E', è... cruda.
Lacera dall'interno e, credimi, te ne accorgi.
Te ne rendi conto dalla prima frase, dallo stato d'animo del ragazzo, dalle sue azioni che avranno un loro perchè, per quanto arcano e distorto, ma rimangono a me incomprensibili nella loro stessa essenza di fatti.
Forse un lampo di follia può portare a pensare di compiere una cosa simile. La temerarietà o la disperazione magari riescono nell'intento di convincerti a farti del male una volta. Ciò che mi rimane ostico e irrisolto è il motivo che trascina una persona a tagliarsi ripetutamente.
Credo che anche la sopportazione della rabbia di un momento sia difficile da raggiungere. L'ira implacata di un istante. Gli istinti da sfogare che ne derivano. Ti ripeto, questo per me giustifica un un atto di tale autolesionismo, per quanto giustificabile da me che ne sono estranea. La rabbia di una vita invece dev'essere insostenibile. E magari trasporta in un vortice di sensazioni atroci, orribilmente e necessariamente da ripetere.
Questo pseudoMattia, questo pezzo di te, brandello di pensieri pessimisti e decisamente tristi mi mette addosso un'angoscia inimmaginabile. Ti giuro che ho creduto di piangere.
Non volevo leggere perchè pensavo di non essere in grado di sopportarlo. In realtà quasi avevo paura di vedere ciò che avevi scritto. Mi spaventava e mi rendo conto di essere stata un'idiota.
Alla fine non mi ha spaventato, ma ha scatenato in me pensieri, riflessioni, parallelismi vari con il libro fino a farmi giungere alla domanda cruciale: cosa hai passato, Marti? Perchè non mi hai reso parecipe, se non solo parzialmente? Ribadisco un tuo concetto espresso nella tua recensione a "Rifiuto": puoi usarmi per i tuoi sfoghi come, quando, dove vuoi. Davvero.
Devo dire che come grido è agghiacciante, ma anche sorprendentemente realistico e insinuante.
Forse l'avresti scritto lo stesso anche dopo esserti sfogata, ma, è strano a dirsi, magari non avrebbe conservato questa disperazione coinvolgente ed incalzante che trapela da tutta la pagina.
In effetti avrebbe perso parte del suo fascino.
Ma tu non avresti perso pezzi di te stessa.
Ti voglio tanto bene, Marti. Ricordatelo sempre.
Giu. |