Recensioni per
Il Destino di una Regina
di Amantea

Questa storia ha ottenuto 5 recensioni.
Positive : 5
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
25/05/16, ore 14:35

"Proprio mentre il buio avanza sulle cose,tutto appare piu'chiaro"
Bravissima Amantea!ho iniziato con questo incipit la mia recensione perche'questa frase e'il fulcro ,non solo della fiction ma della vita vera!;ed e'splendido constatare come tu qui,sia riuscita a far risuscitare i morti,rivivere i loro ricordi, far vibrare il loro sentire.... quando hai descritto Maria Antonietta dodicenne a Shoenbrunn mi hai rammentato immediatamente il disegno del manga ikediano che la rappresentava in abito azzurro giocare con le farfalle del giardino. Non va'dimenticato che gia'nel 1767 l'imperatrice sua madre l'aveva predestinata al trono francese....
Ecco,forse lo stesso personaggio della grande Maria Teresa qui risulta un po'ooc poiche',stando alle cronache della Storia,lei non risulto'mai una madre amorevole e delicata con i figli,piuttosto fu severa e intransigente non per questo cattiva,ma seguiva la linea educativa di quel periodo orientata a far si'che principini reali fossero tutti preparati al matrimonio ben combinato e al regno.Ovviamente,come ormai ben si sa ai nostri giorni,e'molto sbagliato forzare le attitudini individuali!
Se la Maria Teresa,come dici pure tu giustamente citando il Titanic(siamo donne,le nostre non sono mai scelte facili)fu donna forte,irreprensibile e predisposta naturalmente al governo di una Nazione mise al mondo ben 16figli x garantirsi buone alleanze straniere, la Maria Antonietta, invece, tristemente ricordata per le sue frivolezze,il carattere sbarazzino e la gioia bambina con cui lasciava trasparire le sue emozioni,dedico'molto tempo alla cura dei figli,al gioco,allo svago,allo stare assieme come mamma/amica.Questo suo pregio putroppo per la storia non conta,la sua figura di regina di Francia viene sempre offuscata se paragonata a quella della madre.
Eppure nel destino infausto che segno'i suoi ultimi anni di vita divenne improvvisamente grande,dignitosa,regale perche's'accosto' al patibolo con la fortezza della nobildonna ed il fervore di una martire.
Bellissima storia Luciana!
p,s.ti avevo scritto un messaggio giorni fa fammi sapere se hai ricevuto. Buon pomeriggio
(Recensione modificata il 25/05/2016 - 08:10 pm)

Recensore Master
24/05/16, ore 22:10

Anzitutto ti dico che sono molto contenta di di leggerti: scrivi pezzi rari, ma, come sempre, raffinati, sia da un punto di vista formale, sia come contenuto. E' un piacere.

L'inizio è molto ben immaginato e costruito: la Regina più "regale" tra le due toglie la distrazione dalla stanza per lasciare che a fluire sia il suo pensiero, che plasmi e che non sia plasmato, eppure la luce arriva, portata da sua figlia. Quando arriva il momento in cui l'obiettivo si sposta su di lei, la Regina più sfortunata si arrende, invece, all'indaco e al corallo.
Sono diverse: la prima, probabilmente, non si distrasse mai dal suo dovere e dai suoi obiettivi, la seconda, lo sappiamo, ne cercò a iosa di distrazioni; la condanniamo, anche se, forse, non era quello il suo ruolo (comandare e di decidere), forse avrebbe dovuto solo essere una icona, o forse le circostanze ed il mutar dei tempi, va a sapere. A volte il valore di una persona lo associamo con il suo saper risolvere con successo una situazione, a volte le situazioni sono talmente difficili che anche il miglior risolutore non può nulla.
Non lo sappiamo cosa avrebbe dovuto davvero fare: lei non lo sa, sua madre è morta e non ha fatto in tempo a lasciarle un decalogo, tu non esprimi un giudizio politico. In fondo non conta: non è un trattato sull'ancien régime, è più sul passaggio di consegne tra madre e figlia - forse, molto semplicemente, le risposte che si è data una madre per costruirci sopra una vita non è detto che siano applicabili ad una figlia. Una si illude sempre, se ha trovato certe scelte naturali, che il miracolo si ripeta anche nella generazione successiva - non è detto.

Mi piace molto il raccordo con l'incontro con Oscar - ho letto Petali al Vento ed era bella: un addio tra due mondi che non comunicavano più.
Qui vediamo la preparazione e l'esito a questa scena dal punto di vista della Regina: ha atteso la sua amica, Oscar ha avuto la fortuna, in un certo senso, di averlo ricevuto il suo decalogo e di essere stata così disciplinata da aderirvi per quasi tutta la sua vita.
E ha avuto la fortuna di non avere davvero un ruolo a cui aderire: è più libera quando decide di buttare all'aria tutto.
Oscar però, di fatto, l'Ikeda l'avrà pure disegnata ad un certo punto ma lo sappiamo tutte che nella storia resta la grande assente, una mamma, non l'ha mai avuta (la forza ha generato debolezza e la debolezza forza?)

Che dire? Direi di finire con l'augurio di tanto amore per Maria Antonietta, per il poco o tanto che le resta - la storia purtroppo è nota e qui ci è davvero simpatica: al di là del simbolo vediamo la bambina che è stata, il viso immerso nei petali, la corsa dalla mamma, il desiderio di riuscire ad essere quello che è giusto (una Regina).
(Recensione modificata il 25/05/2016 - 08:02 am)

Recensore Master
24/05/16, ore 21:39

Una OS toccante e profonda, giocata su due piani sia come Pov che a livello temporale, a presentarci due regine, due madri. La storia ci insegna che alla razionalità e alla grandezza dell'una non corrispose quella dell'altra, letteralmente mandata allo sbaraglio senza averne attitudine (bellissima quella frase, per una serie di motivi mi ci ritrovo molto)e soprattutto predisposizione. Mi è piaciuto il tono dolente che hai adottato, quel fosco presagio, presente anche nell'anime, che si avverte quando la giovane Maria Antonietta scopre il suo destino di futura regnante...ed ecco che mirabilmente lo ricolleghi a quel momento che segna fatalmente la fine di un'amicizia...forse quello in cui nella finzione della Ikeda Maria Antonietta avrebbe dovuto davvero ascoltare il cuore. Bella prova, stile sempre più maturo...è sempre un piacere leggerti. Un bacio Silvia

Recensore Master
24/05/16, ore 16:56

Ciao! Rieccoci qui: tu con i tuoi capolavori (i tuoi deliri...), io con le mie facezie.
Carissima Luciana e incomparabile Amantea, come puoi notare non me ne lascio
scappare neppure una di occasione per "viziarti"...
"In fondo il cuore si abitua a tutto...male che va, si spegne un po'."
A patto che non capiti spesso però, altrimenti...
E' triste fin dall' inizio la storia di Maria Antonietta. Era troppo intelligente, vivace,
furba, allegra, piena di vita, amante dei piaceri e delle cose belle, autoritaria,
quindi inadattissima ad essere regina di Francia. E in effetti non lo doveva essere.
E' stato il vaiolo, di cui gli Asburgo-Lorena si ammalarono, a manipolare i destini
di tutti loro. Un figlio morto, la figlia promessa alla Francia guarita ma deturpata
per sempre, la sorellina guarita e bella come una rosa... Il crudele destino..
Hai fatto bene a iniziare il racconto con una citazione dal film Titanic.
La frase è bellissima, ma il destino è spesso traditore. Naturalmente sono andata
fuori tema, scusami. Si usa dire che con i se e i ma non si fa la storia, però a me
sembra che spesso sia vero proprio il contrario... Ti saluto caramente!

Recensore Veterano
24/05/16, ore 15:46

Bella. Originale. Ho apprezzato come l'hai impostata, partendo dal richiamo all'essere madre, all'essere figlia, ai doveri di una madre e di una figlia, entrambe chiamate ad essere regine, anche se con destini diversi. E mi è piaciuto anche vedere questo noto episodio della vita di Oscar dal punto di vista di Maria Antonietta, attraverso il suo filtro, la sua tristezza, i suoi presagi di solitudine. Molto triste, drammatica ed intensa. Lo stile è sempre all'altezza delle storie che racconti.