Ho letto la tua storia due volte. Il che potrebbe sottolineare quanto io sia lenta nel farmi delle opinioni, ma questa non è nemmeno troppo una novità. No, l'ho letta due volte, perché c'era qualcosa che alla prima lettura mi era sfuggito e credo che sia l'impronta che hai dato alla tua storia. So che in molti trovano difficoltà con Mycroft, non so se tua sia tra questi, ma come primo tentativo con lui direi che è molto buono. Certo, scrivere di qualcuno è molto più difficile che avere delle idee o farsi un'opinione a riguardo. A mio avviso hai sottolineato certi aspetti, magari lasciandone indietro altri, ma ci sta dato che si tratta di un qualcosa di molto breve. C'è molta malinconia, in questa storia. L'immagine, davvero bella e che condivido appieno, di un Mycroft al pianoforte è un qualcosa che mi tocca in modo particolare perché amo la musica classica, il pianoforte e l'idea di Mycroft che lo suona. Ho apprezzato molto anche l'idea della musica come punto d'incontro tra i due fratelli, e mi hai anche stupita perché non avevo mai teorizzato nulla di simile. Hai sottolineato molto bene le differenze che ci sono e che sono forse molto meno nette di quanto sembra, mostrandoci come vedi i due fratelli e che cosa li divide. Cosa, invece, li accomuna. Sì, molto litigiosi (com'è tipico tra fratelli), ma uniti da qualcosa di profondo. Come ho detto, stupenda l'immagine di loro che suonano insieme. E il fatto che la smettano con i loro battibecchi nel momento in cui fanno musica.

Non direi affatto che ti è venuto male, al contrario, direi che è buono. Certo, è Mycroft e lui è un po' come fare le scale: occorre esercizio per farle al meglio. Ti invito, se lo volessi, a scrivere ancora su di lui.
Koa

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