Recensioni per
Nove pillole di Sherlock
di wrjms
Siamo completamente avvolti dal clima accogliente e pervaso da un po’ di pazzia, in questo caso da intendere come libertà di esprimere ciò che fa parte di noi, che si respira al 221b, nei momento “giusti”, cioè quando è abitato da “quei” due, “Ballo” a parte. Vero clima da “elefante nella stanza”, trionfo del “non detto” e di un grande sentimento che non riesce a trovare una via d’uscita per farsi, finalmente, riconoscere. Filo conduttore tra i tre momenti narrativi è il carattere decisamente IC con cui raffiguri Sh e John: del primo evidenzi il tumulto interiore tenuto prigioniero dall’incapacità di aprirsi agli altri (“…tenendo i propri occhi chiusi…sfugge allo sguardo di John…”), del secondo la spontaneità e l’immediatezza della sua umanità (“…batte furiosamente sulla tastiera…continuando a parlare…”). Bell’inizio, brava. |
Tre flash una più bella dell'altra, che raccontano tre momenti della vita di Holmes e Watson e che mi hanno molto colpita per delicatezza e cura dei piccoli dettagli. La prima cosa che mi è saltata all'occhio, e che ho amato, sono i riferimenti musicali. Nella prima con un bellissimo valzer di Chopin (che mai mi stancherò di ascoltare) e che fa da sottofondo a una scena dolcissima. John che impara a ballare per il proprio matrimonio e con Sherlock che insiste perché non sfiguri di fronte a tutti, è un qualcosa di amabile sempre e comunque e soprattutto quando viene ben scritto. Nasconde una dolcezza di fondo, che non si può non notare e che Sherlock nasconde perfettamente sotto il solito gelo e la solita incostanza. Scelta interessante, quella musicale, insolita per un valzer da ballare. L'opera 64 n. 2 ha variazioni sul tema e movimenti veloci che lo rendono, insomma, tostino da ballare... Ma personalmente ho apprezzato la scelta musicale, perché io adoro la musica classica e in Sherlock ce la metterei ovunque. E la leggerei ovunque, cosa che non accade praticamente mai. |