Oggi è la seconda recensione che ti lascio, sebbene questa poesia parli da sé e non abbia bisogno di commenti, perché ci tengo a dirti che mi sono innamorata di come scrivi e devo trattenermi dal leggere tutto subito dato che ultimamente hai pubblicato pochi testi, perché altrimenti poi finiscono e non mi rimane altro che rileggerli a oltranza - come dice una mia amica dei romanzi di Mishima: "Ormai è morto, bisogna leggerli con parsimonia, altrimenti poi li finisci subito". Tu non sei morto, ma fa lo stesso, spero di aver reso l'idea.
Passiamo alla poesia, magari è il caso: è solo un sogno o è un sogno derivato da uno stato d'animo? Perché ha il sapore amaro di un amore sfiorito, ricorda la gelida devastante morsa dell'abbandono, ricorda tutti quei momenti meravigliosi che non torneranno mai più, ricorda l'eco di voci lontane e di risate e dell'illusione che la felicità potesse esistere dopotutto. Più che un sogno, sembra un sogno infrantosi. Mi ricorda un po' come mi sento io al momento, per altro, quindi non posso che trovarla bellissima e struggente, complimenti.

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Ciao,
Pare che questo pianeta, insieme ai suoi più 'degni' inquilini, sia ormai conciato molto male e quel poco di buono rimasto in noi e di noi , resta conservato gelosamente dentro uno scrigno.
Un modo per fotografare la nostra miseria.
Bel lavoro
Complimenti

Luca

Trovo che il linguaggio dei vecchi poeti sia cosa ormai storia superata, antica.
Io proverei a scrivere come ai tempi nostri, e senza utilizzare un linguaggio non adeguato diciamo...
Comuque sia è stata carina la poesia.
~Cecilia

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Buonasera.
La tua poesia è solenne, con riprese ed un ritmo coerenti e che funzionano bene, si legge con la calma ed insieme la trepidazione che dovrebbero caratterizzare ogni buon testo. Ho inoltre apprezzato di cuore l' immagine iniziale, incredibilmente decadente e romantica, delle rose in fiamme; un'atmosfera forte e silenziosa, che trova riposo nel gelo degli ultimi versi. Anche il riferimento alla mitologia greca e la dea Demetra sono state di mio gradimento, e sono perfette per questo contesto. L'unica osservazione che potrei fare è il titolo: dal tuo testo, ho colto di più l'immagine dell'inverno che arriva, e non che riparte. Ma forse è puramente soggettivo ed è un mio problema di comprensione.
Ancora complimenti, sarei lieta se anche tu avessi voglia di dare un giudizio sui miei lavori.
Ali

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