fino ad arrivare alla conclusione, illuminante. Brava.