Recensioni per
Senza fiato
di Shichan

Questa storia ha ottenuto 10 recensioni.
Positive : 10
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
08/06/16, ore 15:47
Cap. 8:

Mi scuso per il ritardo di questa recensione, ma è stato un capitolo molto intenso e di cui volevo dare la mia opinione sapendo di avere dalla mia parte tempo e calma.
Forse è stata una mia impressione, ma è stato il capitolo più (piacevolmente) lungo di questa storia.
Adoro - già dall'attacco - da come la percezione del tempo si dilati per Miyuki che è letteralmente aggrovigliato, intrappolato nei suoi dubbi, nei suoi forse, nel suo meditare... fa sembrare tutto molto più lento, dà valore a ogni secondo passato a pensare a Eijun, a loro, a quello che hanno e potrebbero avere o non avere, ed è forse anche angosciante, claustrofobico, stimola la gastrite nervosa ma... io lo adoro, perché questo mette in luce quanto Eijun sia importante, quanto lo abbia incluso nei suoi tempi e nei suoi spazi, quanto senta il bisogno di lui che non ha nulla a che vedere col fisico, col desiderio di abbracci o di pomiciare; anche se non lo esplicita il ricercare continuo di Miyuki è un bisogno, non saprei interpretarlo in altro modo e questo porta davvero a far riflettere sulla tematica dell'amore, di cos'è una relazione, di cosa ha bisogno fisico Kazuya in quanto asessuale. Una coppia sessuale - romanzata o meno - può dire "mi mancano i suoi baci" o "ho bisogno di sentire il suo respiro su di me", ma per Miyuki è diverso, pur non facendo alcuna ammissione, in tutti quei giri di parole e pensieri e dubbi, mentre aspetta che Eijun lo deluda, che Eijun lo desideri fisicamente, tra quelle righe manda questo messaggio: "ho bisogno di respirare la sua stessa aria". Forse mi prendo troppe libertà interpretative, ma non posso fare a meno di pensarlo; se qualche capitolo prima era una sensazione, nel momento in cui è entrato nell'appartamento di Eijun e ha condiviso lo spazio della cucina è diventato in qualche modo evidente per me, in questi momenti così semplici, quotidiani, dove nulla succede tra loro, dove non ci sono conversazioni importante, non ci sono baci, ma c'è la loro presenza e un Kazuya felice... mi sembra - mi illudo forse - di capire i suoi sentimenti, quello che cerca e gli basta, e sembra così giusto e perfetto che non ha bisogno di parole o spiegazioni, di pretese da chiunque legga perché anche quello - in qualche modo - è fare l'amore, ma è un'intimità di diverso piano, per Kazuya probabilmente più profonda.
Poi però arriva il momento in cui si preparano per la notte e un po' Kazuya, un po' Eijun, fanno pensare, fanno pensare che qualcosa deve accadere, c'è tensione che viene incentivata dalla narrazione e crea un sottotesto omoerotico davvero forte, nonostante non accada nulla e non ci sia desiderio, in qualche modo la scrittura riesce ad attivare queste attese, questo grande dubbio che finisce solo in un bacio molto casto e che delude, ma non per il bacio in se, ma perché Kazuya vorrebbe eppure non si fida; a questo punto della storia fa un po' male vedere che Kazuya non si fida, che pensa che Eijun davvero potrebbe non fermarsi, ma in questa sfiducia non posso che leggere anche altro: Kazuya si sta innamorando e ha paura di essere ferito, è convinto della catastrofe (come chiunque abbia in mano qualcosa di troppo bello), per questo sta solo cercando di posticiparla. E' tenero tutto ciò, ma fa anche tanta tristezza.
Un poco off-topic non ho potuto poi che riflettere sul modo in cui la narrazione cerchi di creare una tensione erotica, delle speranze quasi, e nonostante io sia il tipo da non amare le parti erotiche, mi è parso proprio di capire che il testo stesse creando delle speranze e non io e proprio questo mi fa scervellare in un certo senso. Kazuya esprime la sua condizione dall'inizio, è chiaro, quanto Eijun si esprime chiaramente riguardo al rispetto del corpo di Kazuya ed essendo onesto non ha nulla di subdolo, per cui non c'è - non ci dovrebbe essere - l'attesa riguardo a nulla, loro non dovrebbero pensarci, il testo non dovrebbe suggerirlo e il lettore non dovrebbe credere in sorprese, per questo sono rimasta davvero ferma a riflettere per potere poi esprimermi al meglio riguardo questa perplessità che si riassume in una sola domanda: perché?
Non voglio filosofeggiare troppo, né dilungarmi in modo da risultare insensata, ma ho come l'impressione che nella tua scrittura intelligente ci sia quel pizzico, quel innuendo che vuole illuminare il fatto portando però l'attenzione sulla zona d'ombra, sulla parte inconscia dei personaggi quanto forse di noi lettori che - purtroppo - siamo il prodotto della società e della cultura che ci ha allevato e che, nonostante possiamo avere aspirazioni profonde ed elevate, in fondo abbiamo sempre un patrimonio in tasca e questo patrimonio forse potremmo chiamarlo possesso. Forse ci illudiamo che l'amore che debba per forza manifestarsi con un'intenzione di possesso per avere un valore e per questo esitiamo, per questo ci viene difficile forse capire, per questo Kazuya ha delle attese e Eijun dei timori, quasi come se davvero tutti non volessimo che vivere l'Amore, di quello vero, ma fossimo obbligati a pensare ad esso come possesso, sentendoci quasi sbagliati nel seguire la nostra natura, come fossimo osservati e pronti ad essere giudicati al gesto sbagliato. Mediterò ancora su questo.
Andando avanti con l'analisi, non ho potuto che gioire al palesarsi finalmente di Satoru con il suo bagaglio segreto e mi si è stretto il cuore, quanto capisco il motivo per cui hai scelto lui per parlare della tematica gender, la sua invidia per Haruichi è stata dolorosa, credo che è un'emozione molto umana e che tutti abbiamo provato nel vedere qualcuno più adatto di noi nel poter concretizzare un sogno che non è quello dell'altro, dev'essere frustrante, soprattutto perché Haruichi è tenero, dolce, con le parole giuste, disponibile ad essere il miglior amico del mondo, ma è allo stesso tempo "quasi lui il problema", in quanto per Satoru sarebbe forse tutto più semplice se fosse Haruichi, quasi come se la sua sofferenza potesse andarsene senza avere altri desideri, finalmente potrebbe essere onesto, ma... lui non è Haruichi, lo invidia, e probabilmente si sente anche in colpa perché vicino a lui tutto sembra migliore, eppure basta si palesi la paura, basta che cali la maschera, perché si crei una distanza, perché un legame finisca per essere palesemente disonesto e questo fa male nella stoccata finale dell'ultima frase.
Ripeto che è stato un capitolo molto intenso, la tua sensibilità narrativa diventa sempre più profonda e interessante, deliziosa nel suo ritmo e nel dispensare quel meraviglioso angst che rende tutti prigionieri di una cappa grigia di dubbi, paure, ipocrisie, incertezze a quale pro? Quello di essere infelici, nonostante - paradossalmente - siano proprio infelici di partenza nell'indossare maschere.
Grazie per la bellezza e le emozioni, aspetto con ansia - ma pazienza - il prossimo capitolo.