Ciao, caro.
Mi ritrovo a leggerti nel mezzo della notte e la notte accompagna la mia follia di solito, quindi se scrivo qualcosa di insensato non volermene.
Ho letto e riletto questa tua poesia, affichè ogni tua parola potesse sfiorare la mia anima e quindi la mia immaginazione.
Sentivo i pensieri pesare sulla mia testa e opprimere con le sensazioni legate ad essi anche il mio petto, che si è trasformato nel tuo deserto di apatia interiore.
Ma poi un rumore, qualcosa o qualcuno che ci distrae affinchè riusciamo a notare l'immensità del cielo, ha attirato la mia attenzione. Ho associato la rondine ad una forte distrazione, una bella, bellissima emozione che mi ha portata ad abbandonare l'apatia per abbracciare in forma di germoglio un infinito diverso, il cielo.
Il germoglio potrebbe segnare un nuovo inizio, un nuovo rialzarsi e guardare oltre.
Questo è quello che hai trasmesso a me oltre all'immensità della natura sovrana.
Alla prossima,
V. |