Buonasera!
Come prima cosa, devo anzitutto dire che questa storia è stata capace di una cosa che, spesso e (mal)volentieri, alcune fanfiction sulla carta del genere non riescono completamente: emozionarmi.
La sfera emotiva è sicuramente molto soggettiva da lettore a lettore però la prima persona, il fatto di snocciolare con chiarezza e sincerità le emozioni, le condizioni personali e i pensieri è stato molto importante, in quanto è stato un sentimento crescente e angosciante per la sua sorte, permettendomi anche di creare un piccolo legame tra me e il protagonista, senza dimenticarci di Kiiro, elemento chiave della narrazione.
Devo dire che inizialmente mi sono lasciato contagiare dall'atmosfera che prometteva bene per il protagonista, principalmente per via del giallo che ho sempre considerato un colore vivo e capace di sfidare le avversità, una sfumatura quasi di vitale importanza per chi sta portando avanti una battaglia specifica per riemergere.
Colleghiamo però certe cose ad altre e come suggerisce il titolo, la creatura che incarna queste caratteristiche e che è degna di attenzione e dalla quale prendere ispirazione (per vari motivi legati all'empatia) è proprio quel canarino unico al mondo, dalle tinte più vive, speciali, importanti.
Considerando l'inizio e la prima parte dello sviluppo, mi è partito un parallelismo simpatico con la fiaba "Cinque in un baccello" e quindi quello che la piantina del pisello rappresenta per la giovane ragazzina ammalata, anch'essa quasi senza speranze prima dell'arrivo della fonte ispiratrice: non so se sai di cosa sto parlando, comunque.
Questo mi ha fatto capire ancora di più quanto certe persone abbiano bisogno di un appiglio per sentirsi più forti e capaci di andare avanti e oltre una certa condizione, di quanto l'animo umano sia fragile ma flessibile al tempo stesso, di tante sfaccettature che rendono tutti noi veramente imprevedibili in base al contesto.
Diverse parti della storia, principalmente quelle dove c'è pura e semplice narrazione che aggiungono tasselli all'idea che sono nella parte più centrale del racconto, mi hanno lasciato con il fiato sospeso, è una rappresentazione molto palpabile e sincera di alcuni suoi momenti di infanzia, di quello che rappresenta la vita per lui, il giallo e Kiiro nel suo effettivo presente.
Infatti il linguaggio è infatti molto vasto nella sua conoscenza, risulta essere lucido nella sua spiegazione o analisi a seconda del contesto, corretto e mai noioso, aggiungendo sempre un punto in più sul quale soffermarsi e arrivare un tipo diverso di angoscia.
Ho apprezzato molto i limiti realisti che si dà ad un certo punto portando poi al tragico epilogo e la sua volontà di avere a che fare con tutto ciò che riguarda Kiiro, la sua vita e il suo trascorso, senza tralasciare quel luogo speciale dove poter essere immerso nel giallo più luminoso, il biglietto d'accesso verso un paradiso senza quel dolore lancinante a limitarlo e renderlo in fin di vita.
La scena dell'addio tra i due è molto cinematografica e musicale, mi ha stretto veramente il cuore per come si verifica tutto nel giro di pochi secondi ma con le battute finali sembra che le sue speranze si siano riversati in una dimensione migliore, lontana dalla vita nella quale aveva rivolto tante aspettative.
Finalmente il protagonista può sentirsi libero come desiderava, lontano dai problemi, dalle complicazioni, insieme a tutte quelle cose e a Kiiro che, nel corso del tempo, son state le uniche a permettergli di dare un significato percettibile alla sua vita, purtroppo bistrattata e ignorata da tanti altri... anche se questo, da lettore, rattrista molto per una serie di motivazioni legate alla crudeltà che la vita dona a certi individui.
Comunque, ho controllato attentamente e la storia non ha nessun errore grammaticale e né ortografico: l'unica cosa che ti consiglio e ti segnalo sono gli spazi aggiuntivi che ho trovato in un paio di occasioni, tipo tre o quattro.
Con una revisione su Word, puoi trovarle grazie alle ondine blu, ce n'è una anche legata a una virgola; niente di grave, giusto per completare la mia recensione e per darti una mano, come richiesto dalle note d'autore.
In ogni caso, bellissima storia e profondamente sentimentale, gradevole e che fa riflettere nelle sue vicissitudini intere, con dialoghi semplici, una narrazione sciolta, coinvolgente e resa formidabile anche da quella prima persona che dà un senso ancora più penetrante e sprezzante nell'interezza dell'idea.
Complimenti per il buon risultato al Festival, tra l'altro: e questa storia la metto tra le ricordate perché merita!
Non mi capacito che non abbia ricevuto recensioni fino a questo momento, è veramente azzeccata e sentimentalmente ben collaudata, sul serio!
Spero che non sia l'ultima volta che legga qualcosa di tuo... per adesso, ti saluto.
Un abbraccio forte,
Watashiwa |