Ciao!
allora, scusami in anticipo per la bandierina bianca, ma ho rilevato alcuni errori nel tuo prologo e visto che ( a parer mio) mi sembrano abbastanza gravi, preferisco lasciarti una critica piuttosto che una finta bandierina verde. In primis... le virgole. Ora, sappiamo che sono dei segni d'interpunzione che vanno spesso a gusto dell'autore, ma anche questi hanno delle regole. Tanto per cominciare, non vanno tra soggetto e verbo.
Questa frase qui: Il mio desiderio da giovane ragazza spensierata, era volare è sbagliata appunto perchè non solo hai aperto un inciso senza chiuderlo ( da giovane ragazza spensierata), ma addirittura hai lasciato la virgola lì in mezzo, mettendo una pausa tra il soggetto e il verbo reggente. O la togli oppure ne aggiungi una prima di da.
Inoltre la virgola non va mai prima di una e congiunzione, a meno che dopo la e non ci sia un inciso. Esempio " Sono andata a fare la spesa e, dopo essermi incontrata con Chiara, sono tornata a casa". Qui, come vedi, c'è una subordinata che chiusi tra virgole, ma non è sbagliata appunto perchè è un inciso.
In questo caso: Gli umani sono pazzi, e chiamano pazzi noi La virgola non ci voleva, in primis perchè segue una e congiunzione e poi perchè la frase è davvero molto breve, mettere una pausa non ha molto senso.
po diminutivo di poco si scrive così po', non vuole l'accento, ma l'apostrofo.
Qui invece abbiamo ben tre errori: Pensavo che era scappata semplicemente da me ,per il mio carattere.. o che i miei genitori gli avessero detto di starmi alla larga. In primo luogo la consecutio temporum. Pensava è un imperfetto e dà alla frase un'idea di posteriorità, quindi nella subordinata dovrebbe esserci un congiuntivo passato ( fosse) e non l'indicativo. In alcuni casi il verbo pensare regge l'indicativo, ma in questo caso. SE volessi controllare meglio, ti basta andare sul sito della Crusca e visionare la pagina legata all'uso del congiuntivo.
Lo spazio va dopo la virgola, non prima.
I puntini di sospensione non sono due, non sono quattro, ma sempre e solo tre. Sempre.
Al posto di gli va le, perchè in questo caso il pronome si riferisce a persona, nome di genere femminile, non maschile.
La filastrocca dice "su qui, quo e qua l'accento non ci va".
Infine, lo spazio tra il punto interrogativo e giusto non ci dovrebbe essere.
Ho letto le note e fine capitolo, dove hai specificato che questo è l'italiano a cui dobbiamo abituarci, ma... così non va. Nel senso... se si scrive una storia si dovrebbe tentare di dare il massimo e se si hanno delle difficoltà, basta cercare nei vari siti dove vengono spiegate le regole della grammatica/ sintassi italiana. Non so se tu sia dislessica o meno, ma in ogni caso in un sito amatoriale come EFP non ti viene richiesta una grande padronanza della lingua, ma solo i concetti basilari, quello che, in sostanza, avresti dovuto imparare a scuola. Mi spiace, ma per un prologo di quattro righe contate, spargere così tanti errori è davvero brutto, non solo perchè significa che il testo non è stato riletto con attenzione, ma addirittura che non ti sei nemmeno degnata di andare a consultare un libro per essere sicura di star scrivendo correttamente. Magari, prima di postare il prossimo capitolo, rileggilo e, qualora avessi dei problemi oggettivi a riconoscere gli errori, puoi rivolgerti a una beta reader sul forum di EFP. C'è una sezione apposta.
Scusami per il papiro, spero di non averti offesa.
Hime |