Il mio neurone è molto contrariato. Dice (testuali parole): "Io non volevo mica disintossicarmi, eh!" (ci ha aggiunto pure una linguaccia!)
Che vuoi farci, sai bene che, per lui, la storia infinita è stata fin troppo breve e la tua latitanza da queste parti, poi, gli è pesata molto.
Ora, per ripicca, vorrebbe scriverti solo un elenco di cose che non gli sono piaciute di questa shot/non shot; il problema è che non ne trova neanche una!
Ormai non dovrei davvero più stupirmi, eppure ogni volta è sempre una piacevole sorpresa ritrovarsi a leggere della delicatezza e dell'efficacia con cui riesci a raccontare di gesti ed emozioni. Per quanto mi riguarda, hai un modo molto speciale di mettere in risalto la potenza del sentimento che unisce i Caskett e anche in questa occasione estrema che si sono trovati ad affrontare ci sei riuscita al meglio. Come se non fosse stato già abbastanza, subito dopo gli spari di Caleb, vederli strisciare l'una verso l'altro per affrontare quel momento e la conseguente, possibile, morte INSIEME, infatti, ci hai portato a riflettere su quelli che possono essere stati i pensieri e soprattutto i sensi di colpa che hanno assalito entrambi in quel frangente. E ho trovato realistico, a fronte di quanto accaduto nei mesi precedenti, che fosse proprio Kate a sentire maggiormente il peso di quell'errore di valutazione, se così possiamo chiamarlo, riguardo l'epilogo della vicenda LokSat, tanto da spingerla a chiedere perdono al marito, così come ho trovato realistico che, di conseguenza, sia stata proprio lei a cercare di raccogliere quel briciolo di forze di cui era ancora in possesso per chiamare i soccorsi, proprio perché non poteva arrendersi senza almeno tentarle tutte e farsi così strappare da un tizio qualunque quella felicità faticosamente costruita insieme a Castle giorno dopo giorno.
E a questo punto devo farti un enorme plauso per come sei riuscita a far emergere uno dei sentimenti a cui personalmente tengo di più: l'amicizia. Non solo, infatti, è stato Espo a raccogliere il suo flebile grido di aiuto, ma, quando Kate ha ripreso coscienza in ospedale, ha trovato Lanie al suo fianco. Ho adorato questa scelta che hai fatto, ho adorato che sia stata proprio la sua amica ad assumersi delle responsabilità riguardo la sua salute nei concitati momenti successivi all'arrivo in ospedale, ho adorato che sia stata lei ad aggiornarla sulle condizioni di Castle, gestendo i suoi comprensibili attacchi di impazienza e rabbia, e poi ho adorato che sia stata sempre lei a darle la lieta novella dell'arrivo del Baby Caskett, rimanendole vicino anche in occasione della prima, inaspettata, ecografia. Ed allo stesso modo ho adorato anche che, svegliandosi in un altro momento, Kate abbia poi trovato anche Alexis a farle compagnia e ad esprimerle il suo sostegno, senza banali pregiudizi, perché, se è vero che il rapporto tra i Caskett è sempre stato molto particolare e, per certi versi, esclusivo, è vero anche che loro non sono mai stati "un'isola" e, anzi, tutta la loro famiglia allargata non li ha mai abbandonati nei momenti decisivi, arricchendo, di conseguenza, le loro vite; è per questo che ho apprezzato particolarmente che hai voluto sottolineare la presenza di tutti.
Inutile negare, però, che i momenti emotivamente più coinvolgenti siano stati il tenero monologo di Kate con il suo Baby e, ancor di più, l'istante in cui i Caskett si sono finalmente "ritrovati", prima solo con gli sguardi e poi anche con la pelle.
Sbaglio se dico che la prima volta che Kate si è recata in terapia intensiva e ha visto Castle dietro a quel vetro ed attaccato a tutti quei macchinari rappresenta una tua piccola vendetta nei confronti di una certa detective colpita al cuore che, brutalmente, aveva tenuto a distanza il suo partner per mesi? So benissimo quanto tu, come me del resto, non le abbia mai veramente perdonato quei mesi di silenzio e di sofferenza gratuita che ha dovuto sopportare Castle, per cui credo che, in questa occasione, lei abbia potuto chiaramente comprendere come deve essersi sentito lui in passato e rammaricarsene: ben le sta!
Non posso esimermi, poi, dal farti gli ennesimi complimenti per quelle figure di "contorno" che sei riuscita anche questa volta ad inserire e tratteggiare così bene: il silenzioso e pratico Dr. Drew, il burbero e noioso Dr. Foster e, soprattutto, la complice e romantica infermiera senza nome... non è che si chiama Lily, no? Potrebbe essere una involontaria fonte di ispirazione! :p
Rimanendo in ambito ospedaliero, inoltre, una nota di merito non può mancare per tutte le spiegazioni mediche sulle condizioni di salute dei Caskett che hanno reso la storia più realistica e "concreta".
Infine, visto che tu non lasci mai nulla al caso, caratteristica che, per inciso, amo alla follia, mi sento di scommettere sul fatto che il colore predominante con cui hai impreziosito il banner, il titolo della storia e poi anche il tuo angolo è in onore di quella copertina color lavanda in cui Kate ha immaginato avvolto il suo prezioso, futuro, "batuffolo"... allora, ho vinto qualche cosa? Se sì e posso scegliermi il premio, scelgo un appuntamento fisso con i "Reb's Monday" da qui a (almeno) i prossimi 7 anni! :D
Nel frattempo, comunque, mi "accontento" del prossimo capitolo! ;) |