Recensioni per
Io Resto
di Blablia87

Questa storia ha ottenuto 9 recensioni.
Positive : 9
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
10/02/17, ore 00:36
Cap. 1:

Hai colto il momento, dopo la soluzione di un caso, che, di solito, viene ambientato al 221b, facendo litigare quei due o dando loro ristoro dalle brutture del crimine nel loro ritrovarsi. Hai dipinto con precisione e gusto estetico, che non guasta, l’ambiente esterno che è teatro della vicenda, a parte la conclusione. È un contesto naturalistico, quello che metti come sfondo, suggestivo ed in armonia con i sentimenti dei protagonisti. Il lago, infatti, di per sé, non ha l’impeto e la forza del mare. Può essere minaccioso, ovvio, in caso di tempesta, ma è qualcosa di chiuso, quasi di protetto. Spesso è malinconico, soprattutto se il suo respiro si condensa in una nebbiolina insinuante. Qui la natura, come ho già accennato, viene da te resa specchio di ciò che avviene dentro le due anime tormentate. All’inizio, e per buona parte della storia, prevalgono nelle immagini o sensazioni derivanti dal luogo, aggettivi o verbi negativi, quasi che tutto, intorno a loro, partecipi della loro sofferenza. Le cicale “pungono” con il loro canto, la piccola spiaggia è isolata e buia, la sabbia è “appuntita” e fredda, l’aria diventa gelida…La disperazione di Sh è palpabile e tu giochi efficacemente sul contrasto tra il freddo esterno ed il fuoco che gli sta divorando il cuore. John che, con la sua coperta sulle spalle, lo sta cercando è l’immagine stessa della desolazione. Fai sì che il buio ed il luogo non consueto aiutino Sh a lasciare uscire tutto quello che è rimasto inespresso fino ad ora:”…Perché non voglio tornare a Londra e vederti andar via…”. E, come le piccole onde che lambiscono la spiaggia e ripetono magicamente il movimento delle altre, il pensiero dei due diventa uno:”…Se questo è amore…”. Tutta la malinconia che li avvolge si concretizza nell’immagine di Mary e della bambina. Il sentimento prende il ritmo della disperazione, della consapevolezza che gli sguardi e le parole non bastino più. Il lago, forse metafora della vita e delle sue difficoltà che a volte allontanano l’oggetto della nostra devozione, cerca di lambirli e di riportarli indietro, nel limbo della finzione. Ma è troppo tardi. Per raccontarci ciò che segue e che vediamo con gli occhi del cuore, hai scelto delle parole che sembrano carezze e delle frasi che li proteggono dagli sguardi del mondo; il vento disperde anche le loro voci, per dare pace e silenzio. Ti ringrazio per aver deciso di aggiungere il finale che desideravo, nonostante tutte le dovute considerazioni morali che si potrebbero fare sulla situazione, soprattutto su ciò che aspetta John a casa. Ma il vivere una falsità così devastante non è per il buon capitano Watson. Così torna al 221b. Lo fai arrivare in piena notte, segno evidente del tormento che l’ha perseguitato senza scampo. E la frase, con cui Sh l’aveva convinto ad allontanarsi dal lago senza di lui, ora rimbalza e ritorna, ma come sguardo al futuro, mai più l’uno lontano dall’altro (“…Io resto…”). Storia, come al tuo solito, che smuove e fa volare i pensieri e le emozioni anche grazie al tuo duttile modo di scrivere che sa trasmettere tutte le sfumature più diverse della vita.

Nuovo recensore
29/06/16, ore 14:26
Cap. 1:

Nonostante sia un one shot, è scritto in una maniera così bella e delicata che sembra un racconto lungo capitoli e capitoli. Bella l'atmosfera, le parole usate, belli i sentimenti. Veramente, i miei complimenti. Anche a me è successo così; da un pensiero è scaturita una storia, e a volte le parole sono troppo veloci nella testa che sembra quasi di perdere il controllo.
Brava! molto bello!

Recensore Junior
14/05/16, ore 16:02
Cap. 1:

"il fatto di non riuscire a scrivere qualcosa di allegro.."
Non è né allegro ma nemmeno triste.
Mi sembra invece una storia di due persone che finalmente prendono il coraggio a due mani e dichiarano il loro amore.
Vero: c'è di mezzo una famiglia, persone che purtroppo come viene detto "Non è giusto" farle soffrire, ma a quel sentimento chiamato Amore non si sfugge. Lo hanno sempre saputo e purtoppo l'hanno (forse non è colpa nemmeno loro) manifestato tardi.
Come hai scritto, non so bene anche io come manifestarti il mio giudizio: mi hai lasciato un retro gusto dolciastro. Mi hai trasportato nella storia e ancora sono con la mente in quel lago con loro due ancora a "parlare/non parlare"
Complimenti!

Nuovo recensore
14/05/16, ore 15:21
Cap. 1:

Questa storia è davvero piacevole e delicata, malinconia e dolcezza sono bilanciate alla perfezione, le descrizioni sono precise e particolareggiate, ma non pedanti. Adoro il tuo modo di scrivere, la tua attenzione ai dettagli e in generale la tua visione di questo "universo". E poi quando si finisce di leggere una storia e ci si ritrova con un sorriso non c'è davvero altro da aggiungere se non un incitamento a continuare a scrivere!

Recensore Master
14/05/16, ore 13:09
Cap. 1:

Sarei curiosa di sapere cos'hai letto, se hai seguito il mio consiglio di cercare account di quel paio autrici storiche del fandom, come ti avevo suggerito tempo fa. Non so propriamente cos'hai scovato, ma posso capire benissimo l'ispirazione e il desiderio di scrivere. Ci sono certe storie, che sono scritte talmente bene, che sono talmente evocative, emozionali, introspettive e... fantastiche, che fanno venire davvero la voglia di provarci e di mettere qualcosa per iscritto.

Ma comunque. Questo piccolo sfogo mi è piaciuto moltissimo. Io non la definirei una storia angst. L'angst è un qualcosa di opprimente e che descrive situazioni dalle quali sembra non esserci via d'uscita. Questa, al contrario, è una storia che parla di liberazione. Di coraggio. Racconta di un sentimento profondo e inespresso, che finalmente viene lasciato correre e che si espande. Io vedo molto romanticismo, in ciò che ci hai proposto. Ma di un romanticismo struggente, non dolciastro. Non c'è niente di triste in due persone che si rendono conto di amarsi e che riescono finalmente a trovarsi. Al contrario, ho visto la scena in cui fanno l'amore come l'inizio di un qualcosa. Non come: viviamo il momento perché sappiamo che sarà la prima e l'ultima volta. Sì, John impiega un po' di tempo a capire qual è il suo posto, ma le cose vanno fatte con i giusti ritmi. Finale dolciastro. Romantico, ma amaro al tempo stesso. In una parola: bello.

Poi, certo, ognuno percepisce le sfumature a suo modo.
Koa

Recensore Master
14/05/16, ore 13:04
Cap. 1:

In realtà, con la situazione che i Mofftiss hanno creato nella terza stagione, motivi per stare allegri ne abbiamo ben pochi. E una storia come la tua la trovo... non so, quasi "naturale" nel suo confrontarsi con gli eventi della serie tv. Io sono convintissima che tra John e Sherlock ci sia tutto questo subtext che tu hai saputo eviscerare nella tua storia, John diviso tra quello che deve fare (la moglie e la figlia) e ciò che vorrebbe davvero, e Sherlock che ha ormai preso piena consapevolezza dei suoi sentimenti verso di lui.

Recensore Master
14/05/16, ore 11:51
Cap. 1:

E' semplicemente meravigliosa.. struggente.. dolce.. e meno male che c'è il lieto fine...
Ammetto che non ci speravo...
John è riuscito a sorprendermi.. ha finalmente trovato il coraggio di lasciare Mary...
La loro prima volta è stata perfetta.. mi sembrava di vederli.. lì, su quella spiaggia, uniti come non mai sotto la luce della luna...

Mi sono venuti i brividi.. sei bravissima, fantastica, straordinaria! (Copio John, come vedi eheh)

La inserisco subito tra le preferite!! 

Alla prossima.. baci!!!! :)

Recensore Master
14/05/16, ore 11:27
Cap. 1:

È struggente.
Bella.
È anche credibile.
Nel senso che, nella serie non accadrà mai, ma la prima volta sarebbe così.
Il "non è giusto" pronunciato da entrambi e la preoccupazione per l'altro, più che per se stesso, sono una delle costanti fondamentali del loro rapporto.
Entrambi si prendono cura dell'altro, ognuno a modo proprio.
So che Mary non è molto amata da parte del fandom perché è vista come quella che li divide, il terzo incomodo che, incinta, impedisce a John di andare da Sherlock.
Eppure, non è colpa di Mary.
Senza la caduta, non ci sarebbe stata Mary.
Senza la caduta, non ci sarebbe più John.
E mi piace il fatto che tu non l'abbia descritta come una megera, ma che abbia fatto capire come sia John che Sherlock si sentano in colpa verso lei e verso la bambina, vittime innocenti del loro amore.
Come vittime innocenti dei propri sentimenti sono anche John e Sherlock.
Perché l'amore è anche questo.
È qualcosa che ti travolge ed a cui finisci per soccombere, qualsiasi sia il prezzo che dovrai pagare.
Non ci sono colpevoli, ma solo il seguire il cuore.
E John resta, come, nelle nostre teste di Johnlocker, è giusto che stia.
Brava! Come sempre.:-)
Alla prossima!
Ciao! :-)
(Recensione modificata il 14/05/2016 - 11:33 am)

Recensore Veterano
14/05/16, ore 10:30
Cap. 1:

Sono proprio felice di averti consgliato quella storia! bellissima questa OS, piena di immagini suggestive, di descrizioni che ti trasportano nel racconto, sembra quasi di sentire il vento, le cicale, il passo di John alle spalle di Sherlock.
Poi si sprofonda in una valanga di feels, sentimenti nascosti e finalmente palesati.
Un attimo di preoccupazione sul finale, quando temevo che avesse una chiusura amara, invece quel “Io resto.” chiude in bellezza la storia.
Bravissima!