Ho quasi paura a dire che attendo l'aggiornamento della long, perché, se questa è la luce alla fine del tunnel, i prossimi capitoli saranno un colpo al cuore. |
Quella poltrona vuota parla più di un essere umano: è significativa, carica di silenzi troppo assordanti per essere ignorati. Questo è ciò che ha portato Sh ad accettare di legarsi a John con un’intensità tale che gli sembra di essere in catene, senza più la possibilità di potersi muovere. Ciò che hai scritto mi rievoca l’atmosfera greve e soffocante di certe poesie del poeta “maledetto” Verlaine in cui i sentimenti sembrano marcire in un crescendo di oppressione e di disperazione. Ci sono, infatti, molti termini che hanno un’accezione negativa (“…riflessi opachi…condanna… livido… pesante... cappio…ecc…”) e che circondano Sh di un malinconico fatalismo nel vivere il suo amore con John. Quest’ultimo è una figura appena accennata, sfocata (“…sul volto dell’altro…”) dalla quale emana soprattutto la paura di far qualcosa che possa dispiacere a colui che ama. È credibile questo tuo punto di vista pessimistico, considerando soprattutto la complessità dell’animo di Sh, non portato ad aprirsi alle relazioni umane e che presupponiamo abbia vissuto, prima di conoscere John, in una solitudine blindata dalla sua superiore intelligenza, per evitare inutili sprechi di energia in legami che non gli interessavano. Con Watson è diverso, si sente prigioniero perché non comprende fino in fondo come possa un sentimento, fino ad allora sconosciuto, coinvolgerlo così tanto. Vede un abisso di fronte a sé ma, forse, lasciandosi cadere giù, potrebbe trovare uno splendido luogo in cui sentirsi bene con colui che ha preso il suo cuore…Originale, brava. |
Ho letto questa storia tipo quattro o cinque volte e ogni volta mi dicevo che non la volevo recensire perché sarei di certo risultata offensiva, e tutto voglio tranne che alimentare certe idee su di me. Davvero non lo volevo, ma al termine dell'ennesima lettura mi sono detta che una storia, specialmente le drabble per cui io ho una passione nemmeno troppo segreta, non deve rimanere senza quella che potrebbe essere un'opinione in più. Non volevo recensire perché probabilmente te la prederai oppure qualcuno potrà accusarmi di presunzione, ma il fatto che è se fossi capace di stare zitta probabilmente in questo fandom piacerei a più persone. Il fatto è che mi ci sono un po' ritrovata, in questa drabble. Non vorrei dare un'impressione sbagliata di quanto sto per dire, ma la struttura delle frasi, l'uso di certe figure retoriche, su tutto le ripetizioni... sono rimasta impressionata, perché mi è sembrato quasi di leggere qualcosa di mio. Ovviamente lo stile è il tuo e l'impronta di base si vede, ma mi ci sono riconosciuta in certi passaggi. Non lo so forse è per la meditazione che sto facendo in quest'ultimo periodo o forse perché sono l'essere più vanaglorioso esistente, ma la sensazione che ho avuto è proprio questa. Ovviamente mi è piaciuta, non potrei dire altrimenti perché tutte le cose che scrivi sono meravigliose assolutamente degne di nota. Ogni autore ha un suo marchio di fabbrica. Le persone si riconoscono dal modo in cui ritraggono Sherlock Holmes, io ne sono più che convinta, e il tuo è inconfondibile. Lo si nota da certi dettagli, su tutto dal fatto che le associazioni logiche e mentali, che fuoriescono nei pensieri e nelle parole che dice, siano terribilmente razionali. Non c'è un Holmes così razionale, qui su Efp. |
Breve, forse troppo per i miei gusti, ma dannatamente intensa! |
Solo tu riesci a scrivere una flash (a tradimento :-p) breve con parole così curate, appropriate ed evocative, che per un attimo fanno temere il peggio - ossia l'amore non ricambiato - e invece alla fine spunta John con la sua condanna a labbra schiuse. |