Recensioni per
Né la fatica, né il dolore
di Little_Lotte

Questa storia ha ottenuto 5 recensioni.
Positive : 5
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
23/12/16, ore 00:15

Buonsalve!
Sono il tuo Babbo Natale personale del Giardino di EFP per regalarti una recensione, si spera bella e soddisfacente.
...
Presentazioni un po' stupide a parte, sono qui per recensire una fic introspettiva su un personaggio che ho saputo apprezzare fin dalla tenera età.
Io a casa possiedo gelosamente tutti i DVD della serie "Holly e Benji: Due Fuoriclasse" (aka la prima serie) e quindi vedere la storia di Mark (userò i nomi italiani per abitudine) mi ha fatto stringere davvero tanto in quanto è straziante, veramente cruda e difficile da sopportare, in quanto ci provi a immedesimarti in lui e non puoi fare a meno di provare quelle emozioni e mascherare il lato più intimista affinché tu non possa soffrire e far soffrire, nel caso fossimo lui.
All'inizio mi sembrava forse anche troppo agressivo ma poi è riuscito a manifestarsi per quello che è: un ragazzo lottatore profondamente buono ma dal forte spirito combattivo e per questo testardo e sicuro della strada che sta compiendo.
Sono felice di dirti che questi aspetti canonici li ho riscontrati anche nel Mark della tua one-shot, capaci di unire quell'introspezione presente anche nei suoi flashback ma in un livello più sopraffino ed elegante, coinvolgente.
In ogni parola che rivolge a quella giornata così afosa e tremendamente fastidiosa per via del dolore che prova e che lo prova, al suo fisico un po' sfinito e i pensieri melanconici che rivolge alla mamma e ai fratellini che hanno bisogno di lui e delle sue scelte ma non in un modo ossessivo ma necessario per tutti, affinché stia con meno acqua alla gola.
La perdita del padre è stato un tassello importante venutogli a mancare e questo lo hanno segnato tantissimo, in quanto si è sentito privato di un qualcosa di prezioso che lo facevano sentire unico in tutta quella marmaglia, nonostante sia consapevole di essere diverso dagli altri a prescindere (cosa che si vede e si sente, il fatto che tu l'abbia sottolineato m'è piaciuto molto).
Il calcio per lui è l'ancora di salvezza che non solo potrebbe fruttargli un futuro migliore dal punto di vista economico - non è questo il punto - ma è la cosa più vicina che gli piace che unisce la sua passionalità che prova nella vita, il superamento dei suoi limiti e un enorme piacere che lo rendono sempre diverso ma in una maniera generalmente e per gli altri migliore, anche se detto così sembra superficiale da parte mia (sto cercando di immedesimarmi nella gente, a riguardo).
Quando riguarda la famiglia e i suoi amici, Mark è semplicemente se stesso nel modo più puro possibile e col pallone ci aggiunge quell'agonismo sano e a tratti esagitato che lo hanno reso un attaccante di razza, un ragazzo formidabile e capace di essere unico e imprescindibile.
Lo stile come già accennato è introspettivo, curato e le frasi brevi riescono a essere il punto più cruciale della fic, elevando non solo il personaggio ma tutta l'aura degli ambienti, scomodi e abbastanza spinosi nella loro emotività e nel fastidio che provocano a Mark e alla sua vita.
È una storia che si legge bene e la si intepreta altrettanto bene, i fatti arrivano al momento giusto spiegando cosa passa a questo personaggio e alla sua famiglia, molto vicino a quello che provocano i flashback della serie animata.
Prima di chiudere, sinceramente devo anche segnalarti un paio d'accorgimenti insignificanti...
1) Nelle frasi dove metti i tre punti, quello che viene dopo inizia sempre con la lettera minuscola (a meno che non sia un nome proprio o faccia parte di un'altra frase), quindi ti consiglierei di correggere questa sottigliezza in tutte le frasi dov'è presente questo errorino
Hai fatto giusto nella tredicesima frase, per intenderci.
2) La d eufonica nell'ultima frase non è necessaria in quanto bisogna inserirla quando la parola successiva cominci per la stessa vocale oppure c'è un'espressione tipica accettata in italiano (tipo "Ed ora...").
3) La E maiuscola scritta con l'apostrofo (È). Non è un fattore di non sapere la grammatica (so bene che sai scrivere agilmente) ma voglio dirti che così è errore (che facevo pure io, tra l'altro): per farla corretta, clicca alt+212 e vedrai apparire la lettera con l'accento.
...So profondamente di essere risultato fastidioso in quest'ultima parte ma lo faccio perché ci tengo che le belle fanfiction abbiano delle piccole ma significanti revisioni e poi sono reduce da una lezione di traduzione e non sai quante volte sono stato rimproverato all'inizio su tutti questi punti!

Per concludere, grazie per avermi dedicato la fic da sostenitore di Mark (Kojiro) e per avergli dato la giustizia che merita in quanto è meravigliosa.
Tramite parole d'effetto e d'affetto scrutabile e da adorare, per quanto riguarda le persone che contano per lui e per l'amicizia con il suo pallone, qualcosa di troppo maturo e profondo per essere solo un passatempo e un sentimento non esplicabile.
Bella e profonda, sicuramente il genere di fic che rende giustizia allo spokon calcistico più famoso del mondo.

Un abbraccio affettuoso,

Watashiwa

Recensore Master
25/07/16, ore 15:47

Oh mamma che viaggio nel tempo mi hai fatto fare! T.T
Holly e Benji è, insieme a Lady Oscar, il mio cartone animato giapponese preferito, e, ad un certo punto della mia vita, è stato una vera e propria ossessione. Il mio preferito in assoluto è Genzo (non-mi-ricordo-il-cognome), il mitico Benji (la mia prima crush, nata quando ancora il termine crush nemmeno esisteva!), ma anche Mark mi ha fatto parecchio battere il cuore e, a tal proposito, ti do ragione su tutto: lui sì che era un personaggio umano, forte e potente, a differenza di Holly che a volte aveva la stessa connessione con la realtà di un Teletubbies.
Il suo attaccamento alla famiglia, il suo distruggersi quasi pur di rendersi utile alla madre, la dolcezza incredibile che riservava ai fratelli e alla sorellina, me lo hanno sempre fatto amare tantissimo, nonostante all'inizio fosse proprio lui il "rivale" principale di Benji.
Confesso che, nelle mie fantasticherie di ragazzina, che mi ronzavano in testa in un momento in cui di fanfiction neanche si era mai sentito parlare, almeno qui in Italia, ero arrivata a shipparlo con ODDIO HO UN VUOTO DI MEMORIA COME SI CHIAMAVA LA RAGAZZA DI HOLLY... PATTY! Ecco, mi è tornato in mente, per fortuna, mi stava venendo un colpo. Dai, onestamente, sarebbero stati benissimo insieme *occhi a cuore*
Coooomunque, anche questa OS mi è piaciuta tantissimo, è stata un sorso d'acqua fresca in questa giornata torrida, e poter entrare per qualche minuto fra i pensieri di Mark mi ha emozionata tantissimo!
Per cui... grazie ;-)
A presto!

padme

Recensore Veterano
30/06/16, ore 13:40

Carissima,
come sempre nei tuoi "stream of consciousness", sei riuscita a cogliere l'essenza profonda di un personaggio complesso, tra i più difficili da rendere in Captain Tsubasa.
Tre elementi risultano qui valorizzati, tre elementi che a mio parere sono la chiave di lettura per penetrare Kojiro.
Famiglia. Molte delle scelte fatte da Kojiro sono mosse dal suo profondo legame per i suoi familiari, dall’amore incondizionato e totale che il ragazzo dimostra.
Orgoglio. Tutto ciò che il ragazzo è riuscito a fare, senza mai rinunciare e perseverando sempre, è dovuto proprio a quel carattere “arrogante e diverso” (quoto le tue parole).
Pallone. L’emancipazione di Kojiro e della sua famiglia deriva proprio dal suo talento e dalla passione. E che non gli permette di avere paura. Mai.
Mi complimento con te per la delicatezza e la sensibilità con cui hai approcciato un personaggio cosi complesso e difficile, soprattutto da rendere con la prima persona.
gratia

Recensore Master
28/06/16, ore 22:02

Devo riguardarlo. Azz!

Adesso voglio grabbarlo. Tu e il tuo modo di scrivere che fa amare tutti, accidenti! XD Ti lovvo U_U

Recensore Master
28/06/16, ore 21:03

Che bella sorpresa ci hai fatto!
In questo racconto hai perfettamente reso nitida la figura di questo straordinario ragazzo, tanto rude all'apparenza quanto buono e sincero. 
E' sempre brutto quando i bambini sono costretti dalla vita a crescere in fretta prima degli altri, magari più spensierati. Kojiro non ha potuto permettersi il lusso di rimanere bambino: in questo lavoro ce lo raffiguri stanco da una lunga giornata di lavoro, per racimolare quel poco che basti per apparecchiare la tavola. E' rimasto solo, senza la rassicurante figura paterna, che lo faceva sentire protetto ed al sicuro.
Come giustamente hai espresso, il calcio per Kojiro è una porta aperta sul suo futuro: l'opportunità di offrire alla madre ed ai fratellini la sicurezza economica. I piccoli di casa Hyuga potranno indulgere ancora nell'infanzia: il loro nii-san si è sacrificato anche per loro.
Complimenti cara: quando scrivi sei una garanzia, sai sempre come entrare nel cuore di chi ti legge.
Un bacione!
Lou