Ciao! Sono approdata casualmente sulla tua flash e mi sembra assurdo che nessuno prima di me abbia voluto commentare questo flusso di coscienza così ricco di spunti davvero interessanti. Hai ragione: Kurumada ha sempre trattato in maniera troppo sbrigativa i sentimenti dei suoi personaggi. Si è affannato a crearli, a delinearne un carattere che consentisse loro di interagire e intrecciare la trama del racconto, ma solo raramente si è fermato a farli pensare. Il turbamento di Milo è più che comprensibile. Ha perso Camus, un amico prima che un compagno d'arme, e ha assistito al sovvertimento completo dell'ordine del suo piccolo mondo. In sole 12 ore il Santuario ha fatto i conti con il suo destino. Ogni suo guardiano è stato chiamato a scegliere, combattere, vivere o morire. La fede, l'amicizia, perfino il proprio io sono stati messi in discussione in una battaglia che forse ha il solo scopo di forgiare il futuro esercito di Atena per scontrarsi con Hades. Non servono i numeri per combattere il male. Serve un cuore puro e una fede che non vacilla. Chi ha dubitato, chi ha peccato di leggerezza, chi era deliberatamente dalla parte sbagliata ha pagato con la vita. Non ci avevo mai pensato, ma hai ragione. Il Tempo è il protagonista occulto della corsa alla Tredicesima Casa. A chi ha tolto la vita ha dato una nuova consapevolezza.
A presto!
S.

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