Ehi, ciao!
Questa recensione inizia con una grande sorpresa da parte mia, non ci sono dubbi.
Di solito non sono una lettrice pignola, ce ne vuole per farmi trovare del bruttume in una fiction scritta da un autore in erba, però divento molto pretenziosa quando un individuo sforna una storia che tratta il mio genere preferito in assoluto. Cerco di scovare possibili errori, di vedere se il creatore ha rispettato le regole base...Eccetera.
Metto le mani avanti per farti comprendere il traguardo che hai ricevuto con "Only one", sei riuscita a dimostrarmi qualcosa di profondo e a trasmettermi delle forti sensazioni. Adoro quando gli scrittori hanno il coraggio di pubblicare storie in grado di rompere gli schemi, quando mettono in primo piano la loro fantasia per regalare qualcosa di nuovo e non il classico minestrone pieno di assurdità / ovvietà.
Non è la prima volta in cui mi ritrovo a recensire una storia horror a tema Pokémon, però è stato piacevole notare che la figura di Red (o Rosso) non è stata collegata alla classica Sindrome di Lavandonia, una Creepypasta che - diciamolo - con l'invecchiamento ha perso il suo fascino.
Il punto forte della fic è proprio proprio l'incipit di base, mi è sfuggito un sorriso quando ho capito il nocciolo della questione.
La Shot possiede un certo valore per i giocatori che si sono avvicinati al brand dei Pokémon con le vecchie generazioni, i riferimenti per i nostalgici ci sono tutti. Complimenti!
La trama della storia è semplice e lineare, senza troppi fronzoli nel mezzo a dare fastidio. Da una parte abbiamo il Red della prima generazione, il personaggio da cui è partito tutto, e dall'altra il Rosso che è stato inserito nei successivi Remake. Il conflitto presentato da Red è qualcosa di macabro, di molto profondo e sinistro; diciamo che non vede l'ora di sfogare la sua ira su quel povero disgraziato per ottenere la vendetta che ha sempre desiderato. Questo particolare mi ha fatto ricordare moltissimo il "Dark Link" della serie videoludica di Zelda, per non parlare della famosa PokéPasta "Pokémon Rosso Errore".
Ne hai mai sentito parlare? Mh, credo proprio di sì.
Le descrizioni non mancano e, spesso e volentieri, queste sono accompagnate da un lessico capace di far trasudare le emozioni provate dai protagonisti. Forse sarà diretto e non potrà soddisfare il palato di ogni lettore, ma in questo contesto assume un fascino tutto suo. Il tuo modo di scrivere ha concesso al lettore la possibilità di vivere l'esperienza dal punto di vista di Rosso, di assistere all'avversione dimostrata da Red come se fosse al posto della sventurata preda. E' viva, non è messa lì a casaccio o come riempitivo.
Complimenti ancora!
La narrazione complessiva della storia è un po' da rivedere, in alcune occasioni ho incontrato dei piccoli dettagli che mi hanno costretta a storcere il naso.
1) Il continuo susseguirsi della parola "Rosso" all'interno della storia.
Si tratta di una ripetizione che si poteva /a parere mio/ evitare benissimo, non so se ci hai fatto caso, ma l'ho appena dimostrato durante la stesura della recensione.
Preciso che scrivere per tante volte la stessa parola non è un vero e proprio errore grammaticale, però rende meno scorrevole la lettura e sacrifica il risultato finale. Per fartela breve: è come avere il singhiozzo nel momento meno opportuno della giornata.
Per evitare questo piccolo incidente bastava affidare a uno dei due il nome inglese, così il lettore era capace di concentrarsi di più e non perdere mai il filo del discorso.
2) La spiegazione superflua dentro alle parentesi tonde.
Ammetto di avere una certa avversione riguardo alle parentesi tonde, io non le utilizzo mai, è come se lo scrittore dimostrasse di non essere capace di scrivere un concetto senza doverlo spiegare per forza. Eppure è stato il contenuto di queste parentesi a farmi venire la pelle d'oca, si vede che si tratta di una conseguenza del punto che ho spiegato in precedenza. Se scrivevi qualche sinonimo al posto di "Rosso" riuscivi a non dovevi affidarti per forza alla spiegazione da Capitan Ovvio della situazione.
Ci sono tanti modi per descrivere il colore dei capelli dei personaggi: moro, corvino, castano e via così.
Il lettore deve capire da solo di chi stai parlando, non c'è bisogno di doverlo sottolineare.
Devi imparare questo dettaglio, altrimenti rischi davvero di mandare all'aria l'atmosfera.
3) I punti di sospensione.
Sono troppi, decisamente.
Va bene che il personaggio di Rosso è circondato da un alone di mistero, in cui molti attestano che sia muto e altri che affermano il contrario.
Può essere un riferimento molto carino ma, nella scrittura, i punti di sospensione si usano per segnalare che il discorso viene sospeso, in genere per imbarazzo, per titubanza o per allusività
E' come se i protagonisti fossero indecisi per tutto il tempo.
Ti consiglio di rimuoverli!
Voglio ringraziarti.
Ho apprezzato davvero tanto il tuo racconto, anche se presenta delle minuscole imperfezioni che possono essere corrette nel giro di pochi istanti.
Grazie alla tua storia mi hai dato la possibilità di vivere un brivido, genuino e sincero, mi hai permesso di affondare nei ricordi inerenti alla mia infanzia.
Per questo non metterò una valutazione neutrale alla recensione, oggi mi sento buona, sono di manica larga. Hehehe!
Penso di aver detto tutto ciò che mi è passato per la mente, il mio tempo a disposizione - qui - è finito.
Un bacio e...Alla prossima!
Lily di KomadoriZ71 |